MONITOR MARKET MOVER PRESIDENZIALI USA
L’esito finale appare ancora in bilico per diverse ragioni, tuttavia dal dato complessivo emergono alcune considerazioni dirette ed indirette. Le prime se il Senato dovesse avere la maggioranza repubblicana con il presidente Biden era camera Democratica si aprirebbe subito il rischio di una discussione spigolosa sulla discussione per gli interventi Covid rimandata a dopo le elezioni. D. Trump ha già avviato la macchina dei ricorsi. Infine rileviamo ancora una volta l’asimmetria informativa prodotta dai sondaggi.
FOREX -Pensiamo che non ci sia ancora chiarezza nello sviluppo del risultato elettorale. In compenso c’è molta volatilità sui mercati. Dopo la violenta discesa dell’euro di ieri mattina, oggi assistiamo al rebound con il ritorno dei valori verso l’area 1,18. Le oscillazione delle ultime settimane stanno delineando un potenziale range tra 1,16 ed 1,1850. La tenuta della parte alta della gamma evidenziata potrebbe favorire uno sviluppo delle negoziazioni all’interno di una questo segmento sino agli inizi dell’inverno, dopo che la BCE avrà giocato la sua ultima carta dell’ampliamento del Pepp. Ciò potrebbe significare che sotto il profilo dell’azione di Risk management per i programmi di protezione proattiva per i rischi sui cambi relativi ai flussi import ed export dovremmo considerare oltre quota 1,19 un prevalente rischio sui flussi export, sotto quota 1,16 quelli relativi all’import.
Durante il mese di settembre ci siamo pronunciati per un atterraggio dell’eur usd in questa fase verso area 1,15. Ci siamo molto avvicinati (min. 1,16) senza ottenere piena soddisfazione. Di converso erano parecchi gli uffici studi che si aspettavano per lo stesso periodo un valore del cambio ben al di sopra 1,23.
Al momento la nostra visione rimane sempre favorevole al ridimensionamento dell’euro. Attendiamo ulteriori indicazioni sugli sviluppi del profilo politico. Le due diverse agende possono avere impatti diversi. Il rischio sempre più concreto che si aprano controversie sul voto, potrebbero trattenere il mercato in ostaggio di incertezze con non consentono di delineare un trend formale.
Per tale ragione sarà di estrema importanza non lasciarsi trascinare dai rumors infraday in quanto tendono ad imprimere distorsioni transitorie dell’effettivo andamento del momentum.
BOND YIELD – Gli spread degli swap dei tassi d’interesse Usa a 10 anni sui Treasuries si sono allargati sui timori che le elezioni possano produrre una spaccatura nel Congresso e possano determinare un pacchetto di stimolo economico più contenuto. Gli spread degli swap dei tassi di interesse vengono considerati indicatori del rischio di mercato. Il differenziale verso il 10 anni Germania da 110 bp sta salendo verso area 140. Nel nostro Outlook mensile abbiamo stimato un ampliamento sino a 160 bp nel breve/medio periodo. La divergenza tra i due tassi si compone da un lato dall’ulteriore discesa di quelli europei: il 10 y Germania sta avvicinando il ns target per il 2020 a -0,70%, quota al momento -0,65%, l’analoga scadenza USA dopo aver avvicinato area 0,9% sta perdendo momentum (0,73%).
STOCK MARKET – Il mercato azionario sta scontando con una certa enfasi la vittoria dei democratici. Lo Standard & Poor 500 ha superato area 3400 dove pensavamo potesse fermarsi. Questo livello, 3400-3385 costituirà per oggi e domani il punto di allerta per la sostenibilità dell’attuale rally presidenziale. La parte alta di questo range risulta delimitata dalla presenza di ordini di vendita posizionati a 3530. Presumibilmente avremo un braccio di ferro tra quanti leggono in positivo l’esito elettorale rispetto a quanti invece ne dubitano. Tuttavia la resistenza opposta da queste potenziali vendite potrebbe rivelarsi debole.
Come abbiamo scritto ieri mattina nel nostro blog, ci aspettiamo una fase interlocutoria dominata anche in questo caso da una volatilità che contrappone fase positive a fasi riflessive che non dovrebbero compromettere la tenuta dei mercati.