TAPERING: La Fed annuncia piani per iniziare a ridimensionare gli acquisti di asset
FED TAPERING – Con una mossa ampiamente prevista, la Federal Reserve ha annunciato ieri sera che ha deciso di avviare il ridimensionamento degli acquisti di asset alla fine di questo mese. La Fed ha affermato che prevede di ridurre i suoi 120 miliardi di dollari di acquisti mensili di obbligazioni nella misura di 15 miliardi al mese, citando a supporto della decisione gli ulteriori progressi sostanziali che l’ economia ha compiuto verso i suoi obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi.
La Fed con il tapering ritiene che le riduzioni nel ritmo degli acquisti di attività nette siano appropriate, tuttavia ha affermato di essere pronta ad adeguare il ritmo degli acquisti se giustificato dai cambiamenti nelle prospettive economiche. A prima vista, la riluttanza a preannunciare l’intero piano di tapering mensile fissando una data di conclusione per la metà del 2022, potrebbe essere considerata accomodante. Rimane aperta l’ipotesi che la componente dei cosiddetti falchi rappresentata in Consiglio, possa voler accelerare il tapering all’inizio del prossimo anno, in particolare nel caso in cui l’inflazione dovesse continuare a salire più del previsto.
Nella dichiarazione che annuncia la decisione, la Fed ha affermato che gli indicatori dell’attività economica e dell’occupazione hanno continuato a rafforzarsi. La dichiarazione ha anche riconosciuto che gli squilibri della domanda e dell’offerta legati alla pandemia e alla riapertura dell’economia hanno contribuito a considerevoli aumenti dei prezzi in alcuni settori, sebbene la Fed abbia continuato a descrivere come transitori i fattori che portano all’inflazione elevata. La Banca centrale ha affermato di aspettarsi che i tassi di interesse rimarranno a livelli prossimi allo zero fino a quando le condizioni del mercato del lavoro non avranno raggiunto livelli coerenti con le sue valutazioni di massima occupazione e di rientro dell’inflazione, benché ritenga tollerabile che superi moderatamente il 2% per qualche tempo.
I mercati invece scommettono che la Fed sarà costretta ad aumentare rapidamente i tassi nel momento in cui il suo programma di QE risulterà ridimensionato. Continuiamo ad aspettarci che a partire dalla seconda metà del 2022 aumentino le probabilità che il Board proceda con il rialzo dei tassi. Siamo altrettanto convinti che il Consiglio tema di avviare un’azione più aggressiva in quanto dubita che possa colpire la ripresa, correndo il rischio di commettere un errore politico di valutazione del quadro. Nella sua conferenza stampa, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha sottolineato che la decisione di iniziare a ridurre gli acquisti di asset non riflette un segnale diretto sulla politica dei tassi di interesse. “Continuiamo ad articolare un test diverso e più rigoroso per le condizioni economiche che dovrebbero essere soddisfatte prima di aumentare il tasso sui fondi federali”, ha affermato ieri sera Powell, sostenendo che c’è ancora molto da fare per raggiungere la massima occupazione sia in termini di occupazione che di partecipazione.
Alle 10:30 Wlademir Biasia commenterà per il canale tv FINANZA NOW gli effetti della decisione sui mercati e sul quadro economico.
La decisione non ha sortito particolari effetti sul cambio eur usd. Tuttavia ne ha modificato il bias tecnico di breve termine. Pensiamo che l’atteggiamento meno hawkish della Fed possa trattenere ancora il cambio all’interno della fascia 1,1530-1,700 nel brevissimo termine, senza modificare la struttura del ciclo tendenziale a medio lungo. Abbiamo comunque confermato nell’Outlook operativo il nostro punto di controllo ai due limiti della banda indicata. La violazione di 1,1530 rappresenta un trigger favorevole al biglietto verde, viceversa quota 1,17/1,1725 eur usd.
In compenso il mercato delle commodity ha registrato ieri in attesa della Fed un ulteriore passo nella direzione della correzione al ribasso delle quotazioni primarie. Si noti come nell’ultimo mese, in alcuni casi, e nell’ultima settimana in generale i prezzi abbiano subito vere e proprie correzioni. Questo è in linea con la previsioni che abbiamo formulato nei nostri ultime tre rapporti mensili sulle commodity, WB COMMODITY PERSPECTIVES.
Il segmento che più si è dimostrato resiliente alla correzione è quello del petrolio. Il Brent sta cedendo soltanto in queste ore quota 82 usd/bar. Ci aspettiamo da una conferma odierna del breakout che i prezzi possano correggere a breve verso area 77/76 usd/bar. Mentre il Gas europeo sta scendendo verso gli obbiettivi attesi. La buona notizia è che abbiamo visto una conferma del nostro Outlook anche sul ridimensionamento dell’indice primario che traccia l’andamento dei noli marittimi: il Baltic Dry Index. Dai massimi fissati a quota 5650 i valori sono scesi a questa mattina del 45% ovvero a quota 3180.