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IL PRAGMATISMO DELLA BCE: ALCUNE RIFLESSIONI

La conclusione del Consiglio di settembre offre l’occasione per fare alcune riflessioni sul nuovo pragmatismo della BCE:

L’unico cambiamento tangibile alla riunione è stata la fine dell’anticipo degli acquisti di asset nell’ambito del Programma di acquisto di emergenza pandemica o, come l’ha definito il presidente della BCE Christine Lagarde, “una ricalibrazione” ello stesso. Invece del “ritmo significativamente più elevato” degli acquisti rispetto all’inizio dell’anno, la BCE ora condurrà gli acquisti a “un ritmo moderatamente inferiore rispetto ai due trimestri precedenti”. Poiché dagli ultimi dati emergeva un minore volume di acquisti della Banca Centrale (circa 65 miliardi di euro) negli ultimi mesi, l’annuncio di ieri probabilmente riporta ad un atteggiamento più flessibile per il Pepp. Pertanto ci aspettiamo che la BCE continui ad acquistare tra i 60 ei 70 miliardi di euro al mese fino alla fine dell’anno.

Christine Lagarde durante la conferenza stampa ha evidenziato, a nostro avviso, interessanti spunti; vale a dire uno spostamento molto sottile ma netto della BCE sull’inflazione. Inoltre il Consiglio potrebbe preparare il terreno ad una ricalibrazione tra il PEPP e il programma di acquisto di attività per il prossimo anno di cui avevamo scritto ieri.

Le proiezioni di crescita della BCE non hanno prodotto grandi cambiamenti. Sulla scia di un secondo trimestre più forte, la BCE ha rivisto al rialzo la crescita del PIL per quest’anno al 5%, dal 4,6% di giugno. Per il 2022 e il 2023, la BCE prevede che la crescita del PIL dell’eurozona raggiungerà il 4,6% e il 2,1%. Per quanto riguarda l’inflazione, la BCE prevede che l’inflazione complessiva raggiungerà il 2,2% nel 2021, l’1,7% nel 2022 e l’1,5% nel 2023, rispettivamente dall’1,9%, 1,5% e 1,4%. Una revisione al rialzo su tutta la linea.

La revisione al rialzo delle proiezioni di inflazione della BCE sull’intero orizzonte di previsione mostra che la Banca ha iniziato a guardare in modo più pragmatico  all’inflazione. Sebbene il Presidente abbia inizialmente sottolineato che l’inflazione più elevata fosse ancora principalmente temporanea e transitoria, ha concluso che le pressioni inflazionistiche sottostanti sono aumentate. Inoltre, contrariamente alla riunione di luglio, Christine Lagarde ha sottolineato che la pressione sui prezzi potrebbe essere più persistente di quanto si pensasse in precedenza. Si tratta, a nostro avviso, di un cambiamento molto importante nella posizione (ufficiale) della BCE sull’inflazione. Mentre la presa di posizione della BCE sull’inflazione era stata una quasi totale negazione, la Banca sembra finalmente essersi resa conto della realtà che i suoi modelli potrebbero non catturare completamente il passaggio di prezzi alla produzione più elevati sui prezzi al consumo e una maggiore inflazione primaria sui salari nella situazione senza precedenti di un’economia (globale) che esce dal blocco sanitario. Detto questo, con una previsione di inflazione core dell’1,5% per il 2023, la BCE si attiene alla sua opinione secondo cui il rischio che l’inflazione sia troppo bassa rimanga chiaramente elevato.

Al riguardo aggiungiamo una nostra considerazione: se le banche centrali continuano comunque a sostenere l’ipotesi di un’inflazione transitoria, significa che si aspettano un ridimensionamento intrinseco dei prezzi delle commodity. In merito alla loro correzione ne abbiamo parlato a lungo durante l’estate con le aziende che seguiamo con il nostro servizio di advisory  di Enterprise Risk Management. Dal mese di maggio abbiamo chiamato una correzione sul rame al LME, stimando un importante movimento di ritracciamento del rialzo performato tra la seconda metà del 2020 e la primavera di quest’anno (vedi intervento del 10 maggio a youfinance). Allo stesso modo abbiamo chiamato a fine luglio l’avvio del ribasso dei prezzi del minerale di ferro 62% al CME. Dai massimi fissati il 20 luglio i prezzi del future sul  minerale di ferro quotano una minus di quasi il 40%.

Questi ribassi dovrebbero confermare l’ipotesi sulla transitorietà dell’inflazione. Se a questi movimenti uniamo le aspettative delle aziende su ordinativi e crescita per il prossimo futuro, probabilmente potremmo aggiungere ulteriori indizi. Lo faremo nel report WB PERSPECTIVES che pubblicheremo la prossima settimana con un aggiornamento dello scenario su cambi e commodity.