In apertura di settimana riportiamo l’esito dei sondaggi PMI pubblicati su scala globale la scorsa settimana per i settori manifatturiero, servizi e costruzioni. Sappiamo che le azienda stanno monitorando con estrema attenzione i dati sugli ordinativi per comprendere quale possa essere lo scenario che troveranno alla riapertura delle attività dopo la pausa estiva.
Purtroppo i sondaggi di luglio confermano un rallentamento generale della crescita.
PMI EUROZONA
L’indice finale Composito della Produzione manifatturiera dell’eurozona a luglio è sceso sotto quota 50 al 49.9 rispetto 52.0 segnato nel mese di giugno. Si tratta del valore minimo acquisito negli ultimi 17 mesi.
L’indice finale dell’Attività Terziaria dell’eurozona scende invece a quota 51.2 rispetto al valore di 53.0 fissato a giugno, ovvero al minimo degli ultimi 6 mesi.
Era dal mese di febbraio del 2021 che non si vedeva tale livello, con la differenza che allora l’indice usciva da una fase negativa, ora invece la curva risulta inclinata al ribasso.
Con il forte calo del manifatturiero unito all’ulteriore rallentamento del terziario, l’indice PMI COMPOSITE dell’Eurozona sta segnalando i rischi di una pronunciata contrazione. Secondo i dati Markit, pesano sul contesto gli effetti negativi che la forte inflazione sta producendo sulla domanda, poiché il flusso complessivo di commesse ricevute è diminuito al tasso più elevato da maggio 2013, se si esclude la finestra dei lock-down Covid.
La nota positiva è data dal rallentamento delle pressioni inflative. L’indebolimento economico è stato più evidente negli ordini esteri che sono crollati al ritmo più forte negli ultimi 24 mesi. Il sondaggio rivela che i forti timori per la futura fornitura di gas contribuiscano ad aumentare i rischi di recessione in Europa.
PMI Composite EUROZONA: luglio 2022
Spagna 52.7 minimo in 6 mesi
Francia 51.7 (flash: 50.6) minimo in 15 mesi
Germania 48.1 (flash: 48.0) minimo in 25 mesi
Italia 47.7 minimo in 18 mesi
PMI MONDO
Luglio ha visto il tasso di crescita economica globale scendere al suo livello più debole rispetto al trend di espansione registrato negli 25 mesi. Il rallentamento è stato principalmente centrato sui paesi sviluppati, dove la produzione si è contratta (in media) per la prima volta da giugno 2020. I mercati emergenti hanno mostrato una maggiore resilienza in confronto, con una crescita che si mantiene vicina al massimo di undici anni e mezzo.
Il J.P.Morgan Global Composite Output Index – curato da J.P.Morgan e S&P Global in associazione con ISM e IFPSM – ha riportato a luglio quota 50,8, in calo da 53,5 di giugno.
La crescita è rallentata al minimo di sei mesi nei servizi, mentre la produzione manifatturiera è risultata in stagnazione.
I dati PMI nazionali hanno indicato che il rallentamento è stato guidato dalle aree sviluppate. La produzione statunitense si è contratta per la prima volta da giugno 2020, con flessioni segnalate nel comparto manifatturiero e dei servizi
Anche in Giappone la crescita ha sfiorato le condizioni di quasi stagnazione.
Sono state segnalate solide espansioni dell’attività economica Cina, India e Brasile. La Russia ha visto aumentare la produzione per il secondo mese consecutivo e la sua crescita ha segnato il ritmo più rapido in oltre un anno. Nel Regno Unito la produzione è aumentata a un ritmo più contenuto.
INFLAZIONE
Il calendario economico sarà prevalentemente centrato in settimana sui dati sull’inflazione con l’Italia, la Germania e gli Stati Uniti che vedranno le rispettive pubblicazioni nella giornata di mercoledì. I tassi di inflazione dovrebbero rimanere elevati con il valore dell’inflazione core negli Stati Uniti previsto intorno al 6,1%, mentre gli ultimi dati per Italia (giugno: 8%) e Germania (giugno: 7,6%) dovrebbero rimanere elevati e simili a quelli visti a giugno. Altrove, la Cina ha registrato tassi di inflazione relativamente bassi, anche se i più alti da due anni. Nel frattempo, l’India ha visto aumentare i tassi di inflazione, anche se i tassi di aumento stanno iniziando a rallentare.
La Bank of Thailand terrà una riunione della banca centrale questa settimana, anche se il tasso di interesse dovrebbe rimanere intorno allo 0,5%.
Infine, i dati sul sentiment per gli Stati Uniti riveleranno come sono cambiate le percezioni delle famiglie nel corso del mese. L’indice è rimasto basso a causa dell’elevato livello d’inflazione, dell’incertezza geopolitica e delle preoccupazioni per l’ambiente macroeconomico.
PREZZI INDUSTRIALI: INPUT & OUTPUT
Gli ultimi dati PMI hanno segnalato un calo dei tassi di inflazione in media nell’economia globale. A luglio le pressioni sui costi sono state ai minimi su cinque mesi, mentre l’inflazione sui prezzi di vendita è scesa al minimo su dieci mesi. I miglioramenti dal lato dell’offerta, grazie all’allentamento delle restrizioni pandemiche in Cina, e il notevole calo dell’appetito dei clienti, hanno portato alla diminuzione delle pressioni rialziste. Sebbene rimangano storicamente elevati, i dati PMI suggeriscono che le pressioni sui prezzi hanno già raggiunto il picco.
Nonostante il raffreddamento delle pressioni sui prezzi secondo il PMI, la Banca d’Inghilterra ha alzato i tassi di interesse di ulteriori 50 punti base all’1,75%, segnalando il sesto aumento consecutivo dei tassi dallo scorso dicembre. Anche la Fed prevede ulteriori rialzi dei tassi.
Con il forte rallentamento della crescita economica mondiale a luglio (guidata dai paesi sviluppati), le banche centrali si trovano ancora una volta in difficoltà. Sarà interessante vedere se attiveranno a un ulteriore inasprimento della politica monetaria verso cui risultano orientate. Sebbene sia necessario garantire che l’economia non si surriscaldi come era stato sulla scia della ripresa del COVID-19, diventa anche importante non ridurre seriamente la domanda e la crescita. Ciò detto, i timori di recessione sono stati recentemente amplificati mentre, allo stesso tempo, continuano i rialzi dei tassi e le rapide pressioni inflazionistiche, causando una certa preoccupazione per le prospettive economiche future.
FOREX
La pubblicazione dei dati sull’occupazione USA di luglio ampiamente migliore delle attese ha respinto la reazione dell’euro verso la parte inferiore del range 1.0150/1.03 eur usd. I dati hanno rafforzato l’attesa per un ulteriore rialzo dei tassi a settembre da parte della Fed.
Tuttavia il range rimane attivo.
COMMODITY OIL
Anche i prezzi del brent dopo un periodo di congestione attorno a quota 100 usd/bar confermano, secondo le nostre stime di maggio giugno, la discesa verso l’obbiettivo prossimo agli 80 usd/bar.
Purtroppo non possiamo dichiararci altrettanto positivi sull’andamento del Natural Gas europeo, Dutch TTF. Le quotazioni del future rimangono elevate ed ampiamente sopra i livelli di reversal del trend. Nuovi eventuali segnali di allentamento delle tensioni potranno essere colti soltanto nel caso in cui vi fossero regressioni di valori sotto area 160-155 eur/mwh. L’esperienza recente insegna che ogni qualvolta i prezzi scambiano in prossimità di livelli tecnici significativi ai fini della tendenza, intervengono fattori che creano distorsioni al segnale riattivando il movimento rialzista dei prezzi. Ciò è accaduto ad inizio giugno quando il mercato stava per violare area 80 euro, cancellando ogni attesa positiva.