Risk Aversion: giochiamo a scacchi? E’ cinese il nuovo re degli scacchi: Ding Liren, 30 anni, originario di Wenzhou, ha vinto oggi il Campionato mondiale nel 2023 battendo il russo Ian Nepomniahtchi in un match che si è svolto ad Astana, in Kazakhstan. E’ la prima volta che un giocatore cinese conquista il titolo di Campione mondiale di scacchi assoluto, appartenuto a personaggi come Robert Fischer, Boris Spassky o Garry Kasparov, diventati leggendari per le grandi sfide con il sapore della geopolitica. Boris Spassky divenne una figura nota in tutto il mondo in occasione del campionato mondiale del 1972. Spassky era il campione in carica e la presenza per la prima volta di uno sfidante statunitense, Bobby Fischer, diede al confronto tutta un’altra dimensione. Erano infatti gli anni della Guerra fredda, la lunga fase di ostilità fra la potenza capitalista degli Stati Uniti e quella comunista dell’Unione Sovietica, dopo la Seconda guerra mondiale. Gli anni di maggiore tensione erano stati probabilmente superati, ma il confronto continuava: la serie di partite fra Spassky e Fischer fu presentata come un simbolo dello scontro fra i due blocchi e viene ancora oggi ricordata come la “sfida del secolo”.
Oggi, al pari del nuovo confronto geopolitico, il baricentro delle sfide si è spostato più ad oriente. E’ da almeno una quindicina d’anni che la Cina esprime grandi maestri di altissimo livello: nel 2022 la nazionale ha vinto anche il mondiale a squadre.
Con la guerra dei dazi gli Stati Uniti muovono sulla scacchiera globale le loro figure, cercando di rimodulare la propria bilancia commerciale per ridurre i deficit accumulati nei decenni e nel contempo contenere l’avanzata dell’economia cinese. E’ la nuova versione della guerra fredda. Sussidiaria a questo confronto sul campo largo vi è anche la partita sulla sostenibilità di un debito federale ai limiti degli equilibri fiscali. Per contenerlo l’amministrazione Trump sta cercando tatticamente di ridurre gli oneri finanziari cercando di raffreddare la curva dei rendimenti. La crisi dei mercati azionari, che risponde correttamente da un lato alle tensioni tariffarie, dall’altro, non lo dobbiamo dimenticare, alla bolla che si è generata su AI, tecnologia e per osmosi su molti altri segmenti del mercato, risulta funzionale allo scopo. Come abbiamo spiegato in più occasioni, l’avversione al rischio spinge gli investitori ad uscire dal mercato azionario per cercare rifugio in quello obbligazionario. I massicci acquisti concentrati di bond governativi contribuirebbero a ridurre i rendimenti. In poco più di un mese quelli sui Treasury Note a 10Y sono scesi dal 5 al 4%. Chi segue le nostre analisi sa che ci aspettiamo un ribasso degli stessi sino al 3-2,5%. Su queste basi le mosse dell’Amministrazione rientrano in un gioco vincente. Non di meno come in tutte le partite, i rischi di commettere un errore sono sempre presenti.
.. Ed il presidente Trump potrebbe averne commesso uno di troppo, rilanciando la posta sui dazi in risposta all’offensiva cinese. La Cina nel rispondere all’esuberanza americana ha voluto alzare il livello di sfida con una mossa da scacco al re: vendere senza preavviso Treasury Note (lunedì 7 aprile). La reazione dei rendimenti è stata istantanea: da 3,87 sono risaliti sino al 4,25%, 38 bp in pochi minuti! Si è trattato di un avvertimento. Nulla di più. Quanto basta tuttavia per introdurre nella disputa il deterrente nucleare.
Comprendo che questi episodi di pura geofinanza possano risultare lontani dalle preoccupazioni del Treasury Manager, eppure in questa fase dove gli impatti di ogni decisione politica si scaricano in tempo reale sulla dimensione operativa della tesoreria e dei conseguenti rischi, è bene avere uno sguardo sugli effetti che le varie opzioni possono determinare sull’operatività e soprattutto sulla pianificazione delle strategie di Risk Management.
La guerra dei dazi si interseca con il confronto per la leadership globale, i cui retroscena sono fatti di riequilibrio e deterrenza finanziaria. Nel loro insieme ,tutti gli strumenti sono parti interrelate sulla scacchiera: tassi d’interesse, dollaro e monete varie, energia e commodity industriali, equity e bond. Ogni strumento pur con ruoli diversi interagisce con un effetto domino nel gioco globale.
Risk aversion: I mercati oltre la deterrenza
L’episodio rappresentato rientra nella scala degli ammonimenti, pertanto rilevabile come pura deterrenza. Ciò significa che il piano di allentamento dei rendimenti presto ritornerà a a percorrere il trend atteso. E’ una buona notizia per l’intera architettura in cui sono inserite le dinamiche sui tassi. Ci aspettiamo quindi che anche in Eurozona i rendimenti possano continuare a scendere, in quanto correlati a quelli americani, a partire dalla riattivazione del ribasso del 10Y Bund, benchmark per l’intero equilibrio della curva europea, a seguito del breakout di area 2,50%. La prossima settimana la BCE ritorna a riunirsi in un clima teso. Le condizioni di fondo prevedono un quadro in cui il rallentamento dell’economia tenderà a deprimere i prezzi delle commodity, prime fra tutte quelle energetiche: petrolio, gas ed energia elettrica. Anche le quotazioni dei futures sui metalli appaiono in declino. Pertanto non vediamo a breve rischi inflativi. Il Consiglio potrebbe quindi decidere un taglio di altri 25 bp. L’Euribor 3 mth scenderà al 2% con ulteriori spinte regressive che nelle prossime settimane potrebbe anche violare la soglia al ribasso, in linea con lo scenario accomodante che sosteniamo da oltre 1 anno a questa parte e confermiamo negli streaming di INSIDE CENTRAL BANK organizzati con il patrocinio di AITI.
La postura che adotterà la BCE in merito alle imposizioni sui dazi, oltre a confermare o meno il trend che sta governando i tassi d’interesse, impatterà sul differenziale dei rendimenti sul tratto lungo della curva Treasury-Bund e di conseguenza sul rapporto di cambio eur usd. Nelle ultime settimane si è molto scritto sull’ipotesi di una svalutazione del dollaro. Sono anche circolate alcune proiezioni su un’eventuale apprezzamento dell’euro, con stime a 1,20 eur usd. La nostra posizione al riguardo è decisamente più cauta. Ne parliamo nel prossimo INSIDE CENTRAL BANK dopo aver commentato le decisioni della BCE.
GIOVEDì 17 APRILE ALLE 16.00 analizzeremo in diretta streaming con INSIDE CENTRAL BANK, gli effetti delle decisioni che la presidente del consiglio BCE annuncerà in merito alla politica monetaria ed ai tassi d’interesse. Per chi lo desidera postiamo il link per partecipare all’evento organizzato con l’AITI, l’Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa. [link per ricevere l’invito].
INSIDE CENTRAL BANK le analisi, gli impatti sui tassi di interesse e sull’euro, dopo le decisioni della BCE
