I segnali di politica monetaria che giungono da Jackson Hole rimangono orientati ad un linea restrittiva.
Jerome Powell ha ribadito una linea poco accondiscendenti, da cui sono risuonate le parole particolarmente dure sulla necessità di contenere l’inflazione.
“Riportare la stabilità dei prezzi richiederà mantenere una politica restrittiva per diverso tempo. La storia ci insegna ad avere cautela contro un allentamento prematuro della politica monetaria“, ha dichiarato il Governatore dal simposio di Jackson Hole.
I futures sui Fed funds si sono spostati aumentando le scommesse su una stretta di 75 pb, e non 50, al Fomc del 20-21 settembre. Gli stessi futures prevedono attualmente che i tassi Usa raggiungano un plateau intorno a marzo e rimangano su quei livelli per un periodo più lungo del previsto. Il mercato valuta un taglio di non più di un quarto di punto percentuale entro la fine del 2023, un mese fa ne scontava almeno due.
Nel contempo nel tardo pomeriggio di venerdì, secondo Reuters, fonti vicine al consiglio di Francoforte, hanno riferito che alcuni banchieri chiedono che si discuta nel consiglio di settembre – giovedì 8 – di una possibile stretta monetaria da tre quarti di punto. Il deterioramento delle prospettive di inflazione è tale, dicono le fonti, che impone di non rallentare nel processo di normalizzazione della politica monetaria. La BCE ha aumentato i tassi di 50 pb portandoli a zero a luglio, in una mossa di entita’ inaspettatamente robusta. I mercati monetari prezzano in circa 62 pb l’incremento del mese prossimo, scontando quindi al 100% la probabilità di un nuovo +50, rafforzando al 48% (dal 24%) le chance di un rialzo di tre quarti di punto percentuale.
Oggi nel primo pomeriggio ci sarà un intervento pubblico di Philip Lane, capo economista dell’Eurotower, esponente dell’ala dovish del board e molto vicino a Christine Lagarde.