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LA FEDERAL RESERVE RIMANE SEMPRE ACCOMODANTE

RISKOO MONITOR

MARKET MOVER

La Federal Reserve rimane sempre accomodante: ha lasciato la politica monetaria invariata con il tasso obiettivo dei Fed funds mantenuto entro un range dello 0-0,25%. Ci sono state alcune speculazioni sul fatto che la Fed potrebbe fare più QE o potrebbe concentrare i propri acquisti di asset all’estremità lunga della curva per aiutare a mantenere un cap sui costi di indebitamento.

Jerome Powell ha dichiarato che il programma di stimoli verrà attuato senza una data di chiusura predefinita. L’obbiettivo è quello di assistere i mercati ad libitum, ovvero sino a quando la crisi sanitaria lo riterrà necessario.

Questo tema è stato ripreso durante la conferenza stampa con il presidente della Fed Powell che ha commentato che mentre il flusso di notizie sui vaccini è chiaramente positivo, ci sono sfide in corso per l’economia e potrebbero ancora fare di più per sostenere la ripresa – qui menziona effettivamente la possibilità di acquistare di più asset o spostando la durata degli acquisti di obbligazioni.

Pensiamo, come scritto ieri, che la Fed in tutta la sua dimensione politica sia preoccupata di mantenere i rendimenti sul 10 anni sotto quota 1%. Un rialzo oltre tale soglia potrebbe limitare l’efficacia dell’azione stimolativa. I mercati valutari alle prime battute hanno comprato dollari salvo poi rivenderli in chiusura di sessione sino a lambire quota 1,22. Pensiamo che i mercati valutari stiano osservando l’andamento della curva dei rendimenti statunitensi. Fintanto che la Fed rimane fedele alla sua politica di obiettivo di inflazione media, l’irripidimento della curva dei rendimenti manterrebbe attiva la debolezza del dollaro.

Lo diciamo perché il recente declino del dollaro è stato guidato dal trading di reflazione, basato sul presupposto che la Fed voglia mantenere il tasso di riferimento  reale profondamente negativo come mezzo per raggiungere i suoi obiettivi principali di inflazione media del 2% e massima occupazione . Fintanto che la Fed non toccherà il breve termine – o fornirà alcun suggerimento per ridurre gli stimoli (tapering) – temiamo che il trading  di reflazione possa ancora guidare i mercati forex con la BCE che a quel punto dovrà inventarsi soluzioni più robuste per evitare una eccessiva rivalutazione dell’euro.

Soltanto un significativo aumento dei rendimenti a 10 anni degli Stati Uniti sopra l’1% potrebbe, ora come ora, rappresentare  la più grande minaccia per le posizioni corte in dollari. Ma un netto aumento dell’1% è tutt’altro che scontato. E con l’economia statunitense che dovrà affrontare ulteriori venti contrari nei prossimi mesi, la politica della Fed molto accomodante  rischia di  mantenere il dollaro offerto. Infine In base alle nuove stime trimestrali di Federal Reserve, il Pil Usa dovrebbe flettere del 2,4% quest’anno rispetto al -6,5% stimato a giugno, per tornare a crescere nel 2021 con un +4,2%, in miglioramento dal 4% previsto a settembre.

 

ALTRE NOTIZIE

BANK OF ENGLAND E BOJ – A metà giornata appuntamento con le decisioni di politica monetaria della Banca centrale britannica al termine del meeting in un momento particolarmente delicato per i negoziati sull’accordo commerciale per la Brexit. Stando alle attese Reuters, l’istituto centrale non dovrebbe apportare modifiche né ai tassi né al quantitative easing dopo il potenziamento del programma di acquisto varato il mese scorso. A inizio mese un esponente del board ha detto che l’istituto può tagliare i tassi leggermente al di sotto dello zero e deve essere pronto a implementare rapidamente il proprio stimolo se necessario.

Nella notte ha preso il via anche il meeting di Bank of Japan che si concluderà domani. Le attese convergono su una conferma dell’attuale politica monetaria anche se l’istituto potrebbe estendere una serie di provvedimenti che puntano ad allentare le tensioni sui finanziamenti alle aziende oltre la scadenza di marzo. Intanto, riporta il Nikkei, il Giappone aumenterà le emissioni di bond governativi nel prossimo anno fiscale per finanziare un bilancio superiore a 1.000 miliardi di dollari su cui pesano i costi per combattere la pandemia.

EUROGRUPPO – Al termine della riunione dei ministri delle Finanze, il commissario Ue Paolo Gentiloni ha detto che la zona euro dovrebbe iniziare a mostrare segnali di ripresa economica nel primo trimestre del prossimo anno, anche se i nuovi lockdown come quelli imposti in Germania e nei Paesi Bassi indicano che la regione dovrà affrontare un inverno difficile. I ministri delle finanze della zona euro hanno concordato che le politiche fiscali dovrebbero rimanere di sostegno per tutto il 2021 e hanno convenuto che dovrebbero essere mirate e di natura temporanea. Sempre ieri, il presidente della vigilanza europea Andrea Enria ha spiegato che la Bce intende tornare a un regime “normale” per la distribuzione dei dividendi da parte delle banche vigilate dopo il 30 settembre 2021.

INTERVENTI BCE – Da monitorare i discorsi degli esponenti del board di Francoforte Isabel Schnabel e Luis de Guindos, nonché quello di Pablo Hernández de Cos.

NFLAZIONE FINALE ZONA EURO – Unico appuntamento di rilievo dal lato macro europeo, la lettura finale dell’inflazione del blocco di novembre. Le attese sono per una conferma a perimetro sia mensile che annuo della stima ‘flash’, in ambo i casi a -0,3%. A ottobre il dato aveva visto a livello congiunturale un incemento di 0,2% e a livello tendenziale un calo di 0,3%.

MARKET MOVER

FOREX – l’eur usd all’apertura della sessione asitica viola definitivamente al rialzo la resistenza 1,2180 confermando la propria forza sui mercati. si stanno ora profilando parziali condizioni di ipercomprato. dollaro. l’eventuale sostegno a breve si colloca ora in area 1,20 mentre il nuovo punto tecnico su cui sono presenti potenziali ordini di chiusura di posizioni lunghe di euro transita sotto 1,2060.

GREGGIO – I futures sul Brent salgono dell’1,14% a 51,66 dollari al barile, i futures Nymex dell’1,21% a 48,4 dollari.

TREASURIES – Si stabilizzano i governativi Usa, con il tasso del benchmark decennale sui mercati asiatici in area 0,921%, rispetto alla chiusura Usa a 0,92%.

BTP – Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund riprende oggi da 108 punti base, sui minimi da inizio aprile 2016, e il tasso del decennale di riferimento da 0,51%. 

EURIBOR 3 MTH – L’Euribor (-0,5516) continua a rimanere  orientato sempre al ribasso confermando la violazione del recente minimo fissato la scorsa settimana a -0,5481%.