MONITOR RISKOO: L’EUR USD SI FERMA A 1,20
RIFLESSIONI CONTRO CORRENTE
I commentatori sono molto impressionati dalla debolezza del dollaro e tendono, come accaduto anche agli inizi del 2018 sopravvalutare la perdita di status di moneta di riserva mondiale del dollaro. La Banca dei Regolamenti Internazionali riporta nel suo rapporto di giugno 2020 che il debito globale denominato in dollari USA è ai massimi di un decennio. Le emissioni di debito denominate in dollari statunitensi dall’inizio dell’anno dai mercati emergenti hanno raggiunto un nuovo record. Anche il debito denominato in dollari della Cina è aumentato nel 2020. Dal 2015 è aumentato del 35% mentre le riserve in valuta estera sono diminuite del 10%.
L’indice del dollaro USA (DXY) mostra che la valuta degli Stati Uniti si è veramente indebolita solo rispetto allo yen e all’euro, e questo si basa sulle aspettative ottimistiche della ripresa economica europea e giapponese. Gli annunci accomodanti della Federal Reserve possono essere visti come una causa della debolezza del dollaro, ma l’evidenza mostra che la BCE e la BOJ seguono politiche molto più aggressive degli Stati Uniti sempre a causa di una ripresa economica difficile. Ad agosto abbiamo osservato un parziale calo degli indici sul manifatturiero sia in Eurozona che in Giappone. Al contrario il dato pubblicato ieri pomeriggio per il manifatturiero Usa è risultato sopra le attese e sopra il mese di luglio.
I dati nel loro insieme indicano minor ottimismo in Europa e Giappone aprendo i dubbi sulle speranze di una rapida ripresa.
Il bilancio della BCE alla fine di agosto segna un rapporto tra attivi derivanti dalle politiche di stimolo monetario superiore al 54% rispetto al PIL della zona euro, quello della BOJ è del 123% contro il 33% della Federal Reserve.
Al momento il dollaro USA non ha contendenti che possano sostituire il suo ruolo di primaria moneta di riserva in quanto l’euro subisce periodicamente fasi in cui i mercati temono il rischio di ridenominazione a causa degli squilibri finanziari ed economici tuttora presenti in Eurozona. Non dobbiamo mai dimenticare che i tassi in Eurozona quotano in negativo proprio a causa di tali squilibri che si traducono in crescite differenziate tra i vari paesi aderenti. Lo yuan non può diventare una valuta di riserva mondiale nel momento in cui la Cina mantiene i controlli sui capitali e rimangono le preoccupazioni per la sicurezza legale e degli investitori. La People Bank of China (PBOC) opera con molta aggressività pur avendo una divisa che, secondo le stime della Banca dei regolamenti Internazionali risulta scambiata solo nel 4% delle transazioni globali.
FOREX
– Nel nostro rapporto di lunedì WB PERSPECTIVES, abbiamo messo in evidenza le condizioni di eccesso di venduto del dollaro attraverso l’analisi del Dollar Index (DXY) e la remota possibilità che a dispetto dei commenti generali abbia ancora la possibilità di riequilibrare tali eccessi. Ieri e lunedì, nel nostro quotidiano rapporto AITI MARKET MOVER MONITOR, abbiamo sottolineato il rischio che il mercato possa aprire una fase quantomeno correttiva del cambio eur usd. Nel pomeriggio di ieri, complice la lettura del dato USA PMI Manufacturing, il cambio proprio dopo il test di 1,20 ha subito robuste vendite.
Nella giornata odierna verificheremo le intenzioni del mercato in una fase che definiremo interlocutoria a i fini della tendenza che dominerà prossimamente l’eur usd.
Per maturare ulteriormente gli effetti di una correzione ci aspettiamo che le negoziazioni spingano il cambio verso la parte inferiore del range indicato ieri, 1,20-1,1760. I trigger presenti nel quadro infraday per attivare il movimento prendono spunto dalla violazione di area 1,1890 ed a seguire 1,1840.
Prepariamoci ad assistere ad ulteriore volatilità, soprattutto dopo la lettura nel primo pomeriggio delle preview del dato sull’occupazione di venerdì. L’ADP prevede nuovi assunti (non agricoli) nell’ordine di 950K. La conferma unita al successivo dato sugli – ordinativi alle fabbriche + 6% atteso – riporterebbe gli investitori a riconsiderare il tenore della ripresa negli Stati Uniti.
BANCHE CENTRALI
– Previsti tra il pomeriggio e la serata una serie di interventi di esponenti Fed, dopo che la scorsa settimana la banca centrale Usa ha annunciato una strategia aggressiva – mossa che il mercato sta ancora digerendo – per fare risalire l’inflazione e riportare gli Usa alla piena occupazione. Il focus si sposta ora sui prossimi passi di politica monetaria e sull’eventuale espansione degli acquisti di asset. Proprio ieri il governatore Lael Brainard ha detto che “nei prossimi mesi” sarà necessario ulteriore stimolo per superare gli effetti della crisi.
Sul fronte Bce, in attesa della riunione di politica monetaria della prossima settimana, crescono le aspettative di nuove misure di stimolo da parte della banca centrale dopo che i dati diffusi ieri hanno fotografato ad agosto un’incursione in territorio negativo – la prima dal maggio 2016 – dell’inflazione della zona euro a livello tendenziale. Occhi dunque in giornata sull’intervento della presidente Christine Lagarde sulla situazione economica. Ieri intanto il vicepresidente Luis de Guindos ha pronosticato un forte rimbalzo dell’economia nella zona euro nel terzo trimestre.
ECONOMICS IN CALENDARIO
PIL AUSTRALIA – Nel secondo trimestre si è registrata a causa del Covid la peggiore contrazione della crescita di sempre, -7% rispetto al -0,3% nel periodo gennaio-marzo, mentre i nuovi focolai minacciano una ripresa immediata aumentando la pressione sul governo.
DATI ZONA EURO – Giornata scarna sul lato macro, all’indomani dei Pmi e dei dati relativi a inflazione e disoccupazione nel blocco.
Calo a sorpresa per le vendite al dettaglio tedesche, scese a luglio dello 0,9% su mese (+0,5% le attese) dal -1,9% rivisto di giugno. A livello tendenziale le vendite sono salite del 4,2% dal precedente +6,7% rivisto.
DATI USA – Da oltreoceano arriva una serie di numeri che forniranno segnali sullo stato della prima economia mondiale, a partire dalla statistica Adp relativa ad agosto sugli occupati nel settore privato che sono attesi in forte crescita, a 950.000 dai 167.000 di luglio. I dati diffusi ieri hanno mostrato la più decisa accelerazione dell’attività manifatturiera da quasi due anni ad agosto grazie all’aumento dei nuovi ordini.
PETROLIO
– L’OPEC è stata più lenta nel riportare la fornitura di petrolio greggio il mese scorso, secondo un sondaggio di Bloomberg, mentre la Nigeria e l’Iraq hanno abbassato la loro produzione di petrolio greggio per compensare la carenza di tagli alla produzione precedente. L’indagine mostra che l’OPEC ha aumentato la produzione di petrolio greggio di 550 Mbbl/giorno nell’agosto 2020, meno della metà dell’incremento consentito di 1,2 Mbbl/giorno. La Nigeria ha abbassato l’offerta di petrolio di 110 Mbbl / giorno, mentre l’Iraq ha anche tagliato 70 Mbbl / giorno secondo il sondaggio. Nel frattempo, l’Arabia Saudita ha aumentato le forniture di circa 410 Mbbl / giorno fino a 8,86 Mbbl / giorno ad agosto; sebbene i livelli di output siano ancora inferiori alla quota di 8,99 Mmbbls / d. Anche il Kuwait e gli Emirati Arabi Uniti hanno aumentato le loro forniture ad agosto. Passando agli Stati Uniti, la produzione di petrolio greggio nel Golfo del Messico continua a tornare con gli ultimi dati del Bureau of Safety and Environmental Enforcement (BSEE) che mostrano che solo 525 Mbbl / giorno di capacità di produzione di petrolio greggio sono rimasti chiusi fino a ieri. Infine, i dati settimanali dell’API mostrano che le scorte di petrolio greggio negli Stati Uniti sono diminuite di 6,4 milioni di barili nell’ultima settimana, significativamente più del prelievo di 2,1 milioni di barili che il mercato si aspettava. Anche le scorte di benzina e distillati medi sono diminuite rispettivamente di 5,8 milioni di barili e 1,4 milioni di barili a causa della chiusura delle raffinerie.
METALLI
– Poiché ieri l’indice USD è sceso al di sotto dei minimi di due anni, i mercati dei metalli hanno guadagnato ulteriore slancio. I prezzi dell’oro COMEX sono risaliti a $ 2.000 / oncia mentre i prezzi del rame LME sono balzati oltre i massimi di due anni e hanno toccato i massimi infragiornalieri di $ 6.830 / t ieri principalmente a causa del continuo ottimismo derivante da un migliore rilascio di dati economici.
Nel frattempo, i dati LME mostrano che le scorte di rame presso i magazzini hanno continuato il declino per il 14 ° giorno consecutivo e sono scese ulteriormente di 1,1 kt a 88,3 kt (minimo da dicembre 2005) a partire da ieri. I deflussi netti per agosto si attestano ora a 40kt. D’altra parte, la continua contrazione dell’offerta nel mercato del rame ha spinto lo spread LME cash/3m in una più profonda retrocessione di 30,5 usd/t (massimo dai livelli di metà marzo 2019) alla fine di agosto, rispetto a una backwardation degli Stati Uniti 5 usd/t durante l’inizio del mese.
Il vicino spread tom-next ieri era salito a US $ 15 / t. Riguardo alla fornitura di miniere di rame, il ministro peruviano delle miniere ha affermato che
Il vicino spread tom-next ieri era salito a US 15 usd/t.
Riguardo alla fornitura di miniere di rame, il ministro peruviano delle miniere ha affermato che la produzione di miniere di rame di luglio è diminuita del 2,2% su base annua a 198.796 tonnellate. Sulla base della domanda di elettricità, l’industria mineraria della nazione ad Augusty era inferiore del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le produzioni totali nei primi sette mesi sono inferiori rispetto allo scorso anno, ma i dati sulle produzioni di luglio suggeriscono che l’attività di estrazione del rame è tornata sulla buona strada su base media quinquennale.
TECNICS
Oggi Al LME ci aspettiamo dopo le prese di beneficio maturate ieri durante la sessione americana, in sovrapposizione al recupero del dollaro, un breve rimbalzo dei corsi sopra quota 6650 usd/t ed un ritorno successivo su tale livello. La possibile violazione al ribasso farebbe scattare alcune vendite su posizioni speculative accumulate a partire dalla scorsa primavera spingendo il prezzo verso una correzione di breve termine proiettata a 6500/475 usd/t.
GOVERNMENT BOND
– BTP Dopo il buon rimbalzo messo a segno ieri dal Btp tra scambi volatili, la seduta riparte da 146 punti base per lo spread sul Bund sul tratto decennale e da 1,05% per il rendimento del titolo di riferimento agosto 2030.
PRIMARIO – Oggi si attiva la Germania, che offre 4 miliardi di euro in titoli di Stato a 5 anni.
TREASURIES – Il tasso del benchmark decennale sui mercati asiatici è in area 0,685%, rispetto alla chiusura Usa a 0,671%. I commenti di Brainard sul maggiore stimolo da parte della Fed ieri hanno fatto scendere il rendimento del decennale da oltre 0,7%.