I dati sull’inflazione in primo piano dopo la riunione del FOMC della Fed
Dopo la riunione della Fed e le pubblicazioni flash del PMI di marzo, una serie di dati economici prendono il sopravvento come punti salienti da tenere d’occhio in mezzo all’aumento dello stress dei mercati finanziari. Ciò include i dati PCE core degli Stati Uniti, l’inflazione dell’eurozona e i primi dati PMI di alcune economie asiatiche. Nel corso della settimana sono intervenuti numerosi banchieri centrali: i loro speach saranno seguiti da vicino per verificare le condizioni di stabilità finanziaria.
La scorsa settimana, durante l’INSIDE CENTRAL BANK, abbiamo commentato, oltre alle decisioni della FED sui tassi, gli sviluppi della crisi delle banche invitando l’Head Country Manager Italia di UBS per avere una voce diretta sulle condizioni di mercato.
Nella riunione del FOMC la Fed, oltre ad alzare di 25 bp i tassi, si è ritagliata lo spazio di manovra per la prossima riunione impegnandosi in modo approssimativo per ulteriori rialzi qualora l’inflazione non scenda secondo le attese.
Le proiezioni sui tassi, indicati dai membri del Fomc, si sono posizionate sulla mediana obiettivo tra il 5% e il 5,25%, raggiungibile entro la fine del 2023. I dati PCE core di questa settimana, relativi a febbraio, saranno quindi analizzati per comprendere l’atteggiamento futuro della FED.
Le proiezioni sulla crescita del GDP, per il primo trimestre di quest’anno, sono attese sopra il 3% confermando comunque uno stato di salute che si posiziona sopra la percezione del mercato. I sondaggi PMI raccolti tra il 10 ed il 23 marzo (a crisi aperta) hanno evidenziato un recupero netto del Flash US PMI Composite Output Index, salendo da 20,1 a 53.3, ovvero ai massi degli ultimi 10 mesi. L’indice Flash US Services Business Activity è salito al 53.8 rispetto a 50.6. Più ancora è salito l’indicatore Flash US Manufacturing Output Index a 51.0 rispetto i valori di febbraio rilevati a 47.4. Di conseguenza il Flash US Manufacturing PMI recupera a 49.3 rispetto al precedente 47.3.
In settimana, giovedì e venerdì, avremo la pubblicazione dei dati preliminari sull’inflazione in Eurozona e negli USA. In Eurozona l’indicatore principale è atteso in ribasso al 7,2% (dall’8,5%): ciononostante l’inflazione core rimane in marginale salita al 5,7%. La dinamica inflativa negli Stati Uniti si concentra sull’indice Pce di febbraio – che verrà pubblicato venerdì – ipotizzato in decelerazione allo 0,4% su mese dal precedente allo 0,6%. Il ritmo di espansione, in termini annualizzati, si dovrebbe attestare intorno al 5%, al di sopra dell’obiettivo della Fed.
Come anticipato la scorsa settimana, nel nostro MARKET MOVER MONITOR WEEK e nella diretta streaming INSIDE CENTRAL BANK di giovedì 23, in collaborazione con A.I.T.I. , dove abbiamo commentato le decisioni di politica monetaria della FED, la curva dei tassi è scesa secondo le ampiezze stimate. In eurozona il 2 anni IRS ha fissato lunedì, in apertura, un minimo in area 3% in discesa dal 4% toccato il 10 marzo. Come scritto, ci aspettiamo una fase di consolidamento poco sopra questo livello ed un successivo declino in linea con le view stimate nel nostro ultimo report per la definizione degli scenari, FX RISKOO Outlook, a supporto del servizio di Risk Management Advisory.
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Segnali positivi in un quadro destabilizzato
La crescita degli indicatori di sentiment appoggia le proprie basi sulla tenuta del comparto dei servizi. I consumi hanno risposto più che positivamente a tutte le tensioni. Ci chiediamo tuttavia quanto tale dinamica possa reggere in un quadro fortemente alterato dalla postura sempre più restrittiva delle banche centrali. Il rialzo dei tassi, operato a marzo, riporta le quotazioni su livelli che tendono a limitare fortemente le capacità di spesa dei consumatori, a fronte di mutui sempre più onerosi, maggiori oneri per le aziende che si indebitano, minore propensione ad investire.
A questo scenario dobbiamo sovrapporre i primi segnali di rallentamento del comparto immobiliare, unito ad una politica fiscale meno accomodante che in passato. Lo stress sopportato dalle banche apre interrogativi sull’estensione dei contagi benché finora, le banche centrali da un lato e gli interventi di grandi player dall’altro, hanno evitato un avvitamento delle tensioni.
I mercati finanziari rispondono alla terza settimana critica con una pausa della volatilità
Come sempre guardiamo al quadro generale ed alle interrelazioni tra i vari segmenti del mercato per comprendere gli effetti e le reazioni sui tassi d’interesse, sui tassi di cambio e sull’andamento delle materie prime. Tutto rimane finalizzato alla lettura dello scenario in chiave proattiva e alla gestione del rischio sottostante a tali attività. Abbiamo parlato di queste interelazioni nello streaming di giovedì scorso.
TASSI Ci aspettiamo un ridimensionamento dei tassi sul tratto medio e lungo della curva. L’IRS a 2 anni dovrebbe violare la ribasso quota 3,15/3,05% ed intraprendere un movimento di ritracciamento secondo quanto indicato nei nostri report dedicati. Aspettiamo il dato sull’inflazione aggiornata al mese di marzo in Germania e le stime flash per l’Eurozona. Pensiamo che l’ulteriore discesa dei prezzi dell’energia possa portare benefici all’inflazione anche se, per poter avere riflessi altrettanto positivi su quella core (escluse energia e alimenti), dovremo attendere ancora.
FOREX L’eur usd tenderà a consolidare la fascia 1,09-1,07 a brevissimo avviando una fase di attesa per gli sviluppi inerenti all’incertezza che grava sul comparto bancario. Eventuali nuovi disordini dovrebbero penalizzare l’euro, ampliando la fascia di oscillazione sempre a breve termine tra 1,09 ed 1,0550. Anche la debolezza dell’euro sullo yen rappresenta un ulteriore segnale di tensione ancora attivo. La permanenza delle quotazioni nel tratto 143-139 rappresentano un indicatore sul grado di incertezza presente tuttora nei mercati.
COMMODITY ENERGY Le quotazioni del Brent hanno recuperato parte delle perdite accusate recentemente. Il quadro conferma tuttavia le nostre attese e stime (obbiettivo medium term 60 usd/bar).
(per gli approfondimenti potete richiedere il nostro FX Outlook Riskoo).
MARKET MOVER DI RILIEVO QUESTA SETTIMANA 13/23
Lunedì 27 marzo
Giappone Service PPI (feb)
Giappone Leading Indicator Revised (gen)
Eurozona M3 (feb)
Germania Ifo Business Climate (mar)
Martedì 28 marzo
Indice dei prezzi delle case CaseShiller negli Stati Uniti (gennaio)
Fiducia dei consumatori negli Stati Uniti (marzo)
Mercoledì 29 marzo
Germania GfK Consumer Sentiment (apr)
Giovedì 30 marzo
Clima economico nell’eurozona (marzo)
Fiducia dei consumatori nell’eurozona (marzo)
IPC tedesco (marzo, prelim)
PIL degli Stati Uniti (Q4, finale)
Richieste di disoccupazione iniziali negli Stati Uniti
Venerdì 31 marzo
IPC giapponese, Tokyo (marzo)
Produzione industriale del Giappone (febbraio, prelim)
PMI manifatturiero globale S&P di Taiwan* (mar)
Cina (continente) PMI manifatturiero NBS (mar)
Prezzi all’importazione in Germania (feb)
Vendite al dettaglio in Germania (feb)
IAPC zona euro (marzo, flash)
Tasso di disoccupazione zona euro (febbraio)
Reddito e consumi personali degli Stati Uniti (febbraio)
Indice dei prezzi PCE core degli Stati Uniti (febbraio)
Sentiment dell’unità di misura degli Stati Uniti (marzo, finale)