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La scorsa settimana, a seguito delle aspettative sulle prospettive di crescita, abbiamo visto un primo cedimento dell’euro contro il dollaro con il breakout di 1,10. In realtà l’euro ha iniziato a perdere momentum dopo la riunione della BCE. Il rialzo dei tassi operato dalle principali banche centrali (FED, BCE, BOE) ha ulteriormente raffreddato le aspettative sulla crescita. Negli Stati Uniti il GDP relativo al primo trimestre è cresciuto sotto i livelli di consensus, mentre in Eurozona abbiamo visto un declino significativo della produzione industriale.
I mercati azionari non hanno scontato sui prezzi tali effetti, probabilmente mediando l’attuale livello raggiunto dai tassi con le probabilità che la FED possa già intervenire in autunno con almeno due tagli in grado di riportare i Fed Funds al 4,75%.
Lo scenario rimane incerto nelle prospettive di crescita
Le probabilità che il ciclo economico evolva in direzione di una fase recessiva sono sensibilmente aumentate nelle ultime settimane. Lo spread tra il 10 anni Treasury ed i Fed Funds a 3 mesi tendono a confermare tale ipotesi.
Venerdì, il presidente della Fed, Jerome Powell, e l’ex capo della Fed, Ben Bernanke, parteciperanno a una tavola rotonda proprio sulla politica monetaria. Vedremo se emergeranno indicazioni utili a comprendere la visione dei due banchieri.
Tra i Market Mover ritornano le trattative per il Debt Ceiling
Nel frattempo l’attenzione generale sarà catturata dal dibattito sul tetto del debito USA. I colloqui tra il Presidente Joe Biden e i principali legislatori sull’innalzamento del tetto del debito di 31.400 miliardi di dollari dovrebbero riprendere questa settimana, dopo che la riunione prevista per venerdì è stata rinviata per consentire allo staff di continuare le trattative. La scadenza del 1° giugno è alle porte, qualora non si raggiungesse un accordo tra il Congresso e l’Amministrazione USA si innescherebbe un possibile default degli Stati Uniti. I mercati guarderanno alle trattive che si riaprono questa settimana per superare lo stallo sull’innalzamento del limite di indebitamento.
I nuovi dati sui sondaggi ZEW aggiornano le aspettative sulla crescita in Germania
Martedì l’Eurostat rilascerà per l’Eurozona la revisione dei dati sul PIL del primo trimestre. La crescita dovrebbe attestarsi allo 0,1%. Il consensus di mercato teme che il rallentamento della crescita possa risolversi in una recessione nel corso dell’anno. Attesi quindi, sempre martedì, i sondaggi dell’Istituto ZEW, in merito alle condizioni degli affari e del sentiment della Germania, la maggiore economia della regione.
Anche in Eurozona lo spread tra il 10 anni e l’Euribor a tre mesi sconta un significativo rallentamento della crescita.
Ciò nonostante a margine dell’ultima riunione della BCE, Christine Lagarde, come abbiamo fatto notare nella nostra diretta streaming INSIDE CENTRAL BANK, ha lasciato intendere che la Banca Centrale non ha ancora completato il programma di rialzi. Ciò nonostante dopo la conferenza stampa l’euro ha iniziato a perdere momentum contro diverse monete, tra cui il dollaro.
Abbiamo notato un breakout tecnico nei confronti della sterlina piuttosto significativo. L’euro ha perso terreno anche nei confronti di altre monete appartenenti all’area anglosassone (AUD NZD), come pure nei confronti del dollaro USA, confermando quanto avevamo anticipato durante l’analisi che avevamo fatto in merito ai contenuti delle decisioni della BCE durante l’ultimo
INSIDE CENTRAL BANK. Continuiamo a pensare che nel breve il range che stiamo osservando da inizio anno possa governare ancora le negoziazioni ed far converse il cambio verso la sua mediana. Non escludiamo che il tratto lungo della curva dei tassi dell’Eurozona possa perdere ulteriore momentum: ci aspettiamo che l’IRS a 10 anni avvii un collaudo di quota 2,85/80%, completandolo con un ribasso verso area 2,50%, dove collochiamo il punto sotto il quale troverebbe conferma l’inversione in atto del ciclo rialzista dei tassi.
Il sentiment economico su scala globale migliora
Tuttavia gli indicatori di sentiment delle imprese PMI su scala globale tendono a confutare tali prospettive, evidenziando un recupero di fiducia piuttosto significativo. L’attività manifatturiera e quella dei servizi sono cresciute ad un ritmo importante nell’ultimo periodo, anche se emerge dalla lettura dei sondaggi una crescente divergenza settoriale. La crescita più robusta del comparto dei servizi, in particolare nel settore dei servizi al consumo, dove si è registrata una domanda in crescita, contrasta ampiamente con la performance manifatturiera, benché la produzione sia aumentata per il terzo mese consecutivo. Mentre i nuovi ordini sono rimasti in territorio di contrazione, il risanamento delle catene di approvvigionamento globali ha consentito il miglioramento della performance della produzione. Ciò detto, la mancanza di crescita della domanda rimane preoccupante, soprattutto se l’impennata della domanda di servizi diminuirà nei prossimi mesi.
Ci aspettiamo ulteriori ribassi del tasso d’inflazione
Sul fronte dell’inflazione stiamo raccogliendo continue conferme sul ribasso dei prezzi delle commodity energetiche. Da quando avevamo previsto lo scorso 2 settembre l’inversione della tendenza al rialzo dei prezzi del Gas europeo, TTF, abbiamo verificato tutti i target di prezzo stimati al ribasso avvicinando la soglia dei 30 eur mwh. Come indicato nel nostro WB COMMODITY PERSPECTIVES, ci aspettiamo che i valori possa scendere sino a 20 eur mwh annullando di fatto tutti i rialzi successivi alla ripresa post Covid.
Di pari passo sono scesi i prezzi relativi al PUN (Prezzo Unico Energia Elettrica) Al momento siamo molto vicini alla soglia dei 100 eur mwh, lontani dal picco segnato a 740 eur mwh lo scorso agosto.