PMI AGOSTO – Questa settimana abbiamo un calendario economico ricco di dati. In primo luogo abbiamo la pubblicazione dei sondaggi effettivi PMI del mese di agosto, utili per fare il punto sulle prospettive macro economiche alla ripresa delle attività delle nostre imprese. Ad agosto abbiamo assistito in Europa ad un ulteriore spinta speculativa dei prezzi del gas naturale che saremo comunque costretti a rivedere al rialzo. Siamo preoccupati non solo per il livello raggiunto dalle quotazioni, quanto per l’assenza di una prospettiva concreta che possa farci intravvedere una soluzione a breve. Le imprese hanno bisogno di certezze per programmare la loro linea produttiva. Mentre da Jackson Hole, dove nello scorso fine settimana si è tenuto un simposio delle banche centrali mondiali organizzato come ogni anno dalla Federal Reserve, arrivano segnali di inasprimento della linea monetaria da parte della stessa FED ( a cui abbiamo dedicato un post).
Accanto ai dati PMI avremo gli aggiornamenti del PIL del secondo trimestre per Italia, Svezia, Polonia, Repubblica Ceca, Russia, India, Corea del Sud e Canada.
Dalla lettura del Prodotto Interno Lordo italiano vogliamo comprendere oltre alla performance del II°Q gli eventuali segnali di tendenza che incroceremo con i dati PMI manifatturieri attesi in calo sotto quota 50 a 48 punti. Anche la Germania produrrà il report conclusivo di agosto dopo quello preliminare flsh che assegnava al paese una flessione sotto area 50. Il rallentamento della crescita in Eurozona preoccupa ulteriormente in quanto l’inflazione dovrebbe rimanere elevata nella rilevazione di agosto. A luglio abbiamo visto una crescita su base annua dell’8,9%.
Mercoledì la Cina riporterà i dati PMI sul manifatturiero. Il precedente sondaggio si era chiuso con un valore frazionalmente sotto quota 50 (area di contrazione), mentre gli Stati Uniti produrranno l’analogo sondaggio nella versione ISM giovedì: dato atteso poco sopra area 47.
La volatilità dei mercati è stata intensificata nelle ultime settimane da aumenti dei tassi, preoccupazioni sui mercati energetici e tensioni geopolitiche. Pertanto, i dati PMI – diffusi verso la fine della settimana – saranno seguiti con particolare interesse e offriranno ulteriori aggiornamenti sull’andamento delle economie man mano che crescono i timori di recessione. I dati flash della scorsa settimana hanno indicato un settore manifatturiero più colpito in cui persistono i tassi di inflazione e le ripercussioni dell’interruzione dell’offerta. I dati flash hanno indicato una netta contrazione negli Stati Uniti, nell’Eurozona e in Giappone, e dai PMI manifatturieri per la Cina continentale in particolare si cercherà ulteriore colore sulle prospettive manifatturiere globali.
Venerdì 2 settembre avremo la pubblicazione delle statistiche occupazionali statunitensi. I dati di luglio hanno registrato un aumento superiore alle previsioni dei salari non agricoli. Ad agosto si prevede che la crescita dell’occupazione sia diminuita da 528.000 unità di luglio a 290.000 ad agosto. Gli ordini delle fabbriche statunitensi verranno rilasciati poco dopo e completeranno il quadro sull’andamento del settore manifatturiero a luglio dopo gli ordini di beni durevoli peggiori delle attese. Chiuderà la settimana un ultimo dato importante: la fiducia dei consumatori del Conference Board e ai dati sui prezzi delle abitazioni, entrambi volti a valutare l’impatto dell’aumento dei tassi di interesse a settembre.
IL PMI GLOBALE RIMANE DEBOLE
I rapporti PMI AGOSTO manifatturieri globali che saranno pubblicati in settimana sono attesi deboli sulla scia dei PMI flash deludenti.
Secondo i sondaggi S&P Global, osservando le quattro maggiori economie sviluppate di Stati Uniti, zona euro, Giappone e Regno Unito (il “G4”), la produzione si è contratta ad un livello tale che, escludendo il blocco iniziale della pandemia, è stato il più ripido dal crisi finanziaria nel 2009. La produzione si è contratta sia nel settore manifatturiero che nei servizi per il secondo mese consecutivo, con tassi di declino in accelerazione.
Tuttavia, i sondaggi hanno portato alcune provvisorie buone notizie sul fronte dell’inflazione. I vincoli di fornitura, che sono stati uno dei principali fattori trainanti dell’aumento dei prezzi durante la pandemia, hanno mostrato segni di allentamento ad agosto, con il numero di ritardi nelle consegne dei fornitori nelle economie del G4 che è sceso al livello più basso da ottobre 2020. Allo stesso tempo, i nuovi ordini per i beni manifatturieri sono diminuiti a uno dei tassi più alti visti negli ultimi dieci anni. Questa combinazione di fattori, allentamento dell’inflazione e calo della domanda e dell’offerta ha consentito ai prezzi dei beni industriali di raffreddarsi bruscamente al minimo di 18 mesi [S&P Global].
Il rilascio globale completo dei PMI di agosto ci consentirà di monitorare ulteriormente questi sviluppi della domanda, dell’offerta e dei prezzi, con l’inclusione di dati per la Cina continentale e le economie in via di sviluppo dell’APAC.