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GLOBAL PMI EXPORT ORDERS IN DIMINUZIONE

GLOBAL PMI EXPORT ORDERS IN DIMINUZIONE AD AGOSTO

i Nel mese di agosto gli indicatori Global  PMI relativi agli Export Orders e Manufactoring perdono ulteriore valore consolidando rilevazioni sotto quota 50. Il riverbero delle tensioni politiche  sugli scambi commerciali su scala globale continua ad influenzarne l’andamento. Riflessi negativi si sono manifestati anche tra le aspettative degli investitori. La volatilità di agosto ha lasciato segni piuttosto netti sul grado di tensione presente sui mercati. Essi hanno evitato il peggio in quanto protetti dall’azione dei regulators.

Ha giocato in favore della tenuta dei listini azionari l’aspettativa per la messa in opera di nuove imponenti misure di stimolo monetario. Gli investitori hanno già prezzato in parte tali attese scontando sui prezzi la loro conferma esecutiva. Il 12 settembre la BCE non potrà deludere tali attese. Ci attendiamo un pacchetto di misure superiori per volumi al precedente QE, 2500 miliardi di euro.

Il quadro economico si è ulteriormente esacerbato, mettendo in evidenza un’ulteriore caduta del livello degli scambi commerciali, rafforzando in tal modo il quadro macro economico verso il quale l’ultimo Board della BCE aveva fatto riferimento per assumere l’iniziativa di cui sopra.

L’indice PMI sull’export globale ha ceduto ulteriore valore nel mese di agosto.

 

GLOBAL PMI EXPORT ORDERS
GLOBAL PMI EXPORT ORDERS DIMINUISCE AD AGOSTO

Ovviamente la correlazione tra gli indicatori PMI New Export Orders e Manufaturing risulta elevata, pertanto il deterioramento del loro valore sotto quota 50 preoccupa i mercati finanziari ed anche quelli reali.

Cina e Stati Uniti hanno rinviato a fine anno l’introduzione di nuove misure restrittive sui dazi reciproci, attenuando la morsa del decadimento degli aggregati commerciali. Ma il clima rimane avvelenato dal perdurare, nel caso della guerra commerciale sino americana, del tasso di cambio usd cny sopra quota 7-6.95.  Vi è il concreto rischio che, come abbiamo scritto nel mese scorso, i valori possano essere spinti in direzione di 7,40 usd cny. Tale rischio rimane aperto e quindi prezzato dai mercati fintantoché le negoziazioni quoteranno valori superiori alla fascia indicata. Come abbiamo scritto in più occasioni, la permanenza del cambio sopra 6.95-7 costituisce il segnale più tangibile della persistenza del confronto politico.

La debolezza dello yuan rischia di riverberarsi anche nei confronti dell’euro. Come scriviamo nell’Outlook di settembre 8.10 eur cny costituisce una barriera tecnica significativa. qualora la si dovesse superare entrerebbero in gioco ulteriori elementi di criticità relativi alla debolezza dello yuan.

L’euro nei confronti del dollaro cade a ridosso del nostro target 1.10 nonostante le ripetute sollecitazioni prodotte dai twitter di Donald Trump sull’eccessiva forza del dollaro e sulla conseguente necessità da parte della Fed di intervenire.

Il confronto in campo valutario rimane sintomo di tensioni sia sul piano commerciale che quello geopolitico. Secondo le nostre analisi è destinato a perdurare. L’intervento atteso delle banche centrali a settembre può esacerbare gli squilibri nei flussi di capitale cross border. I movimenti che ci attendiamo costituiscono le premesse per ulteriore volatilità a riflessi operativi anche per il 2020. L’autunno coincide con la programmazione commerciale e  definizione dei cambi di budget per il prossimo esercizio.

La pianificazione del rischio di cambio costituisce una leva significativa nell’azione di Enterprise Risk Management. 

 

 

ENTERPRISE RISK MANAGEMENT