Il nostro Market Mover Monitor Week si apre ancora una volta con le tensioni non ancora risolte nel mondo reale.
Sono l’inflazione ed i gap che si sono aperti lungo le reti di fornitura che preoccupano gli operatori. I mercati nono sono ancora normalizzati e questo desta forti preoccupazioni in primo luogo tra le aziende ed in secondo luogo tra i mercati.
Ciò nonostante l’odierno dato rilasciato dalla CINA sulla produzione industriale e le vendite al dettaglio he messo in evidenza una crescita più sostenuta del previsto in ottobre: la produzione del 3,5% su anno, con una accelerazione al +3,1% di settembre, mentre le vendite al dettaglio hanno registrato un incremento di 4,9% su anno a fronte di attese per +3,5% e dopo il +4,4% di settembre. I prezzi delle case nuove però, sempre a ottobre, sono scesi dello 0,2% su mese, la maggior flessione da febbraio 2015, mentre il sentiment del settore immobiliare del Paese risente del caso Evergrande e delle ricadute nel comparto.
In GIAPPONE l’economia secondo i dati forniti dal GDP si è contratta più rapidamente del previsto nel terzo trimestre sulla scia dei problemi alle forniture a livello mondiale che hanno avuto ricadute sull’export mentre i nuovi casi di Covid zavorrano il morale dei consumatori. Nel periodo luglio-settembre l’economia si è contratta al tasso annuo del 3,0%, contro attese per -0,8%.
In settimana avremo altri dati importanti sull’andamento sulle tendenze economiche degli Stati Uniti, in particolare con gli aggiornamenti sulla produzione industriale e le vendite al dettaglio per ottobre. Le preoccupazioni sono incentrate sulla misura in cui i problemi della catena di approvvigionamento stanno limitando la produzione statunitense e se le continue interruzioni legate al COVID-19 sembrano interessare le fabbriche cinesi. I consumi negli USA sono attesi in crescita.
L’attenzione in Europa sarà sul Regno Unito mentre la Banca d’Inghilterra valuta se iniziare ad aumentare i tassi di interesse. I dati sull’inflazione sembrano destinati a mostrare l’ulteriore accelerazione delle pressioni sui prezzi. Verificheremo se i prezzi più alti sulla spesa dei consumatori abbiano impattato negativamente sulle vendite al dettaglio, verificheremo altresì se in qualche modo stiano trasmettendo pressioni sul costo del lavoro. Alcuni approfondimenti su quest’ultimo dato saranno forniti dal rapporto ufficiale sul mercato del lavoro, che avrà un’importanza particolare data l’attenzione dichiarata dalla Banca d’Inghilterra inmerito afli effetti inflativi.
In tal senso tutte le banche centrali stanno operando un attento esame sulle dinamiche inflative, soprattutto dopo la lettura sopra le attese del dato americano risultato ai massimi dal 1990.
Questa mattina Christine Lagarde interverrà davanti alla commissione per gli Affari economici e monetari del Parlamento europeo dove pensiamo che parlerà soprattutto di inflazione. Nel pomeriggio è atteso un ulteriore intervento del vice presidente Guindos. Le scommesse sul futuro percorso dei tassi di interesse nelle principali banche centrali hanno scandito l’andamento delle ultime settimane sui mercati obbligazionari determinando una netta volatilità. Con i mercati monetari che venerdì scorso prezzavano pienamente due rialzi dei tassi di interesse da parte della Bce entro il 2022, le parole di Lagarde e de Guindos potrebbero offrire spunti interessanti. Nel nostro ultimo FX OUTLOOK RISKOO abbiamo riportato un’analisi della curva dei rendimenti per fornire un nostro contributo sullo scenario sui tassi Fed e Bce.
INCONTRO BIDEN-XI – Il presidente statunitense Biden parteciperà in giornata a un incontro a distanza con l’omologo cinese Xi Jinping, come riferito dalla Casa bianca che spera che il confronto possa appianare le divergenze tra le due super potenze. L’incontro odierno segue quello del 9 settembre scorso. Secondo i media di Stato cinesi, Xi durante l’incontro, che avverrà nella serata statunitense, avvertirà gli Usa di fare “un passo indietro” sulla questione di Taiwan.
I recenti eventi monetari hanno contribuito ad alzare la volatilità sui mercati valutari, materie prime e tassi. Quelli azionari invece sembrano ancora impassibili all’evoluzione del quadro inflativo.
L’eur usd è sceso sotto quota 1,1530 aprendo una nuova finestra operativa la cui fascia di oscillazione dovrebbe spostare le negoziazioni fissando un cap a 1,1550 ed un floor in direzione del nostro obbiettivo 1,13 eur usd. La scorsa primavera abbiamo considerato nel nostro Outlook tale ipotesi presupponendo l’avvio del tapering e la possibilità che sia la Fed, tra le grandi banche centrali, la prima ad avviare una linea di policy monetaria più restrittiva.
Un altro tema da monitorare riguarda il posizionamento tendenziale della sterlina in virtù delle riposte che la BoE sta indicando per far fronte alle pressioni inflative. Il cambio eur gbp sta confermando da mesi le nostre attese. Nei prossimi giorni seguiremo l’eventuale ritorno degli scambi verso la base dell’attuale attuale range, 0,8430 eur gbp, in quanto riteniamo probabile un suo breakout e la prosecuzione dei valori in direzione del nostro obbiettivo indicato nell’ultimo Outlook.
Le monete commodity_based potrebbero subire qualche presa di beneficio dopo il loro lungo rally. Il rublo ha toccato area 80 testando un importante obbiettivo di prezzo da cui si sono già viste le prime azioni di taking profit. Ci aspettiamo un break up di 83,60 e l’avvio di correzione per 87 eur rub.
In settimana produrremo l’aggiornamento del nostro WB COMMODITY PERSPECTIVES. Sarà l’ultimo aggiornamento del 2021, in quanto a dicembre elaboreremo l’Outlook 20/22. Le commodity industriali sono ancora inserite in un contesto correttivo, in linea con le indicazioni fornite nei nostri studi di scenario. Il Brent ed il petrolio in generale sta avviando anch’esso un’azione correttiva. Questa settimana il mercato apre definitivamente sotto la soglia 82 usd/bar confermando da un lato la pressione dei realizzi, dall’altro la possibilità di ritracciare i precedenti rialzi sino a quota 77/76 usd/bar. Questa è da ottobre la nostro view più ottimista sull’andamento dei prezzi del greggio. Come abbiamo scritto nei nostri rapporti mensili più recenti, per catturare un segnale di inversione definitiva dei prezzi del greggio dovremmo poter rilevare valori inferiori a quota 75 usd. Non lo escludiamo ma tale condizione è ancora oggetto di nostre valutazioni.
Invece restiamo fiduciosi sulla possibilità che i prezzi del Gas Naturale europeo possano confermare la loro tendenza al ribasso. Il contratto future di riferimento TTF, trattato al ICE e scambiato in Olanda, dopo il picco a 160 eur/kilowatt fissato ad inizio ottobre sta scendendo. Ha violato quota 80 eur ed ora oscilla tra 60 ed 87 consolidando un fascia di scambi che dovrebbe spingere i valori a 40 per completare il ribasso a medio termini in area 30/27 eur/bar.
Qualora il ridimensionamento dei prezzi delle materie prime dovesse confermare la nostra linea previsionale, dovremmo avere un impatto positivo sulle pressioni inflative. I rendimenti dei governativi a 10 anni in realtà iniziano ad evidenziare parziali cedimenti in valore. Il 10 anni DE Bund dopo aver fissato un potenziale massimo a quota -0,10% ha aperto una nuova correzione. Ci aspettiamo che nelle prossime settimane possa – addirittura – scendere nuovamente verso area -0,45%. questo aiuterebbe al 10 anni BTP di ritracciare il recente rialzo in direzione di 0,70%. In un quadro ancor più fiducioso non escludiamo anche un ritorno dei valori in direzione dei minimi segnati durante l’estate a 0,50%.
Non è chiaro se il riequilibrio dei recenti eccessi sia generato da un progressivo lento ritorno verso la – normalità – oppure se sconta rallentamenti macro dovuti ad eventi esogeni.