LA FED VERSO IL RIALZO DEI TASSI
La Banca centrale europea nella riunione dello scorso giovedì ha avviato una normalizzazione molto graduale della politica monetaria. Si tratta di un processo più lento di quanto alcuni operatori di mercato si aspettavano dopo gli annunci rilasciati in quella di febbraio. Ecco cosa ha deciso oggi la BCE:
- Conferma della fine del Programma di acquisto di emergenza pandemica (PEPP) entro fine marzo.
- Conferma di un aumento dell’Asset Purchase Program (APP) a 40 miliardi di euro al mese ad aprile, dagli attuali 20 miliardi di euro.
- Una riduzione degli acquisti nell’ambito dell’Asset Purchase Program a 30 miliardi di euro a maggio ed a 20 miliardi di euro a giugno.
- Una fine de facto degli acquisti netti di attività nel terzo trimestre, fatta salva la lettura di dati che alimentino l’aspettativa di prospettive inflative più deboli dopo la conclusione dei programmi di acquisto attività.
- La formulazione secondo cui i tassi ufficiali potrebbero aumentare “poco dopo” la fine degli acquisti netti di attività è stata sostituita da “qualche tempo dopo”.
- È stata mantenuta aperta l’opzione di estensione delle operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine (TLTRO).
Questa settimana si riuniranno le banche centrali degli Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Indonesia e Taiwan.
FED RIALZO TASSI
I banchieri centrali saranno chiamati a rispondere agli impulsi inflativi a cominciare dalla Federal Reserve. Jerome Powell ha confermato anche negli ultimi interventi pubblici che darà il via al ciclo di rialzo dei tassi. La curva dei Fed Funds sconta un rialzo tra 25-50 bp. Ma non possiamo togliere tal tavolo delle decisioni segnali di rallentamento che la guerra sta velocemente riportando sulla scena globale. La propensione al rischio degli investitori è crollata nelle ultime settimana. Gli indici di borsa europei e mondiali sono ampiamente scesi dai loro massimi di fine dicembre. Quelli europei hanno ritracciato il 50% del rialzo maturato all’indomani della prima ondata pandemica (marzo 2020). Lo Standard & Poor 500 pur conservando un miglior rapporto di forza relativa è sceso anch’esso sui livelli che il nostro modello profila con segnali di estrema criticità 4200/4150.
Ai segnali prodotti dai venti di guerra si stanno ora aggiungendo rinnovati segnali su una nuova diffusione di varianti covid in Cina. Shenzhen, uno dei porti con il più elevato traffico di container in Cina e nel mondo, è ora bloccato. Le quotazioni dei valori Benchmark per i noli marittimi sono ritornate a salire dopo il forte ribasso registrata ad inizio anno.
Le preoccupazioni sulla Cina salgono anche per i rischi legati alla possibile inclusione del paese alle sanzioni comminate alla Russia a causa del soccorso tecnico accordato dalla PBoC. Il China Foreign Exchange Trade System ha comunicato in una nota che la Banca centrale cinese raddoppierà la banda di oscillazione per le negoziazioni yuan rublo, in dissociazione delle misure di embargo imposte dai paesi occidentali, per migliorare i flussi di liquidità sulla divisa russa. Ciò si confronta con un precedente limite del 5%.
Il limite del 10% si rapporta con il 5% per la maggior parte delle coppie di valute estere dello yuan onshore. L’ultima volta che la Cina ha ampliato la banda di scambio per una valuta estera è stato nel 2014, quando ha raddoppiato l’intervallo consentito per dollaro-yuan al 2%.
Nel frattempo, la BoE e la CBC dovrebbero unirsi alla Fed in settimana per aumentare a loro volta i tassi ufficiali. L’eventuale aumento dei tassi segnerà per la BoE il terzo consecutivo, una mossa messa in campo per affrontare l’inflazione in contrapposizione all’aumento dei prezzi al consumo di gennaio che ha fissato il massimo degli ultimi 30 anni. Anche la CBC di Taiwan dovrebbe avviare un rialzo dei tassi. L’ipotesi è che lo faccia seguendo un percorso graduale a causa delle incertezze che gravano nell’area sotto il profilo geopolitico.
Per completare il quadro dei più significativi dati macro presenti nel calendario di questa settimana riportiamo la pubblicazione delle vendite al dettaglio e produzione industriale di febbraio per Eurozona,Usa e Cina.
I mercati stanno rispondendo alle sollecitazioni con un grado di elevata volatilità.
FOREX L’eur usd in attesa della Fed (rialzo tassi) e dopo la BCE si sta posizionando nel range 1,09-1,1120 con un livello intermedio a 1,10. Come abbiamo indicato nell’INSIDE CENTRAL BANK, il live streaming in cui commentiamo le decisioni delle banche centrali ed il loro impatto sui mercati, l’euro dovrebbe confermare la propria debolezza in virtù dell’avversione al rischio dei mercati e della divergente linea di policy monetaria tra le due banche centrali. Osservando la disposizione del diagramma FED RIALZO TASSI DOT PLOT tracciato al Fomc di febbraio, l’aspettativa sul potenziale rialzo dei tassi nel 2022 prevede uno scenario che contempla sino a sette aumenti di 25 pb, seguiti da quattro aumenti trimestrali nel 2023, per un tasso terminale del 2,75-3%.
Giovedì alle 9.00 commenteremo le decisioni che la Fed comunicherà mercoledì sera alle h. 20, dopo la due giorni del FOMC di mar 15 e merc 16 (per iscriversi INSIDE CENTRAL BANK). Riceverete l’invito entro le 19,00 di mercoledì sera.
Sul mercato Forex abbiamo osservato un ritorno di forza del dollaro anche nei confronti del cny, dopo un prolungato periodo di apprezzamento della divisa cinese, pure nella marginalità concessa al cambio. Nel corso dei prossimi giorni dovremo monitorare se tale debolezza, oltre a rafforzare il dollaro, possa indebolire in generale le monete del pacif rim. Sarà inoltre ancor più importante verificare il ruolo della Cina nell’ambito degli ancoraggi valutari. Russia e Cina stanno lavorando da molto tempo per ridurre il ruolo di centralità del dollaro nelle transazioni internazionali. Il soccorso lanciato dalla PBoC alla Russia potrebbe rappresentare un ulteriore passo di ricerca esplorativa in tal senso. Qualora l’azione dovesse essere percepita su tale dimensione dovremmo attenderci nel prossimo futuro una qualche reazione da parte degli Stati Uniti.
COMMODITY Il mercato quota un elevato grado di volatilità negli scambi giornalieri su tutti le commodity a partire da quelle energetiche. Il Brent future sta velocemente perdendo momentum dopo il picco flash segnato a 140 usd/bar la scorsa settimana. Ci aspettiamo un ritorno dei prezzi a 100 usd questa settimana ed un potenziale breakout della quota psicologica, al di sotto della quale sono posizionati numerosi ordine di vendita su posizioni speculative. L’evento produrrebbe un’immediata correzione dei prezzi verso a rea 85/80 usd/bar. Nelle ultime sessioni si sono verificate correzioni di prezzo anche sul future del Dutch TTF Natural Gas quotato all’ICE. Affinché la discesa assuma un carattere significativo in termini di stabilità, dobbiamo assistere a ribassi che si spingano anche in questo caso oltre la soglia 100/90 eur/mwh.
Anche i prezzi dell’acciaio hanno subito una battuta d’arresto dopo il picco della scorsa settimana. Le quotazioni al Platts del future sullo Steel Scrap hanno subito prese di beneficio. Siamo ancora lontani dai picchi che in precedenza erano stati fissati lo scorso anno, a fine primavera, a quota 531. La guerra e le relative forniture dal porto di Mariupol continuano a pesare sui prezzi. L’Italia importa all’incirca il 14% del fabbisogno di acciaio dall’Ucraina.
Nell’ambito dei metalli non ferrosi trattati al LME il nichel rimane sospeso dalle quotazioni.