Skip to content

MARKET MOVER MONITOR WEEK 8

Dopo la grande ubriacatura sull’imminente avvio del ciclo rialzista dei tassi di interesse, dove si sono alternate voci ed aspettative sul numero ed ampiezza delle singole chiamate, gli operatori dovrebbero ritornare a considerare l’altra faccia della luna in un mondo in cui, benché l’inflazione incalzi le banche centrali,  il rischio di un rallentamento della crescita potrebbe risultare più concreto di quanto non sia atteso.

I recenti sondaggi sulla fiducia delle imprese su scala globale elaborati da Markit, hanno mostrato che la crescita economica mondiale è scesa al livello più basso da un anno e mezzo a gennaio. I dati settoriali dettagliati dell’indice PMI rivelano come i settori a contatto con i consumatori siano stati i più colpiti dal rallentamento a causa della variante Omicron, con il turismo e le attività ricreative che hanno registrato la flessione di gran lunga più marcata. Molti altri settori hanno visto il trend della produzione deteriorarsi durante il mese a causa della diffusa carenza di personale e materiali.  C’è comunque la convinzione che quest’ultimi possano rimbalzare velocemente una volta esaurita la diffusione dei contagi e soprattutto dopo il ritiro dei blocchi sanitari.

I grafici mettono chiaramente in evidenza la recente perdita di momentum generalizzata rispetto all’andamento rilevato lo scorso dicembre.

MARKET MOVER MONITOR WEEK 8/22
GLOBAL PMI AREA & SECTOR OUTPUT GENNAIO 22 [FONTE MARKIT JP MORGAN]
 Martedì e mercoledì Markit pubblicherà i nuovi  dati flash per il mese di febbraio. Le attese per l’Eurozona e gli Stati Uniti non evidenziano ulteriori rallentamenti rispetto al dato di gennaio. Per il Giappone e l’Australia invece il consensus prevede un ulteriore rallentamento, come pure in Gran Bretagna.

Markit riporterà anche il dato PMI per Francia e Germania: le attese confermano un rallentamento per il segmento services ed un consolidamento per il manufacturing.

La carenza di materiali rimane diffusa, ma in media si attenua
La produzione sia nel settore manifatturiero che nei servizi è stata spesso limitata dai continui ritardi nella catena di approvvigionamento. Il numero di aziende in tutto il mondo che hanno riferito che la produzione era limitata dalla carenza di materiali ha continuato a crescere a 2,3 volte la media di lungo periodo, un rapporto superiore a qualsiasi cosa vista prima della pandemia. Tuttavia, questo è in calo da un massimo di 3,4 dello scorso ottobre, al culmine delle interruzioni della catena di approvvigionamento causate dalla variante Delta.

L’allentamento del numero di vincoli di produzione dovuti alla carenza di materie prime, nonostante l’aumento della variante Omicron, fornisce notizie incoraggianti sulla catena di approvvigionamento, sebbene chiaramente la situazione generale rimanga quella di ritardi nella catena di approvvigionamento che limitano la capacità operativa.

Sempre martedì avremo il dato IFO per la Germania. Le stime prevedono un ulteriore incremento dell’indice che riporta il – clima di fiducia – dopo il leggero rimbalzo di gennaio.GERMAN IFO INSTITUTE

WB ECONOMICS: IFO BUSINESS CLIMATE DATA

GERMAN IFO INSTITUTE
WB ECONOMICS: GERMAN IFO INSTITUTE GROWTH MODEL FORECAST

In questa fase i dati sulla crescita saranno attentamente analizzati dalle banche centrali e rapportati all’andamento dell’inflazione per approntare l’azione di policy monetaria. Pertanto continueremo a mettere in relazione tali fattori per identificare il grado di severità con cui i consigli affronteranno l’attuale contesto inflazionistico.

I mercati stanno prendendo sul serio l’atteggiamento più risoluto delle banche banche centrali. Rispetto all’ultimo semestre dello scorso anno, dove privilegiavano un comportamento autoreferenziale, gli investitori stanno considerando seriamente il rischio prodotto da un potenziale ciclo restrittivo. Nelle ultime settimane c’è stata a nostro avviso una ubriacatura delle aspettative sui rialzi dei tassi. Alcune banche di primario standing si aspettano nientemeno che la Fed operi sette rialzi nel corso dell’anno, la BCE almeno due chiamate.

Noi siamo ancora dell’avviso che la Fed procederà con cautela, come pure la BCE. Il nostro scenario di base rimane orientato ad un’azione immediata della FED con tre rialzi ed uno eventuale della BCE in autunno. Molto dipenderà dall’andamento dei prezzi dell’energia: per gli Usa faranno fede le quotazioni del petrolio, per l’Uem quelle del gas importato dalla Russia.

WB MARKET MOVER MONITOR

COMMODITY ENERGY NATURAL GAS TTF [THE ICE]  Il forte deterioramento della situazione sulla linea di contatto nel Donbass sarà al centro dell’attenzione per comprendere gli sviluppi del confronto tuttora aperto tra i vari schieramenti in campo. I trader sul gas  la scorsa settimana avevano spinto nuovamente i prezzi del future sul NG Dutch TTF verso l’area 75/76 eur/mwh dopo la discesa precedente sotto quota 70 euro. La chiusura di venerdì ci è parsa nel segno di un rinnovato ammorbidimento delle tensioni.

Sarà importante che i prezzi defluiscano sotto quota 75 e riprendano ascendere per confermare lo scenario che da oltre due mesi riportiamo nei nostri post. Quest’oggi si guarderà a quota 70 come pivot point per cogliere le necessarie conferme in grado di dissipare ciò che le notizie farebbero supporre.  Per la giornata di lunedì e martedì ci aspettiamo oscillazioni comprese tra 75 e 67 eur.

In prospettiva, dovendo navigare in un ambiente fortemente contaminato dalla disinformazione, dobbiamo affrontare il percorso delle negoziazioni  assicurandoci che i passaggi tecnici confermino, passo per passo, i segnali che ci stanno conducendo verso l’area 55 eur/mwh dove collochiamo l’obbiettivo successivo alla violazione di area 70/67 euro.

– BRENT OIL [IPE] La scorsa settimana abbiamo fissato a quota 91 il primo trigger sotto il quale catturare un iniziale segnale di allentamento della forza del trend rialzista che sta governando le quotazioni del greggio. Tuttavia per imprimere una direzione più sostanziale alla correzione che ci aspettiamo dovremmo attendere la violazione al ribasso di area 85 usd/bar. E’ questo percorso che analizzeremo nel corso della settimana in sovrapposizione alle trattative sull’accordo nucleare con l’Iran.

FOREX – EUR USD Gli scambi continuano ad oscillare all’interno di una congestione causata dal posizionamento del mercato in merito alle attese di policy monetaria che le due principali banche centrali, FED e BCE, stanno alimentando. Il mercato ascolta ogni singola dichiarazione rilasciata dagli esponenti dei rispettivi board e ne proietta i contenuti sui prezzi. C’è una componente piuttosto significativa che si aspetta decisioni significative da parte della BCE a marzo, mantre per quanto riguarda il flusso delle informazioni relative alla Fed si discute sull’ampiezza del rialzo dei tassi. Il braccio di ferro ha formato una resistenza in area 1,14 ed un supporto 1,1280 eur usd. La distribuzione dei prezzi è altresì correlata all’andamento dei mercati azionari.

Segnali di ulteriore debolezza dei corsi azionari tendono a spostare i flussi in uscita verso le monete di parcheggio a partire proprio dal dollaro.

EQUITY – I principali indici azionari sono e stanno ritornando a collaudare i livelli che da mesi segnaliamo come aree estremamente critiche: in sintesi sono quota 4300 per lo Standard & Poor 500, quota 4050 per l’Eurostoxx 50. A conferma di quanto scritto nel nostro Outlook 20/22, EVERYTHING MUST CHANGE,  il percorso da noi atteso rimane orientato al ribasso secondo le ampiezze segnalate agli inizi di febbraio

GOVERNMENT BOND – Il rendimento 10 anni BTP è parzialmente sceso dai massimi fissati al 2% il 15 febbraio. La discesa potrà tradursi in un segnale più concreto soltanto nella condizioni in cui si dovesse violare quota 1,75.  lo spread rimane ancora ampio e sotto pressione. Pertanto soltanto un ridimensionamento del 10 anni Bund può mitigarne l’andamento del rendimento sul BTP. Tale ridimensionamento, atteso al momento non oltre quota 0,15%, può migliorare la situazione scendendo nuovamente verso quota 0%.