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IFO INDEX GERMANIA ATTESO IN CRESCITA

IFO INDEX Il focus della giornata europea si concentra sull’aggiornamento dell’indice IFO IN GERMANIA. L’indice aziendale tedesco Ifo (Information und Foschung, Ifo) determina il sentiment e le condizioni nel settore aziendale della Germania e della zona euro. Il dato proviene da un’indagine condotta presso circa 7.000 aziende. Si affianca ai dati PMI elaborati nel sondaggio condotto da Markit. Ieri abbiamo visto un ulteriore crescita in Germania del comparto servizi e manifatturiero, diversamente dalle attese. Oggi tocca all’indice IFO a confermare il trend di crescita che si sta consolidando dopo le riaperture anche nel settore dei servizi, con attese per giugno a 100,6 dal 99,2 di maggio.  Tra i dati monitorati anche la fiducia delle imprese francesi a giugno, vista in miglioramento, e il Pil della Spagna nel primo trimestre.

Mentre osserviamo la striscia di dati macro economici continua il dibattito a distanza sulle effettive intenzioni della Fed. Non convince la posizione accomodante di J. Powell. Il mercato appare sempre più convinto che prevarrà una virata verso forme sempre più stringenti della policy monetaria.

Questa mattina alle 10.30 su FINANZA NOW Wlademir Biasia commentare in diretta gli sviluppi del quadro macro e come i mercati stanno scontando l’evoluzione in corso a partire dall’andamento del cambio eur usd alla luce dei recenti dati sull’inflazione USA.

BANCHE CENTRALI  Questa mattina sarà la Bank of England ad annunciare la decisione sui tassi e pubblicare i verbali della riunione di politica monetaria. Verificheremo se entrerà nel novero delle banche centrali che hanno segnalato rialzi dei tassi prima di quanto di prevedesse. Non sono tuttavia attese novità di rilievo.

Sul fronte Bce, attesi interventi dei consiglieri Fabio Panetta e Isabel Schnabel, con il mercato alla ricerca di segnali di eventuali future mosse di Francoforte mentre la ripresa economica sembra acquistare maggiore slancio.

In agenda nel pomeriggio anche interventi di esponenti Fed, con gli investitori alle prese con messaggi contrastanti. I recenti commenti di Jerome Powell sono risultati più accomodanti rispetto alla svolta ‘hawkish’ della banca centrale in occasione del meeting della scorsa settimana. Ieri però esponenti della Fed hanno detto che un rialzo “temporaneo” dell’inflazione potrebbe durare più a lungo del previsto; secondo il presidente di Fed Atlanta Raphael Bostic, con la crescita stimata quest’anno al 7% e l’inflazione ben oltre il target del 2%, rialzi dei tassi saranno necessari a fine 2022.
Accanto al tema monetario prende spazio anche quello fiscale. In Eurozona si discute sempre di più sul ritorno di politiche post pandemiche. Il presidente Mario Draghi ha assicurato che in ogni caso il Patto di Stabilità, ovvero il Fiscla Compact, sarà rivisto. L’Italia ha bisogno di politiche fiscali orientate alla crescita e non all’austerità.

MERCATO – Riferimenti per la seduta odierna saranno 107 punti base per lo spread sul Bund sul segmento 10 anni e 0,85% per il tasso del benchmark decennale. Nella seduta precedente il Btp assieme ai periferici è stato galvanizzato dalle parole di Mario Draghi.     Ieri il Tesoro ha reso noto che lunedì metterà a disposizione 6,5 miliardi di euro nel Bot semestrale.  Ha anche annunciato l’emissione con collocamento sindacato di un nuovo Ccteu, scadenza 15 aprile 2029.  Domani prende intanto il via la tornata d’aste di fine mese, con Btp short e Btpei a 30 anni offerti fino a 3,75 miliardi. Le emissioni globali di green bond, secondo dati Refinitiv, dovrebbero superare prima della fine di giugno il volume dell’intero 2020.

Il pomeriggio presenta un’agenda macro piuttosto nutrita, a partire dalla lettura finale del Pil nel primo trimestre, atteso a +6,4%, e dalle nuove richieste settimanali di sussidi, con il consensus che converge su 380.000 in calo dai 412.000 della settimana prima. Ieri Raphael Bostic, presidente di Fed Atlanta, ha detto che la banca centrale Usa dovrebbe evitare di dichiarare vittoria “prematuramente” nella battaglia per il recupero di 7,5 milioni di posti di lavoro persi con la pandemia.

L’eur usd ieri ha raggiunto la soglia 1,1955/60 completando una prima reazione alla discesa post Fed. Oggi il cambio tenderà a far leva ancora su area 1,1920 per tentare un nuovo assalto all’area di resistenza tecnica 1,1960 che dovrebbe continuare ad opporsi ad ulteriore correzioni dell’euro.

INFLAZIONE USA VS PRODUZIONE UE