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GEOPOLITICA ED INFLAZIONE USA SOSTENGONO IL DOLLARO

La scorsa settimana i dati sull’inflazione USA hanno aperto una fase di consolidamento dopo la discesa degli ultimi mesi. Questo ha dato forza alle aspettative su un’ulteriore coda di rialzi dei tassi da parte della FED. Potenzialmente dovremo avere un rialzo di 25 bp il 22 marzo, come pure il 3 maggio ed il 14 giugno. I tassi dovrebbero raggiungere così un cap a 5.50%. Questo percorso dovrebbe sostenere il dollaro, benché sia atteso un ulteriore coda di rialzi da parte della BCE.

Pensiamo comunque che vi siano anche ragioni di natura geopolitica a favorire un interesse sulla divisa americana. Dopo i colloqui intercorsi la scorsa settimana tra l’alto funzionario della politica estera cinese Wang Yi ed il presidente Putin, i mercati hanno avuto la sensazione che  la Cina potrebbe prepararsi ad aumentare il suo sostegno alla Russia anche sotto il profilo militare. Il timore di un’escalation delle sanzioni statunitensi potrebbe spingere gli investitori a rivalutare alcune delle loro posizioni di investimento lungo linee geopolitiche. Tra queste la divisa americana appare il riferimento più naturale.

Inoltre il rallentamento della crescita in Europa e negli Stati Uniti potrebbe creare maggiori difficoltà per la Cina a creare nuovi surplus commerciali, dopo la revoca dei vincoli Covid e la riapertura totale delle attività produttive. I dati PMI Flash sul manifatturiero tedesco e francese, poco confortanti, pubblicati la scorsa settimana  confermano il rallentamento in corso di buona parte del comparto, ancorché quello dei servizi continua a sostenere le aspettative di crescita.

I dati market mover di questa settimana sono concentrati ancora una volta nella lettura dei PMI di febbraio, di cui abbiamo avuto una preview nel dato Flash della scorsa ottava. Avremo mercoledì la preview dell’IPC tedesco di febbraio, atteso in discesa dall’1% allo 0,6% (mensile), dall’8,7% all’8,5% annuale.

Giovedì alle 11.00 l’Eurostat riporterà anch’essa la preview di febbraio sull’inflazione in eurozona: il mercato sconta un rallentamento dall’8,6% all8,2% (YoY). Alle 13 saranno pubblicate le minute dell’ultimo Consiglio della BCE e contestualmente parlerà Isabel Schnabel, membro BCE in rappresentanza della Bundesbank.

Per gli Stati Uniti il dato più rilevante si concentra mercoledì alle 16.00 quando verrà rilasciato l’ISM atteso in recupero da 47,4 a 48. Il Report On Business ®  –  Manufacturing PMI  and  Services  PMI –  riporta l’andamento di due degli indicatori economici più affidabili  nell’indicare la direzione dell’economia complessiva negli Stati Uniti.

Ha un impatto significativo sull’andamento dei mercati con un grado di correlazione piuttosto interessante. Utilizziamo i rapporti PMI di ISM e S&P Global per verificare diversi aspetti che interagiscono con l’andamento dei budget delle aziende nostre Clienti che seguiamo con il servizio di advisory per il Risk Management sia  per la componente Forex che quella riservata alle Commodity. 

 

WB MARKET MOVER MONITOR

FOREX – In linea con quanto anticipato nei nostri FX OUTLOOK RISKOO l’eur usd è sceso verso l’area 1.05. Nelle ultime ore il mercato ha aperto una breve finestra utile a consolidare il ribasso maturato a partire da area 1,10. Il breakout di 1.0950  ha prodotto, nell’ambito delle nostre strategie di hedging pianificate, un segnale di protezione proattiva dell’esposizione import denominata in US dollar.

Nei nostri Outlook abbiamo scritto in più occasioni, a partire dallo scorso anno, del cambiamento di paradigma nel rapporto tra euro e dollaro in coincidenza con gli iniziali effetti prodotti dalla guerra e dalle relative sanzioni economiche. Il consolidamento tra 1.05 ed 1.07 nelle prossime due settimane, ci darà la misura di quanto la visione che abbiamo riportato anche nell’ultimo nostro report di febbraio sia plausibile e ragionevole.

Pensiamo quindi che il DXY possa continuare farà leva su area 104/103.50 per tentare di aggredire la resistenza 105.35.

Il collegamento del dollaro alla geopolitica passa invece attraverso il rapporto diretto usd cny (o cnh). Si tratta del vero fronte economico finanziario della confronto politico che si sta giocando nella contrapposizione dei blocchi Eurasia verso USA/Occidente.  Mentre la frontiera militare attraversa il territorio ucraino, quella economica segna il suo apice nel confronto tra le due monete, vera espressione dei giochi di potenza su scala globale.

Ci aspettiamo un consolidamento nell’immediato dei area 7/6.92 usd cny ed un successivo tentativo del dollaro di guadagnare forza oltre quota 7 così da ristabilire il primato della divisa americana sui mercati.