Questa settimana il mercato sarà in ATTESA DEI DATI SULL’INFLAZIONE americana ed europea.
Questa settimana avremo gli aggiornamenti sull’inflazione dei prezzi al consumo per Stati Uniti, Cina e Germania. I dati saranno valutati per verificare gli eventuali segnali di aumento dei prezzi industriali trasmessi ai consumi delle famiglie. Tra le tre aree la rilevazione più significativa riguarderà quella relativa agli Stati Uniti dove il tasso tendenziale y/y sta superando l’1,5%. I nostri recenti studi evidenziano che le pressioni sui costi hanno raggiunto il massimo da oltre un decennio a causa di gravi interruzioni della catena di approvvigionamento.
In Germania il dato sarà influenzato dal termine del regime agevolato sulla’IVA, quindi avremo un rialzo potenzialmente limitato all’attuale rilevazione. Il rapporto tra le due serie storiche ha particolare valenza sugli impatti nel tratto lungo della curva dei rendimenti e di conseguenza sul differenziale nel tratto a dieci anni del Treasury sul Bund. Lo spread attualmente quota 163 bp e, come abbiamo già scritto in passato, tende ad apprezzarsi a favore del Usa.
Ci aspettiamo che il differenziale si allarghi sino a 180 bp. Ciò per effetto della correlazione con il rapporto di cambio eur usd dovrebbe supportare ancora il dollaro. Nei nostri studi abbiamo osservato che il movimento dello spread anticipa di circa sei mesi il rialzo del dollaro. Il differenziale di rendimento Usa Uem si sta allargando dallo scorso mese di settembre.
La nostra view per l’anno incorso prevede ancora un rialzo del 10 y USA per il momento con un cap a 1,50%, salvo incidenti di percorso sui mercati azionari che potrebbero riportare nuova domanda sui Treasury.
Le richieste di disoccupazione, le offerte di lavoro e i dati sulla fiducia dei consumatori completeranno le rilevazioni per gli USA aggiornando l’andamento del mercato del lavoro ed i consumi delle famiglie.
In settimana avremo anche l’aggiornamento sui dati commerciali provenienti da Cina, Giappone e Germania. La loro rilevazione sarà oggetto di analisi per comprendere se vi siano colli di bottiglia nella supply chain che rallenta i flussi commerciali. Altri dati importanti che saranno rilasciati includono venerdì il PIL del Regno Unito (-8,6% anno – IVQ ) e la produzione industriale della zona euro. In Europa, i dati sulla produzione industriale e sul commercio sono al centro della scena nella zona euro, con Germania, Italia e Francia che venerdì riportano i dati sulla produzione di dicembre in anticipo rispetto alle stime regionali complete, mentre la prima pubblica anche le tanto attese statistiche sulle esportazioni. Il Regno Unito rilascerà sempre venerdì la sua prima stima del PIL del quarto trimestre. La Banca d’Inghilterra ha lasciato intendere che le prospettive per il primo trimestre risultino ancora deboli se non di segno peggiore rispetto al IV Q.
In settimana sono in programma riunioni di politica monetaria della Banca Centrale della Svezia, Filippine, Messico e Russia.
Nel pomeriggio di oggi è in programma un intervento del presidente della BCE Lagarde in un dibattito sulla relazione annuale 2019 della BCE al Parlamento europeo a Francoforte (17,15).
FED – Janet Yellen ha detto ieri che il piano di stimolo da 1.900 miliardi di dollari proposto dalla Casa Bianca, e che i dem stanno portando avanti in parlamento, potrebbe consentire il ritorno alla piena occupazione il prossimo anno, se approvato. A gennaio la crescita del numero di occupati Usa è stata inferiore alle attese, mentre a dicembre la perdita di posti di lavoro è stata più marcata di quanto inizialmente stimato, dati che hanno sottolineato l’urgenza di nuovo sostegno fiscale, mentre salgono le aspettative di inflazione.
Abbiamo aggiornato alle chiusure di venerdì il nostro chart sull’andamento dell’eur usd.
La scorsa settimana le negoziazioni sono scese sotto area 1,2050, dove avevamo collocato il trigger successivo a a quello scattato l’8 gen a 1,2245. Ci aspettiamo che la correzione del cambio continui a dominare le contrattazioni anche in settimana e diriga in direzione del nostro target intermedio 1,19.
La recente flessione del cambio ha nel frattempo avviato il ribilanciamento degli eccessi performati dall’euro a fine 2020.
Il nostro algoritmo (grafico centrale con evidenziatori), che rileva tali condizioni di eccesso, aveva già messo in evidenza tale passaggio tecnico, anticipando il segnale di regressione in coincidenza con il test della parte alta del canale che attualmente domina sotto il profilo tecnico la tendenza dell’eur usd.
In generale ci aspettiamo che l’euro rimanga sotto pressione verso molte monete fatta eccezione (al momento) per lo yen ed il franco svizzero.
In particolare come anticipato nell’Outlook 20/21 ci aspettiamo che l’euro subisca ulteriori vendite sulla sterlina, sulle monete scandinave e sul rublo.
Mentre contro lo zloty il mercato vorrà capire se la Banca Centrale polacca vorrà ancora intervenire per raffreddare la forza della propria moneta sull’euro. Ci aspettiamo questa settimana un test di area 4,48 eur pln. Sono diverse le BC che stanno monitorando la forza della propria moneta per evitare che un eccessivo apprezzamento possa compromettere la competitività dell’export sottostante.