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LE PRINCIPALI DECISIONI DI POLITICA MONETARIA DELLA SETTIMANA

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MARKET MOVER

 

 

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LE PRINCIPALI DECISIONI DI POLITICA MONETARIA DELLA SETTIMANA

 

BCE – Aumenta, intanto, la convinzione che Francoforte mantenga un approccio di politica monetaria “dovish”, vista la crescente paura di una seconda ondata di Covid-19. Numerosi i recenti commenti in questo senso da parte di autorevoli esponenti della banca centrale, ultimo in ordine di tempo il capo economista Philip Lane, che ieri ha sottolineato come la priorità debba essere il contenimento dell’epidemia. Da registrare che, ieri, sono stati collocati solo 174,5 miliardi di euro nella nuova operazione Tltro III a tre anni contro la cifra record di 1.300 miliardi di tre mesi fa, segno che le banche della zona euro hanno al momento abbondante liquidità.

In arrivo oggi, nel pacchetto di dati diffusi dalla Bce, i numeri sul portafoglio dei titoli di Stato nazionali delle banche con sede in Italia ad agosto. Il dato andrà confrontato con i 448,613 miliardi di euro di luglio, quando si era registrato il nuovo massimo storico.

FED – Oltreoceano, il presidente Jerome Powell ha ribadito la necessità di ulteriori aiuti governativi alle famiglie statunitensi, segnalando il crescente rischio di un’ondata di sfratti e insolvenze sui mutui “in un futuro non troppo lontano”. Non sono intanto tranquillizzanti gli ultimi dati sull’occupazione Usa, un indicatore che è nei radar della banca centrale: le nuove richieste settimanali di sussidi sono salite a 870.000, oltre le attese. Sul fronte delle politiche fiscali, i dem lavorano alla Camera ad un pacchetto di stimolo da 2.200 miliardi di dollari che potrebbe essere votato la prossima settimana, mentre i casi di Covid negli Stati Uniti hanno superato i 7 milioni (più del 20% del totale mondiale).

G7 – Come proposto proprio dal Fmi – il G7 dei ministri finanziari, che si riunisce in video-call oggi, potrebbe dare il proprio placet ad un’estensione del programma di moratoria del debito per i Paesi più poveri colpiti dalla pandemia. L’allungamento, come riferito da tre diverse fonti, potrebbe essere di sei mesi contro i 12 pensati dal Fondo.

LE ALTRE BANCHE CENTRALI

NORGE BANK NORVEGIA –  La NB non ha modificato la propria linea di politica monetaria nel corso del meeting mensile. Mentre la previsione sui tassi d’interesse punterebbe ancora verso un inasprimento (NB ha aggiornato il percorso dei tassi di interesse per la fine del 2022 allo 0,21% contro lo 0,16% segnalato in precedenza), la guidance  è stata più cauta, con l’NB che dice che i tassi rimarranno  agli attuali livelli nei prossimi due anni.

SNB SVIZZERA – Nessun cambiamento di politica monetaria per la SNB, che sembra ancora aspettare di vedere come evolverà lo scenario.Il Board ha anche annunciato che la Banca pubblicherà i dati sul volume dei suoi interventi sul mercato dei cambi su base trimestrale anziché solo su base annuale. La banca centrale svizzera non ha cambiato la sua politica monetaria in questa riunione. Il tasso di riferimento è ancora a -0,75% e il franco è ancora descritto come “molto apprezzato”. Dall’incontro di giugno, il franco svizzero si è deprezzato nei confronti dell’euro ma si è apprezzato nei confronti del dollaro. La banca centrale, quindi, rimane nella stessa posizione, indicando che “resta disposta a intervenire con più forza sul mercato dei cambi”. Ciò implica che intende ancora utilizzare l’intervento sul mercato dei cambi come strumento principale della sua politica monetaria nei prossimi mesi.wb advisors

BANIXO MEXICO – Ha tagliato il tasso ufficiale di 25 punti base al 4,25% nella riunione del 24 settembre in linea con le aspettative di politica monetaria della maggior parte degli analisti e con i prezzi di mercato impliciti.  La decisione è stata unanime e la dichiarazione ha rilevato che lo spazio di manovra è “stretto”. La Banca ha evidenziato le recenti pressioni inflazionistiche che hanno visto l’inflazione CPI attestarsi al 4,10% a / a nella prima metà di settembre, ma ha rilevato rischi considerevoli nel breve e medio termine e che “l’equilibrio dei rischi per la prevista traiettoria dell’inflazione rimane incerto. ”  Nella nostra anteprima abbiamo notato che “non è ancora finita” e nonostante la Banca abbia assunto una posizione notevolmente meno accomodante nella riunione odierna, riteniamo che il ciclo di allentamento non sia ancora finito. Riteniamo che l’output gap si ridurrà molto più lentamente e la mancanza di domanda peserà sulle pressioni sui prezzi nei prossimi mesi con settembre che probabilmente segnerà il picco. Rimaniamo del parere che il tasso di policy scenderà al di sotto del 4% nel primo trimestre del prossimo anno.

TCMB TURCHIA – La banca centrale turca ha inaspettatamente aumentato il tasso repo a 1 settimana  di 200 punti base al 10,25%. Sebbene prevedessimo un aumento del tasso di 150 punti base nel tasso della finestra di liquidità, abbiamo anche sostenuto che “sarebbe molto più produttivo fornire una decisione di politica monetaria che prevedesse nel contempo un aumento del tasso in termini adeguati ed aumentare il tasso repo a 1 settimana. L’USD  TRY è precipitato da circa 7,70 a un minimo intraday a 7,5572 prima di rimbalzare a 7,63.

IN ATTESA DEL WORLD ECONOMIC OUTLOOK

FMI – Una nota positiva arriva dal Fmi che vede l’orizzonte economico globale meno cupo di quanto non fosse tre mesi fa, citando dati macro confortanti dalla Cina e da altre economie avanzate. Il Fondo pubblicherà il suo prossimo World Economic Outlook il 13 ottobre. Nelle ultime stime di giugno ipotizzava una contrazione dell’economia mondiale pari al 4,9% quest’anno.

 

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