Il focus della settimana sarà catalizzato dal dato di giovedì sull’Indice dei Prezzi al Consumo in Eurozona. Il mercato sconta un valore tendenziale pari al 10,7%, con un incremento mensile dell’1,5% rispetto al precedente 1,2%. Le indicazioni sull’inflazione continuano a tenere alta la tensione in Europa, soprattutto dopo l’ultima lettura rilevata negli Stati Uniti, dove l’inflazione è scesa oltre le attese al tendenziale 7,7%.
Su questa dicotomia si sono aperte ipotesi di un rallentamento dell’azione restrittiva della Fed, mentre la BCE, proprio sulle pressioni recenti, potrebbe mantenere una linea più aggressiva.
Su queste tesi l’euro ha intrapreso una manovra di recupero contro il dollaro, attesa sotto il profilo tecnico dopo la reazione susseguente alla chiamata al rialzo dei tassi da parte della Fed. Lo scorso anno l’eur usd dopo una prima fase regressiva ha aperto una finestra di consolidamento proprio nel periodo novembre dicembre tra 1,12 ed 1,15 propedeutica alla flessione performata nel corso di quest’anno.
L’eur usd ha esteso le sue perdite sino ad accumulare un’ampiezza del 22,7% a fine settembre (1,2350-0,9550). Con l’ultimissima lettura del dato inflativo americano, il mercato potrebbe avviare una revisione dell’attuale ciclo riflessivo dell’euro. Il dato di giovedì aiuterà a comprendere se la BCE vorrà restringere il differenziale con i tassi americani e di conseguenza dare supporto all’attuale recupero dell’euro.
Sul fronte inflativo vi segnaliamo la caduta in linea con le nostre attese delle quotazioni del Natural gas europeo. Il future benchmark Dutch TTF è sceso infatti nuovamente sulla nostra soglia obbiettivo tra 100 e 95 euro mwh, indicata ancora alla fine di agosto come area di ritracciamento dei rialzi speculativi registrati dalla fine della scorsa primavera. Dai picchi di agosto l’ampiezza del ritracciamento è stata del 72%. Di questo ribasso hanno beneficiato direttamente e non molte commodity industriali a partire dai metalli, soprattutto l’acciaio come segnalato in termini tendenziali nei nostri report a partire dalla fine della scorsa primavera.
Dobbiamo tuttavia segnalare che mentre nel mercato si sono registrati significativi ribassi nelle quotazioni ufficiali, nel mercato fisico notiamo una certa resilienza dei brokers ed in generale degli operatori ad adeguare i prezzi. Dovremo quindi verificare quanto dell’attuale ribasso dei prezzi ha impattato sul quadro inflativo. In ogni caso pensiamo che il dato sull’inflazione subirà una certa influenza positiva dal ridimensionamento delle quotazioni del gas e dell’energia elettrica. Per essere più sereni su questo fronte, sarà opportuno che i valori violino al ribasso la soglia indicata, 95/90 eur mwh TTF, al fine di consolidare l’attuale ribasso con una possibile estensione del movimento in direzione di 80/70 eur mwh.
In Italia nell’ultima settimana il prezzo del PUN (Energia Elettrica) è salito oltre i 200 euro mwh. L’estensione del ribasso segnata dal picco di agosto è equivalente a quella del benchmark di riferimento, NG TTF, tuttavia per consolidare il segnale riflessivo utile a riportare i valori verso una condizione di equilibrio più sostenibile, è importante che il mercato incrementi i ribassi oltre la soglia dei 200 euro mwh.
La sfida in Europa sull’inflazione gioca soprattutto su questo piano. Poco possono fare le manovre sui tassi se non raffreddare ulteriormente la domanda.