IL meeting del Fomc conclude i lavori confermando la linea di policy accomodante. Chiede implicitamente alle forze politiche di completare il percorso di approvazione del pacchetto di stimoli fiscali ancora in discussione al Parlamento statunitense. Soltanto quelle misure sono ora in grado di sostenere ulteriormente la crescita e le imprese in questa fase.
La sorpresa più significativa è giunta dalla revisione delle previsioni di crescita ed occupazione: il PIL nel 4 ° trimestre 2020 ridurrà la flessione al -3,7% dal -6,5% precedentemente stimato, conseguentemente è stato ridimensionata la ripresa attesa nel 2021 al 4% dal 5% e nel 2022 dal 3,5% al 3%.
Le proiezioni del tasso di disoccupazione scendono per il 2020 dal 9,3% al 7,6%.
Anche i dati sull’inflazione core sono stati rivisti un po al rialzo con il deflatore PCE core che dovrebbe terminare il 2023 al 2%.
Il tasso d’inflazione dovrebbe consolidare rialzi oltre il 2% non prima del 2023, per cui ci si aspetta che la Fed possa ritornare ad aumentare i tassi d’interesse soltanto a partire dal 2024.
I mercati azionari Usa hanno reagito in modo piuttosto neutro all’esito del Consiglio direttivo. La nostra visione centrata sul rischio a breve che possa aprirsi una finestra correttiva rimane operativa, soprattutto se il già citato pacchetto fiscale non verrà presto approvato.
I rendimenti sul tratto lungo della curva sono rimasti anch’essi piatti evidenziando i rischi al ribasso come avevamo indicato nel nostro report
WB PERSPECTIVES© . Non dobbiamo dimenticare che nelle prossime settimane si giocheranno i consensi disponibili per il voto sulle Presidenziali. Un incidente di percorso ed un aumento della volatilità gioca contro D. Trump ed a tutto favore del candidato J. Biden. Il pacchetto fiscale rappresenta quindi l’oggetto di scontro politico che può innescare l’incidente di percorso.
La Fed con il comunicato di ieri passa la parola e lascia alle forze politiche l’arena della contesa. Tuttavia conferma di mantenere sempre disponibile la base monetaria su cui WS ha sinora fatto affidamento.
Qualcuno potrà pensare che se i mercati rischiano di deragliare ci si dovrà mettersi al riparo. Lo switch da Risk_On a Risk_Off ha sempre le solite opzioni. Ruotare verso le monete rifugio ed i bond governativi di qualità.
Il dollaro, lo yen ed il franco svizzero normalmente beneficiano di questo passaggio. Ieri sera mentre il dollaro chiudeva guadagnando sull’euro, lo yen faceva altrettanto nei confronti del dollaro.
L’eur usd si è mosso in linea con quanto avevamo anticipato scendendo sotto 1,1810 attivando i primissimi trigger di vendita sull’euro.
Il usd jpy invece è sceso sotto quota 105 dove avevamo fissato un primo livello di allerta Risk_off.
Sono diverse settimane che scriviamo in chiave contrarian sul rapporto eur usd. Diversamente dalle attese abbiamo sostenuto l’ipotesi che il cambio fosse impegnato a distribuire i propri valori all’interno del range 1,1920/1,1760 in preparazione di un più significativo movimento di correzione del rialzo della divisa europea. Questa mattina il mercato torna ad approcciare area 1,1760 confermando tutta la costruzione dell’evoluzione attesa, il cui esito dovrebbe accreditare lo scenario stimato nel nostro WB Outlook Riskoo.
Nelle prossime ore assisteremo al collaudo di area 1,1760/40 con brevi reazioni che dovrebbero rimanere delimitate sotto area 1,1825 (max 1,1840), prima di completare il set up ed avviare la correzione attesa.
Eur jpy viola al ribasso la soglia 124,50 ed avviai parallelo al dollaro l’azione di recupero sull’euro.
La chiusura del Meeting del FOMC intrudrrrà un clima in cui dovrebbero aumentare le tensioni sui mercati ci aspettiamo un movimento correttivo anche per le commodity. Il principale benchmark sui noli marittimi sta scendendo da inizio settembre segnalando al mercato il rischio di una possibile correzione dell’intero comparto.
I metalli non ferrosi dovrebbero avviare un’azione di riequilibrio dopo i rally post Covid.
Il rame LME dopo aver tentato in almeno tre settimane di violare i massimi fissati a 6820è pronto per avviare una mossa correttiva verso 6,500/6350.
Il Brent dopo un primo movimento regressivo che aveva spinto i valori da area 47 usd/bar a 39 usd potrebbe nelle prossime settimane subire ulteriori pressioni sul lato delle vendite. Ci aspettiamo che le quotazioni possano scendere verso area 35 usd/bar.
Anche l’oro dovrebbe subire una battuta d’arresto con flessioni da noi stimate in direzione di area 1800 usd/oz.
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