Nelle ultime 24 ore abbiamo assistito alle reazioni del mercato all’intervento della BCE ed alla decisione di elaborare un nuovo programma di credit easing.
All’annuncio seguirà a partire da settembre sino a marzo 2021 la messa in opera delle aste di liquidità a condizioni favorevoli tasso zero.
In linea con quanto avevamo scritto la banca centrale cerca tra le varie cose di capitalizzare al massimo gli esiti delle proprie azioni di politica monetaria, annunciando provvedimenti con esecuzioni diluite nel tempo.
Un primo effetto significativo l’ha ottenuto: l’euro si è indebolito violando l’area 1.1260 per fissare un minimo temporaneo a 1.1190. Da qui, in linea con la consuetudine operativa, il mercato ha avviato un collaudo del breakout proponendo un test tecnico dei livelli violati per certificare o meno il compimento della violazione e l’apertura di una nuova fase tendenziale.
In parallelo abbiamo registrato lo stesso comportamento anche nel caso della sterlina: l’eur gbp aveva anticipato la’evento eur usd violando a sua volta l’importantissima quota .8630, salvo ritornare a certificarne la riuscita con un pull-back da .8535 ad .8660 e ritornare nuovamente a spingere al ribasso l’euro in un momento in cui in Inghilterra la discussione su Brexit si fa ancora più aspra. In teoria mancano pochi giorni alla dead line per l’attivazione dell’articolo 50 del Trattato. La prossima settimana (oggi verrà fissata la data) è previsto un altro voto del Parlamento inglese, la premier May ha detto che Londra continuerà a fronteggiare una situazione di incertezza e potrebbe non lasciare mai l’Ue se i parlamentari dovessero votare contro l’accordo di Brexit negoziato con Bruxelles. Questa mattina verranno nel frattempo pubblicati i dati relativi al Pil ed alla produzione manifatturiera della GB. Si attendono valori in decrescita.
Venerdì quelli relativi all’occupazione USA si sono rivelati decisamente al di sotto delle attese: da una media di 180.000 nuovi occupati (escluso il settore agricolo) il dato ha evidenziato una crescita minima pari a 20.000 unità. Ad onor del vero sono stati rivisti al rialzo le precedenti statistiche mensili di gennaio e dicembre. Ma al di là delle giustificazioni l’esito per febbraio impressiona.
Di seguito riportiamo l’andamento degli indici PMI Markit sul sentiment globale delle imprese del comparto servizi e manifatturiero. Al momento la loro tendenza, salvo per i servizi appartenenti alle economie avanzate, risulta ancora inseriti in un quadro riflessivo. Nel report mensile, WB PERSPECTIVES MARZO, abbiamo messo in evidenza il dettaglio dell’andamento degli indici PMI che riportano lo stato di fiducia delle imprese servizi/manifatturiero ed il livello di attesa per l’export globale. Sono dati che gli uffici studi delle banche centrali prendono in considerazione per elaborare le loro analisi.
La prossima settimana nell’aggiornamento del Currency Report di Riskoo aggiorneremo l’andamento complessivo del quadro con un dettaglio settoriale mettendolo in riferimento alle linee di policy monetaria delle varie BC.