LE PAROLE PASSANO DOPO JH E G7, I NUMERI RESTANO E CONFERMANO LA FASE RIFLESSIVA
Quest’anno il mese di agosto si è rivelato per ciò che rappresenta per i mercati: volatilità. Dalle parole di JH e G7 si passa ai fatti. Ed i fatti attesi sono, come scriviamo nell’Outlook di settembre, le azioni concrete che gli operatori attendono da BCE e Fed. I numeri macro economici confermano la prosecuzione di una fase riflessiva anche per i prossimi mesi, avallando le aspettative per nuovi stimoli monetari.
Il grafico, aggiornato con le rilevazioni di agosto, sul comparto manifatturiero di Usa, EU e Japan, non lasciano dubbi sul rallentamento in itinere.
La Germania conferma per il secondo trimestre una rilevazione negativa del GDP, -01%, portando la proiezione annua a base zero. Ieri l’indice di fiducia IFO tedesco ha evidenziato l’ennesimo dato negativo.
Nel frattempo i mercati, dopo la severa risposta di venerdì, riservata all’inasprimento delle tensioni USA Cina ed alle proteste della Casa Bianca verso la Fed rea di mantenere elevato il cambio del dollaro, recuperano momentum. Lo Standard & Poor 500 si è fermato ad un passo dal nostro segnale di alert 2820, avviando una reazione che rischia di rimanere tale se i mercati dimostreranno di sfruttare il recupero per liquidare ulteriormente le posizioni in portafoglio, delimitando quindi il rimbalzo sotto area 2920.
L’attesa per l’azione accomodante delle banche centrali anima il recupero facendo leva sulle precedenti esperienze. Ma, come ci chiediamo nell’Outlook di settembre, gli effetti di un nuovo piano sincronizzato di QE potrebbe risultare meno efficace, nonostante i rumors riportino per la BCE la programmazione di volumi superiori a quello sviluppato nel triennio 2015-18.
Gli osservatori sostengono che la reazione faccia leva sulle dichiarazioni di D Trump in merito alla volontà del Governo cinese di ritornare nuovamente a trattare sulle tariffe. Anche qui i numeri ci dicono che alle parole non seguono fatti concreti: il cambio usd cny continua a rivalutare il dollaro. Siamo sopra quota 7.10 usd cny. Temiamo che il target indicato nei nostri rapporti di fine primavera abbia, oltre le basi tecniche, anche quelle politiche per essere verificato.
Il mercato dei cambi rimarrà volatile ed estremamente sensibile agli umori dei policy maker. Il dollaro, inevitabilmente al centro di ogni riflessione tecnica, per le sue caratteristiche intrinseche continuerà a tenerci impegnati. Non c’è dubbio.