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LA GRANDE SPECULAZIONE

L’azione speculativa fa parte del DNA dei mercati. Fa leva su condizioni di eccesso tra un fattore di rischio specifico ed un risultato atteso.

Come noto, i fattori di rischio specifico provengono principalmente dai mercati dell’energia: gas, petrolio.

ENERGY TREND

Il primo, in particolare quello europeo, trattato nella piattaforma THE ICE, si riferisce all’andamento del Dutch TTF, il secondo è trattato in diversi mercati specializzati assumendo come benchmark principale due prodotti: il Brent Oil ed il WTI (West Texas Intermediate).

Il rialzo dei prezzi dell’energia in Europa in particolare, costituisce la causa ultima (in ordine di fattori e tempo) che sta alimentando le spinte inflative.

Il loro rialzo prende corpo con la ripresa delle attività dopo la conclusione della prima fase dei blocchi sanitari Covid, alla fine della primavera del 2020.

In quella fase tutte le commodity sono trascinate al rialzo sulla base di aspettative che vedevano in combinato la ripresa della domanda con i le note difficoltà presenti nelle catene di fornitura globale. Quindi forte domanda ed offerta in ricostruzione hanno animato la prima grande speculazione dei mercati.  La presenza di abbondante liquidità garantita dalle banche centrali ha fornito la benzina per accendere il fuoco speculativo causando il rialzo dell’inflazione nei mercati finanziari prima e reali dopo con un effetto diretto di trasmissione dei prezzi.

LA POLITICA MONETARIA DELLE BANCHE

Le banche centrali per un lungo periodo di tempo hanno sostenuto la tesi che i fattori che avevano scatenato l’inflazione fossero di natura transitoria. Per cui la loro azione di contrasto si è materializzata in ritardo, soltanto quando le condizioni di eccesso concretizzavano i rischi inizialmente disattesi.

La Federal Reserve ha avviato il primo rialzo dei tassi a marzo di quest’anno annunciando il Tapering per il mese di maggio. La BCE invece ha avviato il suo primo rialzo dei tassi a luglio.

La linea di policy monetaria assunta dalle banche centrali, in particolare dalla Fed, ha contribuito a far raffreddare i prezzi delle commodity industriali (metalli) ed agricole.

Al LME le quotazioni del rame dopo i picchi fissati attorno quota 10.750 usd sono scesi sino a 7.000 usd. Ampiezze altrettanto significative si sono viste anche sull’acciaio e sull’alluminio.

Quanto abbiamo assistito al LME o al COMEX non si è visto sul mercato dell’energia, benché ancor prima della guerra in Ucraina avevamo assistito ad altrettanti picchi su natural gas e crude oil.

La loro persistenza a confermare nuove spinte rialziste, ha ridotto notevolmente gli effetti di contrasto promossi dalle banche centrali.

Negli  Stati Uniti, la Fed ed il Dipartimento del Tesoro, stanno operando per raffreddare le quotazioni del greggio. In Europa non vediamo alcuna strategia per contrastare la grande speculazione sul prezzo del gas.

PETROLIO: BRENT OIL

Dalla scorsa primavera sosteniamo che i prezzi del Brent future siano destinati, ovviamente con tutto il comparto petrolifero, a subire una correzione significativa. Dopo il picco tra 125/130 usd/bar abbiamo tracciato uno scenario correttivo orientato a verificare 80 usd/bar (Market Mover Monitor 25 apr 2022).

Il mercato dopo aver costruito un minimo a 91.50 ha aperto una reazione per  verificare la tenuta di 102.50 dove riteniamo transiti il livello che delimita il percorso che dovrebbe portare i valori verso il target 80 usd/bar. Pertanto restiamo fiduciosi sulla prosecuzione della correzione che sta dominando nel breve le contrattazioni. E’ chiaro che anche su questo strumento si stanno confrontando i rapporti di forza tra USa e grandi paesi users verso produttori come Arabia Saudita, Russia ed altri membri dell’Opec+.

 

LA GRANDE SPECULAZIONE
WB ANALYTICS: BRENT OIL TREND

NATURAL GAS: DUTCH TTF

Le quotazioni del Natural Gas europeo e nello specifico il future sul Dutch TTF, eletto come strumento benchmark per la definizione dei prezzi sul mercato consumer europeo,  beneficiano di condizioni di eccesso, prodotte dalla crisi geopolitica UE-Russia, che determinando un rischio specifico alimentano il risultato atteso: la grande speculazione. Essa si scatena in Europa per effetto del differenziale tra i costi energetici tra Ue ed Usa, dove il rapporto è esponenziale 300 contro 24 usd/mwh.

Mentre gli stoccaggi procedono secondo gli obbiettivi programmati in termini quantitativi, l’effetto elastico, generato dal gioco di un’offerta ad intermittenza,  ha creato un swing rialzista sui prezzi oltre ogni logica industriale.

C’è stato un momento in cui ci eravamo illusi della possibilità che tale logica potesse avere ragione sulla bolla speculativa, ma abbiamo dovuto ricrederci quando da 90/80 eur mwh toccati agli inizi di giugno il mercato ha spinto i valori oltre la nostra soglia di allerta 95 & 105 eur mwh. Nel WB MARKET MOVER WEEK ci siamo  spinti a fissare un target di breve a 320 euro. Il mercato l’ha bruciato dopo pochi giorni!

Ci sembra che tra 320/335 si possa formare un cap nel breve ed aprire una reazione al ribasso, mentre siamo giunti alla fine della pausa produttiva di agosto.

Tuttavia per raffreddare la grande speculazione dobbiamo confidare in quello che ci sembra essere nel breve l’unica via d’uscita: l’azione diplomatica. Le alternative al gas russo non sembrano praticabili se non oltre il 2023.

LA GRANDE SPECULAZIONE
WB ANALYTICS: NATURAL GAS DUTCH TTF

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