Market mover week L’ultima settimana di giugno concentra il flusso dei dati più significativi nella giornata di venerdì 3 giugno con la pubblicazione delle statistiche occupazionali negli Stati Uniti. In Eurozona invece avremo diversi dati sull’inflazione aggiornata al mese di maggio (martedì) che saranno letti attentamenti dal Consiglio BCE che giovedì 9 giugno si riunirà per decidere sui tassi. Completano la lettura dei dati macro più significativi i rapporti sui PMI. Essi seguono le indicazioni relative al mese di mese di aprile, dove era stato messo evidenza il calo della produzione manifatturiera globale in un momento di stallo nella crescita dei nuovi ordinativi.
La sintesi dei PMI di maggio ha segnalato tensioni sulla crescita economica, particolarmente sotto pressione nelle principali economie sviluppate, a causa delle pressioni sui prezzi. Questa settimana avremo un dettaglio su scala globale sia per il settore manifatturiero che per i settori dei servizi. Tuttavia segnaliamo che a differenza di altre aree, l’indice S&P Global Flash dell’Eurozona PMI ha evidenziato un allentamento delle pressioni sui prezzi rispetto al picco di aprile , pur rimanendo forti rispetto agli standard storici.
Venerdì l’U.S. Bureau of Labour Statistics pubblicherà il rapporto di maggio sul mercato del lavoro. Il consensus elaborato da Refinitiv indica un aumento di 350.000 dipendenti escluso il settore agricolo, con il tasso di disoccupazione che scende al 3,5% e la crescita media del costo del lavoro che accelererà allo 0,4% su base mensile. Ciò contribuirà ancora una volta a tenere alta l’attenzione della Federal Reserve sul tema dell’inflazione. Le condizioni del mercato del lavoro rimangono positive sul lato dell’offerta, in tensione su quello dell’aumento dei costi orari. Ciò fornirà ulteriori elementi al Consiglio per procedere con nuovi strette dei tassi.
In settimana avremo la riunione di politica monetaria della Bank of Canada. In qualche modo l BoC ha sempre anticipato le mosse della Fed. Pertanto dopo l’aumento di marzo, prevediamo un altro aumento di 50 punti base.
Il calendario economico concentra in Asia una serie di dati lagging piuttosto significativi a partire dalla lettura del GDP di India ed Australia.
In Cina invece avremo la lettura del PMI manifatturiero con un aggiornamento sulle condizioni economiche dopo i nuovi vincoli sanitari imposti dalla diffusione di Omicron. Questi dati uniti a quelli elaborati su scala globale sulle aspettative per produzione e nuovi ordinativi del comparto manifatturierio saranno quindi analizzati attentamente in sovrapposizione a quelli relativi ai tempi di consegna dei fornitori per ottenere una guida completa sui fondamentali della domanda e dell’offerta per i prezzi delle materie prime. Il loro andamento dipenderà dal grado in cui persistono i blocchi sanitari in Cina, i cui effetti hanno notevolmente contribuito a rimettere in discussione il ritorno verso un quadro di riferimento più regolare. In generale si teme che a causa delle tensioni geopolitiche da un lato ed il riflusso della pandemia dall’altro possa raffreddare nuovamente la ripresa dei consumi, soprattutto se le pressioni inflazionistiche sul costo della vita rimarranno elevate.
Il grado in cui l’espansione globale, alimentata dalla riapertura delle economie dopo l’allentamento delle restrizioni pandemiche , può essere sostenuta dipenderà anche dalla misura in cui la domanda dei consumatori potrà continuare ad espandersi in futuro.
I mercati azionari dopo una significativa correzione al ribasso si stanno prendendo una pausa di consolidamento. Dopo 13 settimane di movimento riflessivo dai massimi (Standard & Poor 500), di cui 8 negative, la scorsa si è chiusa con una reazione piuttosto significativa. Ciò ha portato ad una pausa delle tensioni e soprattutto dell’avversione al rischio. Sarà sufficiente per la banche centrali? tutte impegnate a controllare le dinamiche inflattive prodotte da una convergenza di squilibri che vedono nell’aumento dei multipli e dei prezzi delle commodity una delle ragioni per cui si trovano a combattere tensioni difficili da riportare su un piano più bilanciato? Non escludiamo a breve un ritorno verso area 4300 dell’indice S&P 500.
Temiamo tuttavia che il lavora da svolgere non sia ancora completato.
COMMODITY
Venerdì sera il rame al CME, Chicago Mercantile Exchange, ha chiuso le sessione poco sopra quota 4,30 usd, molto vicino all’area tecnica 4.35 usd livello che delimita al momento il tentativo di ricostruire un segnale di ripresa del rialzo, dopo la formazione del picco a marzo fissato a quota 5,01. Il rame, al pari del greggio, ha forti valenze tecniche sui mercati in quanto costituisce una sintesi tra finanza ed economia reale. Il suo andamento esprime un notevole valore informativo nei nostri modelli di valutazione.
Nello specifico pensiamo che il contenimento in questa fase della reazione sotto area 4,35 possa costituire un segnale di conferma che la congiuntura correttiva non sia esaurita.
Il Brent, in linea con quanto scritto nel Market Mover Week Monitor di lunedì, questa mattina sta collaudando anch’esso i livelli che riteniamo possano delimitare il rialzo in corso. Eventuali ritorni sotto area 114 usd potranno ristabilire la distribuzione dei corsi propedeutica ad una nuova spinta verso area 100 usd/bar dove da tempo collochiamo il punto da violare per aprire un ciclo riflessivo dei prezzi.
POLITICA MONETARIA Market mover week
I segnali che cerchiamo su rame e petrolio consentirebbero alle banche centrali di fissare un punto significativo nel contrastare l’inflazione. Per alimentare quindi tali aspettative dovranno favorire un a tenuta delle condizioni di avversione al rischio. Soltanto in questo modo potranno avere ragione sull’inflazione e dimostrare di avere ragione nel sostenere il loro Outlook che vede un graduale raffreddamento delle tensioni sui prezzi il prossimo anno. Più i mercati si proteggono dal rischio più facilitano la loro opera, meno sono costrette a far salire i tassi d’interesse.
Su questo fronte ci avviciniamo alla riunione del 9 giugno della BCE e la settimana successiva della FED. Mentre la Federal Reserve dovrebbe confermare un ulteriore rialzo di 50 bp, la BCE appare impegnata a riportare in positivo i tassi d’interesse entro la fine del 3° trimestre. L’inflazione di maggio, di cui avremo la lettura flash domani martedì, impatterà notevolmente nelle analisi del Board motivando in caso di lettura superiore al 7.6% l’avvio del rialzo dei tassi.
Al momento nel mercato si scontano già diverse manovre, sono previsti almeno 4 rialzi da parte delle BCE, mentre si tende ad escludere ritocchi oltre i 25 bp.
FOREX
L’euro ha reagito a queste aspettative capitalizzando una reazione positiva. In linea con le nostre attese, dopo un’iniziale fase di incertezza, il cambio eur usd ha costruito un rimbalzo importante proprio verso la nostra area di verifica del trend dominante. Ci aspettiamo in fatti che i corsi possano collaudare quota 1.0800/1,0850 la prossima settimana in occasione del meeting della BCE. Come indicato in più occasioni il ritorno su tali livelli rappresenta un importante stress test per il mercato e soprattutto per gli operatori economici. Seguiremo la reazione dei mercati alle decisioni della BCE in tempo reale, alle 16.00 dopo la conclusione della conferenza stampa di Christine Lagarde con la diretta streaming, INSIDE CENTRAL BANK in collaborazione con AITI, l’Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa.
Nella scorsa edizione, a conclusione della due giorni della Federal Reserve, avevamo proprio messo l’accento sulla reazione dell’euro a 1.0850, postuma alla discesa verso area 1,04. L’importanza della reazione è data, secondo le nostre valutazioni, dagli impatti che potrebbe determinare sulla lettura del ciclo operativo della divisa europea a medio termine. Daremo una risposta a questo tema, che sarà al centro di ogni nostra valutazione, proprio a seguito delle linee giuda fornite dalle due banche centrali a giugno.