Questa settimana si terranno diversi incontri delle banche centrali. L’attenzione si concentrerà sulla BCE intenzionata a confermare le attese per un ulteriore rialzo dei tassi. Le attese sono distribuite in una forchetta tra 50 3 75 bp. Si prevede un aumento di 75 bp anche dal Board della Bank of Canada; mentre La BoJ (Giappone), la BCB (Brasile) e BCR (Russia) non dovrebbero toccare i tassi.
LO SCENARIO DI RIFERIMENTO PER IL CONSIGLIO BCE
Il contesto macro economico entro cui prenderà decisioni il Consiglio BCE rimane sostanzialmente simile a quello di settembre. Gli indicatori di fiducia hanno continuato a calare mentre i dati effettivi indicano una possibile contrazione moderata della crescita dell’eurozona nel terzo trimestre. Le proiezioni sui prossimi due trimestri si sono ulteriormente offuscate. Rimangono sempre elevati i livelli di incertezza dovuti agli sviluppi delle tensioni nell’Eastern Europe con le relative ricadute sulle forniture e prezzi dell’energia e di altre commodity provenienti dall’area. L’esatta trasmissione dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime su crescita e inflazione e le risposte della politica fiscale costituiscono variabili critiche, ancorché non del tutto chiare. Nel vertice UE appena concluso sono state tracciate alcune linee politiche che necessitano di ulteriori messe a punto.
In ogni caso il quadro complessivo evidenzia un netto ribasso dei prezzi del gas misurato sia nel benchmark Dutch TTF, sia nel contratto PSV. Le quotazioni del future sul Dutch TTF, quotato nella piattaforma THE ICE, prezza questa mattina in apertura a 100 eur mwh, ovvero prossimo ai livelli di obbiettivo (aggiornati nel segmento 100/90), che, contrariamente a quanto molti media segnalavano, con molta forza avevamo indicato il 2 settembre all’indomani del vertiginoso rialzo a 350 euro.
Quota 95 euro rappresenterà nei prossimi giorni il mid point di riferimento per tutti gli attori che seguono l’andamento dei prezzi e sui quali prendono le loro decisioni di orientamento.
In sovrapposizione al ribasso dei prezzi del Gas Naturale, il PUN, Prezzo Unico Nazionale dell’Energia Elettrica, ha fissato un minimo in area 100 euro, anche in questo caso sui livelli target stimati dal nostro modello previsionale.
Accanto ai recenti ribassi dei prezzi dell’energia europea, dobbiamo unire quelli relativi alle quotazioni del petrolio. Con altrettanta difficoltà i valori scambiati sono scesi nelle direzioni previste dal nostro modello, 80 usd/bar, riprese temporaneamente dalla reazione costruita prima del vertice Opec+. La decisione di ridurre la produzione nominale di 2 mil di barili al giorno per il momento non ha sovvertito le dinamiche riflessive del mercato. L’eventuale (nuova) violazione al ribasso di quota 90 usd/bar per il Brent tenderà a rafforzare il segnale riflessivo in atto. Su questo punto la contrapposizione tra il cartello Opec e gli USA tenderà ad acuire le tensioni, con gli Stati Uniti impegnati a raffreddare anch’essi, come l’UE i prezzi dell’energia.
Su questo punto le banche centrali hanno concentrato la loro azione restrittiva con l’obbiettivo di frenare l’inflazione attraverso il rallentamento della domanda. Osservando le dinamiche dei prezzi industriali è possibile evincere un segnale più ottimistico di quanto si possa raccogliere nei media. Gli effetti dell’azione monetaria risulta visibile dalla lettura del grafico sottostante sull’allentamento della pressione dei prezzi unita alla contrazione dei nuovi ordinativi elaborato da S&P Global.
Inoltre le quotazioni dei metalli industriali quotati sia nei mercati occidentali (CME e LME) che in alcuni orientali (Shanghai Future Exchange) evidenziano andamenti negativi sia in rapporto ad inizio anno (YTD) che in relazione ai valori quotati anno su anno (Y).
Il rovescio della medaglia dell’azione monetaria promossa dalle banche centrali presenta sul fronte economico un sensibile raffreddamento delle dinamiche della domanda e quindi della crescita.
Questi dati forniranno il quadro di riferimento su cui il Consiglio BCE prenderà la decisione sui tassi ed esporrà il proprio orientamento sulle decisioni future in termini di policy monetaria. Il governatore, Christine Lagarde, potrebbe anche esprimere maggiori incertezze sull’opportunità di mantenere un outlook restrittivo durante la conferenza stampa di giovedì pomeriggio. Il deterioramento del quadro macro potrebbe portare i rendimenti obbligazionari sulla parte lunga della curva a scendere, scontando quindi le attese per una fase recessiva.
Alle 16.00 commenteremo le decisioni BCE nella diretta streaming organizzata con AITI, l’Associazione Italiana Tesorieri d’Impresa, INSIDE CENTRAL BANK (link registrazione). Durante la diretta faremo il punto sugli effetti che la decisione produrrà sull’andamento dell’euro nei confronti del dollaro e delle principali divise.
IL QUADRO MACRO ECONOMICO
In settimana avremo molteplici aggiornamenti sull’andamento del PIL relativo al terzo trimestre 2022. Potremo misurare in retrospettiva le condizioni macroeconomiche della Cina continentale, Stati Uniti, Germania, Francia e Corea del Sud. Di converso i dati PMI flash offriranno una visione prospettica aggiornata delle aspettative sull’andamento della crescita globale per il mese di ottobre che coincide con l’inizio di questo quarto trimestre.
Avremo quindi i PMI flash sulle tendenze macro per l’Eurozona (Francia, Germania, Italia e Spagna), gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Giappone e l’Australia. Le rilevazioni più recenti hanno messo in evidenza una perdita di momentum della produzione alimentando timori su una potenziale fase recessiva.
I dati PMI uniti a quelli sul PIL forniranno quindi il quadro di base su cui le banche centrali prenderanno le loro decisioni sui tassi ed in particolare forniranno la loro visione sull’orientamento di policy monetaria.