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PIL E SONDAGGI PMI AL CENTRO DELLE ATTESE

RISKOO MONITOR

MARKET MOVER

Dati PIL IV trimestre 2020

Mentre proseguono i festeggiamenti per il capodanno cinese, l’agenda economica di oggi prevede la lettura dell’indice Zew in Germania e del Pil in Eurozona. La prima che riporta le aspettative sull’andamento dell’economia tedesca, dovrebbe segnare un ulteriore flessione dell’indice dalla precedente rilevazione a quota 61,8 verso 59,6. Si tratta di un dato che anticipa di fatto il rilascio degli indici PMI Flash venerdì 19 e che dovrebbe riportare una conferma del rallentamento della crescita del comparto manifatturiero a febbraio. 

Il secondo dato di oggi riporta invece l’andamento del Pil nell’Eurozona nell’ultimo trimestre dello scorso anno. L’attesa fissa un dato prossimo al -0,7% con una proiezione tendenziale annua al -5,1%. Questo dato andrà confrontato con quelli analoghi rilasciati ieri in Giappone e prossimamente negli Stati Uniti. Il Giappone ha concluso il quarto trimestre con una crescita del Pil del 3%, tendenziale annuo 12,7%. La prossima settimana avremo la lettura del Pil americano (25/02) e quella della Germania (24/02). Gli Usa dovrebbero confermare una crescita stimata al 4,2%,   mentre in Germania si stima una crescita all’8,2% con un tendenziale annulla al -4,1%. 

Tresury e Bund

Con la lettura del Pil statunitense il mercato verificherà anche il rilascio del deflattore del Pil, atteso al 3,7%, per analizzare l’impatto dell’inflazione sulle dinamiche attese di cui abbiamo scritto anche la scorsa settimana. L’inflazione è uno dei temi caldi su cui molti analisti stanno concentrando l’attenzione per comprendere coma la Fed reagirà ad ulteriori pressioni sulla crescita dei prezzi. Per il momento J. Powell ha rassicurato i mercati sulla volontà di mantenere la linea accomodante sino alla fine del 2022, inizi 2023. Il 10 anni US Treasury sta invece anticipando la Fed performando il rialzo che abbiamo stimato già nell’Outlook per l’anno in corso. Come scritto ci aspettiamo che i rendimenti salgano verso l’obbiettivo  intermedio a 1,50%; quello successivo si porrebbe in area 1,75%.

Confermiamo altresì le nostre stime sull’allargamento dello spread tra il Treasury ed il Bund. Ci aspettiamo che il differenziale sui rendimenti si apra in direzione di area 175/180 punti base. 

Trend materie prime

Nel frattempo le materie prime, in particolare energia e metalli, tendono a confermare il rialzo di cui avevamo dato cenno la scorsa settimana. Il loro movimento tenderà inoltre a creare indubbie pressioni sulle dinamiche dei prezzi alla produzione ed infine su quelli al consumo.  Al LME i future sul rame dopo aver costruito una base tecnica sopra 7550 hanno riattivato l’atteso  rialzo che spingerà i valori in direzione di area 8500/8600 usd/ton.  Allo stesso modo l’Alluminio  sta con fermando la riattivazione del rialzo dopo la pausa di consolidamento. La violazione di area 2050/60 sta richiamando altri compratori creando nuova domanda per spingere i prezzi in direzione di 2250 usd/ton.

FOREX

L’eur usd continua a congestionare all’interno di un range schiacciato da valori tecnici presenti sulla parte alta a 1,2150/75 ed in quella inferiore a 1,21. I trader osserveranno con attenzione le modalità di negoziazione all’interno di questa fascia ristretta per cogliere eventuali spunti operativi. Gli algoritmi sono posizionati in modalità neutra nel brevissimo. Tuttavia la permanenza al di sotto della parte alta del range tende a far perdere momentum alle dinamiche quantitative.

 

 

 

PIL E SONDAGGI PMI AL CENTRO DELLE ATTESE
WB ANALYTICS: EUR USD

 

 

Le dinamiche del tema della reflazione che si stanno manifestando pienamente nel mercato FX del G10 tendono a supportare le monete commodity_based. Con i prezzi delle azioni e delle materie prime che aumentano e la curva del Tesoro USA che si irripidisce sono le monete emergenti legate alle materie prime che guidano i guadagni, mentre solo lo yen giapponese, con la sua correlazione negativa ai rendimenti USA, perde terreno rispetto al dollaro. Le prospettive per il forte rimbalzo del 2° trimestre dell’economia globale ed Federal Reserve prudente non dovrebbero cambiare la tendenza attuale. 

La forza del tema reflazionistico, in particolare unito al rafforzamento del petrolio,  supportano anche il rublo nonostante la congiuntura geopolitica sia avversa ad un suo apprezzamento.  Ci aspettiamo che nei confronti dell’euro il cambio violi area 88,20 eur pub per scendere in direzione del nostro target a quota 86,50 a breve con un potenziale allungo verso area 83 nel medio periodo. La Banca Centrale Russa la scorsa settimana ha manifestato un orientamento più aggressivo fornendo a sua volta un cuscinetto al tasso reale di RUB.