Ci sono molti elementi di valutazione presenti sul tavolo questo inizio di settimana. Nell’ordine partono dalle note di geopolitica e per interazione a quelle economiche con inflazione, politiche monetarie, catene di distribuzione, per finire con la possibile rischio di distruzione della domanda in un ambiente in cui al momento è proprio quest’ultima a tenere a galla la performance economica.
Partendo da quest’ultima considerazione i mercati temono che proprio l’aumento dell’inflazione, che colpisce in modo particolare i servizi ed a seguire i bene di consumo, rischi di assorbire la capacità di spesa del mass market in un momento in cui i tassi di crescita della spesa salgono al ritmo più veloce degli ultimi dieci anni.
In effetti osservando la performance dei mercati azionari appare netta l’avversione al rischio in un clima in cui tutti gli elementi sopra elencati interagiscono in modo distruttivo al clima di fiducia. Nella recente tornata di trimestrali sugli utili del primo trimestre, gli investitori azionari statunitensi hanno ulteriormente declassato le proprie aspettative anche nei confronti degli utili aziendali per il secondo trimestre, motivando la tesi sulla base della sensibilità degli earnings ai tassi di interesse nonché sui timori per la distruzione della domanda a causa delle maggiori pressioni inflazionistiche e degli sviluppi globali in corso.
Il calendario macro economico della settimana offrirà l’opportunità di verificare alcuni dati – coincident – al ciclo utili per fare un fact-checking su vendite al dettaglio e produzione industriale per USA e Cina relativi al mese di aprile. In Eurozona avremo invece la pubblicazione del dato sul GDP ed inflazione relativi al primo trimestre. Anche il Giappone, Thailandia e Singapore riporteranno i dati sul GDP.
GLOBAL MANUFACTURING PMI
Nel nostro rapporto dedicato all’andamento delle materie prime, abbiamo messo in evidenza l’andamento dei sondaggi PMI sui comparti manifatturieri e servizi. Il quadro emerso dalla lettura degli indici evidenzia un sentiment del comparto industriale sotto tono, con un tasso di caduta dell’indicatore Global Manufacruring PMI piuttosto marcato. Come sopra scritto la perdita di momentum è stata mitigata dall’ottima tenuta dei servizi. Da qui l’attenzione da parte delle banche centrali per l’andamento dell’inflazione. Si teme che un’eccessiva persistenza della crescita dei prezzi possa compromettere la tenuta dei consumi in crescita dopo l’uscita sostanziale dalla fase di diffusione della variante Omicron (Cina esclusa).
L’attività economica cinese ha registrato in effetti un brusco rallentamento nel mese di aprile a causa delle pesanti ripercussioni delle restrizioni anti-Covid su consumi, produzione industriale e occupazione, alimentando i timori di una possibile contrazione nel secondo trimestre.
A marzo e aprile sono state imposti lockdown totali o parziali in decine di città – tra cui una prolungata chiusura nell’hub commerciale di Shanghai, dove da oggi qualche attività comincia a riaprire con gravi interruzioni alle catene di approvvigionamento. Secondo dati diffusi stanotte, le vendite al dettaglio hanno subito una contrazione dell’11,1% annuo ad aprile, la più grande dal marzo 2020 e peggiore delle previsioni.
La produzione industriale è scesa del 2,9% contro attese a +0,4%, nel maggior calo da febbraio 2020. La banca centrale cinese ha rinnovato oggi i prestiti a medio termine in scadenza mantenendo invariato il tasso di interesse per il quarto mese consecutivo, come atteso, ma i mercati si aspettano prossime misure di allentamento a sostegno dell’economia, in decisa controtendenza rispetto agli altri principali istituti.
In Europa si guarda con molta attenzione all’andamento dei prezzi dell’energia. Il loro andamento ha fornito il maggior contribuito al rialzo dell’inflazione. Come risulta evidente dalla tabella pubblicata dall’Ufficio studi BCE, risulta evidente il contributo fornito dal rialzo dei costi dell’energia che a sua volta contamina direttamente quelli del trasporto.
Secondo diversi media, l’Ue si appresta a rivedere le stime di crescita dell’Eurozona per il 2022, con un drastico taglio generalizzato rispetto alla sua ultima previsione sul Pil di febbraio, che si attestava al 4%. Nelle nuove previsioni economiche di primavera che Bruxelles presenterà stamani l’Italia dovrebbe perdere circa un punto e mezzo di Pil rispetto al 4,1% prospettato a febbraio. A pesare sulla crescita dell’intera zona euro è principalmente l’impatto economico della guerra in Ucraina.
FOREX MARKET Diversamente dalle nostre attese, l’eur usd non ha avviato la reazione attesa dopo il primo approfondimento in area 1,04 intaccata dopo la Fed. La scorsa settimana abbiamo infatti visto una ulteriore discese dalle negoziazioni verso quota 1,0350. Riteniamo tuttavia ancora valide le ragioni per cui sosteniamo l’apertura di una reazione dell’euro. Al momento l’attività di trading sta cercando di riportare i valori sopra quota 1,04 per rilanciare il cambio verso 1,05/1,0635 dove collochiamo i due livelli tecnici di resistenza verso cui il mercato potrebbe rinnovare le proprie attenzioni.
Il dollaro rimane comunque forte. Al momento tendiamo a collocare l’attuale percorso all’interno di una fase di consolidamento governata dalla necessità di riequilibrare il forte ipercomprato registrato con gran parte delle divise, ad eccezione del rublo. Per gli approfondimenti sui singoli corss valutari chiedete il nostro FX RISKOO ANALYTICS.
COMMODITY GAS – A pochi giorni dalle nuove scadenze sui pagamenti di gas russo, l’Ue apre alla possibilità per le aziende europee di procedere assecondando le richieste di Mosca, pur senza violare le sanzioni.
La Commissione sta anche ponderando l’eventualità di derogare alle regole sulla concorrenza, consentendo ai governi di fissare un tetto massimo ai prezzi per i consumatori nel caso di un’interruzione totale delle forniture di gas russo, ha scritto nel fine settimana il quotidiano tedesco Welt am Sonntag, citando un documento Ue sugli “interventi a breve termine sul mercato dell’energia”. La scorsa settimana avevamo elaborato un potenziale segnale di perdita di momentum delle quotazioni del future Dutch TTF sul Gas Naturale proveniente dalla Russia. Le notizie sulla chiusura del gate polacco di Sokhranivka aveva riportato i prezzi nella parte alta del range che stiamo osservando. Il ritorno nuovamente verso area 95 mantiene aperta l’opzione attesa per la cui conferma attendiamo almeno una chiusura giornaliera delle contrattazioni sotto area 90 eur mwh.
Il PETROLIO BRENT, per effetto delle notizie che colpiscono i mercati, è ritornato sulla prte alta del range 113 usd bar senza peraltro chiudere all’ipotesi di una correzione dei prezzi che rimane comunque vincolata, sotto il profilo tecnico, al breakout di area 100 usd.
Per ulteriori dettagli sull’andamento dei metalli industriali vi rimandiamo alla lettura del nostro ultimo rapporto completo dedicato alle commodity.