Fed FOMC, BoE e BoJ si riuniscono in settimana
Il focus della settimana macro economica è dato dalle riunioni del FED FOMC, della Banca centrale d’Inghilterra e della Banca centrale del Giappone.
I loro board saranno chiamati a prendere nuove decisioni di politica monetaria dopo i recenti dati sull’inflazione.
Le prime due, FED e BoE dovrebbero procedere con l’aumento dei tassi, 50 bp secondo le attese per il Fed Fomc, 25 bp per la BoE. La BoJ, nonostante la debolezza dello yen determinata dal differenziale dei tassi e dei rendimenti, non dovrebbe muovere i tassi di riferimento.
La scorsa settimana è stata caratterizzata dal rilascio di dati sull’inflazione USA, aggiornati ad un nuovo massimo 8.6% ed dall’esito della riunione della BCE.
I due eventi hanno impattato in modo significativo sui mercati. Da un lato rafforzato la linea restrittiva della Fed che vede con il dato CPI la conferma dell’atteso rialzo dei tassi di 50 bp questa settimana, sull’latro versante la BCE, pur cercando di non sorprendere i mercati non ha saputo dare convincenti spiegazioni sulla frammentazione dell’area euro. Al riguardo alcune voci informate riferiscono che sarebbe allo studio uno strumento per tutelare i paesi europei più fragili e arginare l’allargamento degli spread tra titoli di Stato. La proposta non soltanto è stata discussa nel consiglio Bce della settimana scorsa, ma sarebbe all’esame dei vertici europei e di molte cancellerie. Favorevoli al cosiddetto scudo anti-spread, sempre secondo il quotidiano, non soltanto i ‘periferici’ Italia, Spagna, Portogallo e Grecia ma anche la Francia. Lo strumento tecnico con cui la Bce interverrebbe è il programma ‘Omt’ e sul tema si tornerà al Cosiglio Ue di fine giugno, al successivo G7 in Germania e naturalmente al prossimo consiglio Bce di politica monetaria.
Tra i dati macro in calendario questa settimana vi sono le vendite al dettaglio negli Stati Uniti, la produzione industriale e i dati PPI. In Cina, dove verranno pubblicati i dati sulle vendite al dettaglio e sulla produzione industriale, due aree che corrono velocità con regimi diversi.
Sebbene negli Stati Uniti possa verificarsi un certo rallentamento a causa delle pressioni sui costi, nei sondaggi PMI di maggio è stato osservato un deterioramento più lento delle condizioni rispetto alla Cina continentale la quale esce dai vincoli sanitari riportando quindi un potenziale allentamento dei vincoli di fornitura globale.
In generale si respira un’aria difficile dove rischia di prendere il sopravvento un ulteriore rallentamento dell’attività economica in occidente.
Nel nostro ultimo INSIDE CENTRAL BANK dedicato agli effetti delle decisioni BCE, abbiamo messo in evidenza il rallentamento degli indici PMI soprattutto in Eurozona. Voci raccolte da diverse aziende che seguiamo con il nostro servizio di Risk Management advisory, ci riferiscono che loro clienti di standing primario su scala globale continuano a mantenere un elevato profilo degli ordinativi, soprattutto sul comparto manifatturiero.
Giovedì mattina alle 9.00 ritorneremo a parlare in diretta streaming sulle decisioni e d effetti della due giorni FED Fomc che porterà la Federal Reserve ad annunciare alle 20 di mercoledì sera la propria decisione sui tassi. Sarà importante seguire le parole di Jerome Powell in conferenza stampa. Vogliamo capire se le riflessioni del FED Fomc possano, come temiamo, esacerbare le aspettative sul rallentamento del ciclo economico. Pensiamo che nelle parole non dette della banche centrali il rallentamento del ciclo rientri in una strategia orientata a raffreddare i prezzi delle commodity industriali (energia e metalli) per mitigare gli effetti sulla catena di trasmissione ad altri comparti senza escludere gli agricoli.
E’ lungo l’elenco degli eventi che stanno governando i mercati in questa fase. In buona parte gli avevamo anticipati nei nostri report e nell’INSIDE CENTRAL BANK. Procediamo con ordine di sintesi:
FX – EUR USD L’euro conferma la sua debolezza dopo l’atteso fallimento del tentativo di recupero oltre la soglia 1.08 eur usd. Il mercato dopo il minimo sotto 1.04 è ritornato in occasione della BCE a collaudare l’area 1.08 per verificare le condizioni cicliche sull’andamento dei corsi. La reazione del mercato successiva alla conferenza stampa di Christine Lagarde, ne ha raffreddato la reazione riportandolo nuovamente nel range che conferma lo status di debolezza della divisa europea. Nello streaming di giovedì mattina (H. 9.00), INSIDE CENTRAL BANK, che organizziamo in collaborazione con AITI, l’Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa, analizzeremo ulteriormente le indicazioni del FED Fomc per delineare lo sviluppo del trend nella seconda parte dell’anno. In attesa non escludiamo un breve rimbalzo verso area 1.06.
Sempre in ambito Forex ci aspettiamo un ritorno dell’eur jpy verso area 139/137,5 dove fissiamo il punto di verifica sulla tenuta dell’attuale debolezza della divisa giapponese.
Altri segnali significativi emergono sul pound che rischia di perdere quota ,8620 qualora la BoE, in un clima di veloce deterioramento delle condizioni macro, dovesse alzare i tassi questa settimana soltanto di 25 bp.
Segnali di esaurimento a breve della forza del rublo stanno nel frattempo riemergendo dopo il test dei minimi fissato in area 55 dopo la decisione della Banca centrale di ridurre i tassi del 4% la scorsa settimana.
Altri dati aggiornati sono presenti nel nostro FX Outlook.
COMMODITY Proseguono le vendite sulle commodity industriali a partire dai metalli con l’aggiunta dell’energia. Probabilmente il Brent potrebbe aver formato un picco da cui rientrare. Ci sono possibili stop loss order sotto quota 118 usd/usd bar per il Brent. Pertanto la violazione del livello dovrebbe innescare vendite correttive che in ogni caso si traducono in un concreto segnale di inversione di tendenza soltanto sotto area 100 usd/bar.
Rimangono invece inseriti in un contesto di correzione i valori del TTF e del PUN secondo quanto delineato nei nostri WB COMMODITY PERSPECTIVES. Area Aggiorniamo in area 95 eur mwh il nuovo punto di controllo del rischio sul future del gas Dutch TTF.
BOND YIELD Ci aspettavamo che l’avversione al rischio e l’attesa per un rallentamento dei prezzi delle commodity potessero frenare il rialzo dei rendimenti.
I rendimenti del 10 Y UST stanno ritornando a testare l’area 3.30% i massimi del 2018. Ci aspettiamo un consolidamento ed una successiva correzione verso area 2,70%. L’attuale andamento prospettico dei prezzi delle commodity industriali unito a quello delle borse azionarie potrebbero convincere i mercati che siamo prossimi a varcare la soglia di un allentamento della crescita. L’indicatore GDP Now elaborato dalla Fed di Atlanta segnala per il II° Q una crescita dello 0,9%, in discesa rispetto al precedente trimestre.
Ci aspettiamo un frenata del rialzo dei rendimenti del BTP 10 nel caso in cui i valori dovessero rientrare sotto 3.80/70%. Il 10 anni Germania dovrebbe incontrare un cap a2% formando un floor a 1.60%. Le curve USA UK ed UEM si tanno appiattendo, la prima nel tratto 3/10 è inclinata negativamente, le altre due a partire dal 15 anni assumo un inclinazione negativa. Pensiamo tuttavia che in Europa le curve siano in una fase di ridefinizione.
STOCK INDEX Non siamo sorpresi dal ribasso delle borse. Ne parliamo in varie forme dallo scorso autunno (al 26 novembre risale il nostro ALERT sui mercati). Come confermato anche nei recenti interventi pensiamo che i mercati azionari possano scendere mediamente ancora tra il 10 ed il 15%.