Il dibattito sul tetto del debito Usa, che rafforza il dollaro, tenderà a focalizzare l’attenzione dei mercati anche se al momento non si evincono particolari condizioni di stress dovute alle difficoltà negoziali piuttosto evidenti. Oltre al tema di fondo in settimana avremo la pubblicazione dei verbali dell’ultimo Fomc. La loro pubblicazione è sempre seguita con attenzione in quanto si cerca di analizzare le decisioni assunte per comprendere quale possa essere la linea della Fed in termini prospettici. I mercati scontano per il meeting del 14 giugno che i tassi possano rimanere agli attuali livelli, confermando quindi la tesi secondo cui la Fed potrebbe aver concluso il programma dei rialzi dei tassi.
Le anticipazioni Flash sui sondaggi PMI di maggio hanno aggiornato il quadro sul sentiment delle aziende in merito al clima operativo. La serie di dati flash PMI sconta nelle attese una moderata perdita di momentum per il comparto dei servizi sia in Eurozona che negli Stati Uniti ed un ulteriore indebolimento dell’indice manifatturiero. I dati pubblicati martedì confermano la marcata divergenza tra le prestazioni manifatturiere e dei servizi, che su scala globale aveva evidenziato ad aprile una certa persistenza. Il fenomeno alimenta l’interrogativo su quanto le attuali contrapposizioni presenti in tutte le principali economie sviluppate tenderanno a prolungarsi, poiché ciò può influire sulla già delicata propensione al rischio nei mercati.
Oltre a rivelare una marcata divergenza tra la forte espansione del settore dei servizi – guidata dalla spesa post-pandemia da parte dei consumatori – e la contenuta crescita manifatturiera, le varie indagini flash PMI per le principali economie sviluppate hanno messo in evidenza un corrispondente spostamento delle pressioni inflazionistiche dai beni ai servizi, soprattutto quelli legati al turismo.
Al contrario, la domanda di beni ed in particolare quella proveniente dal comparto manifatturiero, sta ora agendo come motore nella misura più bassa vista da settembre 2020, agendo di fatto come una forza disinflazionistica rispetto alla sua media di lungo periodo.
Del resto, a conferma delle nostre previsioni operate sui mercati delle commodity industriali ed agricole, i pezzi stanno progressivamente scendendo verso i livelli del 2020 se non addirittura antecedenti la pandemia, se si esclude le valorizzazioni segnate nella fase più acuta del lockdown (primavera 2020). Lo scorso settembre quando indicavamo nei nostri report l’avvio di una tendenza riflessiva, le tensioni percepite dagli operatori erano orientate in modo opposto. Oggi osserviamo molte quotazioni a valori incoraggianti rispetto al riequilibrio dei prezzi.
Rimane aperta nelle valutazioni del mercato quanto possa reggere la divergenza della domanda tra servizi e manifatturiero. Si teme che esauriti gli effetti della politica fiscale dei bonus e dei sostegni, la domanda possa implodere. Al momento vediamo soltanto, e non è poco, una sensibile riduzione della generazione di ricchezza rilevata dal calcolo dei GDP.
L’Italia, anche qui in divergenza con altre aree attigue, continua a sovraperformare le dinamiche dei partners/competitors diretti, a partire dalla Germania. Più che positivo è l’andamento delle partite correnti, che dal passivo dell’anno scorso è tornato a registrare un surplus a cui contribuisce da un lato la discesa del petrolio e del gas, dall’altro l’esplosione delle nostre esportazioni verso la Cina. L’Italia è tornata ad esportare molto più di quanto importa e questa è un’ottima notizia.
I mercati ritornano a scontare nel dollaro un aumento dell’avversione al rischio
La scorsa settimana l’euro dollaro usd ha ceduto dapprima area 1,10, successivamente il sostegno tecnico 1,0840. Ciò è avvenuto nonostante si sia notevolmente attenuata l’attesa per ulteriori aumenti dei tassi da parte della Fed, mentre rimane ancora aperta l’ipotesi che la BCE possa effettuare un’ultima chiamata a giugno.
Mentre il cambio tenderà a testare quota 1,0740/30 nelle prossime ore, ci si interroga sull’attuale declinazione congiunturale rispetto alle dinamiche di mercato in un momento in cui le stime di molti uffici studi di banche continuano a proiettare il cambio in area 1,15. In termini opposti pensiamo che i rischi/opportunità siano invece ancora orientati verso un apprezzamento del dollaro. L’area 1,05 continua a rappresentare un punto di attrazione per il mercato.
Stiamo osservando un mutamento degli equilibri in corso d’opera che potrebbero riservare nuove tensioni. Nel nostro nuovo report FX RISKOO Outlook analizziamo tale evoluzione mettendo in evidenza gli eventuali confini che delimitano l’attuale fase di recupero dell’euro. Ciò sta già avvenendo per la sterlina ed altre monete polarizzate sul dollaro.
Le quotazioni del rame segnalano la delusione dei mercati sul tenore della ripresa post lockdown in Cina
Gli scambi del rame al LME ed al CME stanno scontando un potenziale segnale pre recessivo. E’ quanto emerge dalla lettura della tendenza che sta proiettando i valori in direzione di area 8000 usd/t, target indicato da diversi mesi nel nostro WB COMMODITY PERSPECTIVES come obbiettivo di prezzo molto significativo. Ci chiediamo se il test dell’area possa costituire un bottom dell’attuale ciclo riflessivo dei prezzi.
Continuano a scendere anche le quotazioni del Natural Gas: il TTF è sceso sotto la soglia dei 30 eur mwh e si appresta a puntare verso un altro obbiettivo segnalato da tempo a 20 eur mwh.
Non rileviamo, ancorché riteniamo sempre un tema attivo, la discesa più convinta dei prezzi del petrolio. Ci aspettiamo comunque un breakout al ribasso di area 72 usd/bar.
Il ribasso dei prezzi delle commodity tenderà ad influenzare in positivo il raffreddamento dell’inflazione
Il ribasso delle quotazioni che stiamo osservando su molte commodity, comprese diverse appartenenti al comparto agricolo, tenderà ad influenzare l’andamento dell’inflazione contribuendo al suo raffreddamento. Su questo fronte stiamo controllando la risposta che i mercati dovrebbero dare confermando un allentamento ulteriore dei rendimenti sulle scadenze più lunghe. I punti che abbiamo messo a fuoco per confermare tale discesa coincidono con area 4,10% per il BTP 10 Y e 2,10% per il Bund 10 Y.