RIALZO DEL PETROLIO – Nove membri dell’OPEC+ hanno annunciato oggi un taglio “volontario” della produzione per un totale di 1,66 milioni di barili al giorno che entrerà in vigore da maggio fino alla fine del 2023.
RIALZO DEL PETROLIO – Nove membri dell’OPEC+ hanno annunciato domenica un taglio “volontario” della produzione per un totale di 1,66 milioni di barili al giorno che entrerà in vigore da maggio fino alla fine del 2023.
La notizia circolata nel fine settimana spinge nuovamente sopra 80 usd/bar il Brent. La consistenza del taglio rischia di pregiudicare il segnale riflessivo catturato il 13 marzo, per il quale ci siamo spesi con la conferma delle nostre stime di proiezioni posizionate a 60 usd/bar.
L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, compresa la Russia, si sono impegnati domenica a effettuare dal prossimo mese tagli della produzione giornaliera che supereranno 1 milione di barili al giorno, 500.000 l’Arabia Saudita. Il prezzo del petrolio in rialzo rischia di togliere un contributo positivo al rallentamento dell’inflazione soprattutto negli Usa.
La crescita attesa dalle aziende manifatturiere
Nel frattempo i sondaggi PMI manifatturieri riportano l’attenzione sui fondamentali economici in quanto persistono i timori sull’impatto dell’aumento dei tassi di interesse. I dati relativi ai sondaggi Flash PMI e quelli definitivi di oggi lunedì, la cui finestra di rilevazione ha coperto i giorni in cui si è manifestata l’esplosione dei problemi nel settore bancario, hanno evidenziato le alterne attribuzioni della crescita a marzo. Bene in Italia, sempre in debolezza Germania e Francia, in leggero recupero gli Usa, in consolidamento a quota 50 la Cina. Diversamente dal manifatturiero, il comparto dei servizi continua a trascinare più attivamente la crescita.
Per dare un’idea fotografica del tenore delle aspettative sulla crescita percepita dalle aziende, attraverso la lettura dei dati PMI manifatturieri di cui sopra, abbiamo riportato una tabella dei valori disponibili. Come si evince dalla lettura, su scala globale, la Germania si pone in coda.
L’inflazione continua a tenere alta l’attenzione delle banche centrali
L’inflazione nelle rilevazioni più recenti di marzo è scesa in Eurozona. In particolare abbiamo visto un netto raffreddamento in Italia e Spagna. Anche in Germania scende a marzo al livello più basso dalla scorsa estate. Sulla discesa dei prezzi permangono tuttavia tensioni sul mercato del lavoro.
Ciò riporta l’attenzione al dato di venerdì sulle statistiche occupazionali USA. Sappiamo che il lavoro della Fed è particolarmente focalizzato sul contrasto dell’inflazione salariale. Un dato inferiore alle attese, ovvero meno di di 240k nuovi occupati (escluso il settore agricolo), potrebbe allentare ulteriori attese per rialzi dei tassi, anche se ora dovremo aggiungere nel quadro le potenziali reazioni del prezzo del greggio.
Congiuntura verso Banche centrali
Come scritto sullo sfondo permangono le preoccupazioni per gli effetti che il rialzo dei tassi sta producendo sotto traccia, unito al prevedibile impatto restrittivo sulle condizioni del credito causato dalla crisi bancaria. Verificheremo nelle prossime settimane la reazione della BCE in virtù dei dati congiunturali a cui dobbiamo unire i recentissimi dati sul rallentamento confermato della crescita percepita dalle aziende (PMI) in particolare quelle tedesche e quelle francesi.
Nondimeno le turbolenze delle ultime settimane hanno chiaramente evidenziato che l’aumento dei tassi di interesse, il più aggressivo dall’inizio dell’unione monetaria, ha un costo. Ogni ulteriore rialzo dei tassi, aumenta il rischio che qualcosa possa creare incidenti di percorso. Ci aspettiamo quindi che la BCE e pure la Fed procedano con maggiore cautela nei prossimi mesi. La BCE, infatti, è probabilmente già entrata nella fase finale del suo ciclo di inasprimento. È una fase che sarà caratterizzata da un vero e proprio approccio meeting-by-meeting, con un Consiglio sempre più diviso nel prendere le opportune decisioni.
Anche negli Stati Uniti il dibattito sui tassi rimane attivo. E non solo. La scorsa settimana il segretario al Tesoro Janet Yellen ha affermato che potrebbe essere necessario inasprire le regole bancarie dopo i recenti fallimenti di Silicon Valley Bank (SVB) e di Signature Bank. Il Segretario ha avvertito delle vulnerabilità strutturali che devono essere affrontate nel settore delle “banca ombra” che includono veicoli di cartolarizzazione , conduit di titoli commerciali garantiti da attivi finanziari, fondi del mercato monetario , hedge fund ed istituti emittenti di mutui.
I rendimenti dei governativi sono scesi recentemente a conferma di un quadro in cui si sovrappongono attese per un rallentamento dell’inflazione unito al raffreddamento della crescita. Un quadro tendenzialmente favorevole per un ulteriore raffreddamento dell’inflazione a cui dobbiamo sovrapporre gli effetti dell’inatteso taglio della produzione petrolifera.
(per gli approfondimenti potete richiedere il nostro FX Outlook Riskoo).
WB ANALYTICS: BRENT OIL FUT