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INFLAZIONE USA VS PRODUZIONE UE

INFLAZIONE USA E PRODUZIONE ZONA EURO Questi sono i market mover del giorno, uniti alla risposta che il mercato attende sulla percezione del rischio dopo i sell_off di questi giorni che ha visto un robusto declino delle medie giornaliere sul mercato azionario.

L’attenzione del mercato è rivolta quindi ai numeri sull’inflazione statunitense relativi al mese di aprile.  I dati saranno messi a fuoco per comprendere quale potrebbe essere l’impatto sul percorso futuro della politica monetaria sui stimoli e sui tassi di interesse della Fed. Le attese sono per un incremento di 0,2% su mese e di 3,6% su anno da confrontare rispettivamente con il +0,6% e con il +2,6% del mese precedente. Il presidente della Fed di St. Louis Bullard ha detto di aspettarsi che l’inflazione possa raggiungere la soglia del 2,5% il prossimo anno, mentre la collega Lael Brainard ha detto che i dati sui payroll della scorsa settimana mettono in evidenza come la strada per la ripresa sia ancora lunga. Il primo conferma la Sua posizione piuttosto hawkish, la seconda invece ribadisce una linea più attendista.

In mattinata, prima del dato Usa, Eurostat pubblica i dati sulla produzione industriale della zona euro, dopo quello italiano relativo al mese di marzo che, diffuso ieri, ha mostrato un calo a sorpresa -0,1% m/m, +37,7% a/a.

BTP E PRIMARIO ZONA EURO – Riferimenti per l’avvio odierno i 111 punti base del premio al rischio tra Italia e Germania sul segmento decennale e lo 0,95% per il tasso del decennale di riferimento. La scorsa seduta ha visto il tasso del decennale tedesco salire al massimo da marzo 2020 e quello della controparte italiana al nuovo massimo da metà settembre a 0,95%. Sul fronte primario, oltre all’Italia si attiva anche il Portogallo che offre 1-1,25 miliardi in titoli di Stato ottobre 2031, cedola 0,3% e ottobre 2035, cedola 0,9%. Ieri l’esponente Bce Knot ha detto che la Bce continuerà a fornire un ampio sostegno all’economia anche quando il programma Pepp sarà terminato.

Tra i dati di giornata spiccano inoltre quelli appena pubblicati in Giappone in merito al LEADING INDICATOR: a marzo il leading indicator nipponico ha messo a segno un incremento di 4,3 punti rispetto a febbraio.

MARKET MOVER

PRINCIPALI MARKET MOVER IN CALENDARIO

  • RIUNUIONE CONSIGLIO BCE nessuna decisione attesa
  • RIUNIONE CONSIGLIO RIKSBANK SVEZIA nessuna decisione attesa
  •  ZONA EURO
    Produzione industriale marzo (11,00) – attesa 0,7% m/m; 11,6% a/a.
  • GERMANIA
    Prezzi al consumo finali aprile (8,00) – attesa dato nazionale 0,7% m/m; 2,0% a/a; dato armonizzato 0,5% m/m; 2,1% a/a.
  • GRAN BRETAGNA
    Stima Pil marzo (8,00) – attesa 1,3% m/m; 1,0% a/a.
    Produzione industriale marzo (8,00) – attesa 1,0% m/m; 2,8% a/a.
    Produzione manifatturiera marzo (8,00) – attesa 1,0% m/m; 3,8% a/a.
    Bilancia commerciale marzo (8,00) – attesa -14,40 miliardi.
    Stima Pil trim1 (8,00) – attesa -1,6% t/t; -6,1% a/a.
  • USA
    Prezzi al consumo aprile (14,30) – attesa 0,2% m/m; 3,6% a/a.
    Scorte settimanali prodotti petroliferi Eia (16,30).

MARKET MOVER

FOREX – In attesa dei dati sull’inflazione Usa l’eur usd quota alle h. 8,00 in area 1,2125-1,2130 in calo dello 0,16%, dopo aver chiuso a 1,2146. Alla stessa ora dollaro/yen a 108,83, in rialzo di 0,21% dopo una chiusura a 108,61 e il cross euro/yen scambia in rialzo di 0,02% a 131,97 (chiusura a 131,95). Continua il braccio di ferro di rialzisti e ribassisti sull’eur usd. Il range di verifica quota un cap a 1,2175/80 ed un floor sin area 1,2120.

Un ritorno del cambio al disotto della fascia inferiore spingerebbe i traders a stoppare gli acquisti delle ultime ore, mentre per registrare un segnale più concreto dovremmo attendere l’eventuale breakout di 1,20. Sul fronte opposto permangono pressioni verso la parte alta del range. Tuttavia soltanto un break up di 1,2180 darebbe impulso ad ulteriori buy order.

GREGGIO – Prezzi in aumento sul calo delle scorte Usa, leggermente inferiore alle attese, certificato dai dati Api.  Attorno alle 7,40 i derivati sul Brent scambiano in rialzo di 12 cent a 68,67 dollari il barile, e quelli sul greggio Usa sono in rialzo di 13 cent a 65,41 dollari il barile. Come abbiamo segnalato nel nostro WB Perspectives il Brent sta per raggiungere il target in area 70 usd.

TREASURIES – Governativi Usa piatti negli scambi asiatici. Il decennale di riferimento ha un rendimento di 1,624%. I valori rimangono ancora inseriti a nostro avviso in quadro orientato al consolidamento. Ieri nonostante le vendite sul mercato azionario i rendimenti sui governativi benchmark sono frazionalmente saliti.

MERCATI AZIONARI – Permangono a nostro avviso le condizioni di instabilità. Ieri abbiamo assistito alla prima flessione dello Standard & Poor 500 verso il sostegno 4120. Ci aspettiamo che l’offerta prevalga ancora sui mercati. Ci aspettiamo che con il break up del Vix, l’indice di volatilità del NYSE, di area 22 i prezzi dell’S&P 500 possano scivolare in direzione del principale supporto indicato nel report di fine aprile a 4000.

La flessione dell’S&P 500 polarizzerà gran parte dei segnali negativi verso tutti gli indici principali. Segnali più critici sono presenti sul comparto tecnologico e nello specifico sui semiconduttori. Ieri il Nasdaq 100 ha assorbito le perdite evidenziate in apertura, tuttavia l’area 13200 cimane al centro dell’attenzione in quanto in suo breakout spingerebbe l’indice a maturare ulteriori ribassi di ampiezza prossima al 7%.

RISKOO MARKET MOVER MONITOR