In un ciclo di rialzi dei tassi tra i più aggressivi negli ultimi 40 anni, gli aumenti hanno raggiunto nuovi picchi in Usa, Uem e UK, nonostante i segnali di raffreddamento dell’inflazione complessiva e i persistenti, sebbene moderati, rischi di recessione. Uno sguardo alla curva dell’inflazione e della pressione percepita sui prezzi dalle aziende, suggerisce che il percorso di inasprimento del rialzo dei tassi è molto vicino alla fine.
Sabato il governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco, intervenendo all’incontro annuale dell’Assiom Forex, ha ribadito che una stretta troppo rigida avrebbe serie implicazioni per l’economia e la stabilità finanziaria. Visco ha sottolineato che l’azione restrittiva di Francoforte può proseguire “con la giusta cautela” dato che le recenti dinamiche hanno mostrato che le aspettative di inflazione a breve termine sono in forte calo.
Il momento di esaurimento del rialzo dipenderà anche dall’impatto che vedremo sull’inflazione globale a seguito della riapertura della Cina con l’allentamento delle restrizioni dovute al COVID-19. Pensiamo che l’offerta globale di molti beni tenderà ad aumentare, contribuendo a raffreddare ulteriormente le pressioni inflazionistiche mondiali. Di converso la ripresa della domanda nella Cina continentale potrebbe stimolare un aumento dell’inflazione dei prezzi delle materie prime. Il rame, ad esempio, ha anticipato tali attese salendo sotto le spinte speculative, scontando le aspettative di una domanda futura più forte. C’è da dire che altrove la domanda sta mostrando ulteriori segnali di moderazione a causa dell’aumento degli oneri finanziari. Tant’è che nelle ultime ore i prezzi del rame sono tornati a flettere.
Resta quindi da verificare se il miglioramento dell’offerta prevalga sulla domanda più forte nell’equazione dell’inflazione, motivo per cui i primi dati sull’inflazione cinese di questa settimana saranno osservati speciali dal mercato.
Anche in Eurozona avremo dati aggiornati sull’inflazione: l’IPC tedesco per il mese di gennaio, in calendario giovedì 9, è stimato in rialzo. Il tendenziale annuo passerebbe secondo il consensus da 8,6 a 8,9%. Su questo dato pensiamo che il ribasso dei prezzi dell’energia possa avere un impatto più significativo di quanto stimato dal mercato. Le quotazioni del Natural Gas, Dutch TTF, sono scese nella misura del 64% (massimo dicembre – minimo gennaio).
Nella diretta streaming alla conclusione della conferenza stampa della BCE, INSIDE CENTRAL BANK (richiesta slide), organizzata con AITI, abbiamo commentato il potenziale effetto di allentamento delle pressioni dei prezzi dell’energia sull’azione della BCE. Ciò nonostante il Consiglio, come pure il Fomc, a conferma di una fase piuttosto concitata, hanno voluto rinnovare la possibilità che in futuro vi siano altri aumenti dei tassi a partire proprio dalle riunioni di marzo. La Federal Reserve avrà bisogno di alzarli oltre il 5% e di tenerli in quell’area per raffreddare ulteriormente la pressione sui prezzi per buona parte del 2023.
Come previsto nel post del 31 gennaio, in preparazione ai meeting delle banche centrali, il mercato forex ha reagito imprimendo una forte volatilità alle quotazioni dell’eur usd. Il cambio dapprima ha fissato un picco in eccesso a 1,10 poi è crollato sotto 1,08 in chiusura di settimana. Nella diretta streaming abbiamo sottolineato l’importanza delle reazioni sul cambio in quanto avrebbero offerto opportunità nell’ambito delle strategie di Risk Management viste in chiave proattiva . E’ dalla ripresa delle attività dopo il Capodanno che scriviamo sulla possibilità che l’euro possa correggere l’azione di recupero.
I dati sull’occupazione negli Stati Uniti usciti lo scorso venerdì, straordinariamente positivi, metteranno più pressione sulla Fed. Il mercato del lavoro appare ancora inflazionistico, per cui un ulteriore aumento di 25 punti base da parte della Fed acquisisce maggiori probabilità. Per la verità il presidente della Fed, Jerome Powell, nella conferenza stampa post-FOMC della scorsa settimana aveva delineato un potenziale scenario in cui l’inflazione sta scendendo senza un aumento significativo della disoccupazione. Vedremo se domani, quando parlerà all’Economic Club di Washington, confermerà o meno questo scenario.
Nel nostro RISKOO Outlook per il mese di febbraio abbiamo messo in evidenza il potenziale riequilibrio della domanda rispetto all’offerta sul mercato dei cambi e la ricalibrazione delle quotazioni.
Le prospettive per l’economia globale sono migliorate, tuttavia l’elenco dei rischi rimane ancora aperto, non ultimo quello legato all’azione delle banche centrali per sconfiggere l’inflazione, Sotto il profilo statistico otto delle ultime nove volte in cui la Fed ha intrapreso un ciclo di aumenti dei tassi di interesse per frenare l’inflazione, è seguita una recessione.