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EUR USD 1,16 UNA VERIFICA CHE VIENE DA LONTANO

MARKET MOVER MONITOR

1,16. UNL’eur usd scende e verifica il nostro target 1,16 fissato nel nostro Outlook per il 2021. Lo scorso anno a novembre al Treasury & Finance Forum Day  organizzata da AITI (Associazione Italiana Tesorireri d’Impresa) abbiamo messo in evidenza come il passaggio dell’eur usd a1,20 rappresentasse un problema per la BCE e nel contempo la necessità di raffreddarne il rialzo del rapport euro dollaro.
Con la partenza del 2021 la maggioranza degli operatori prevedeva il cambio oltre 1,25 con spinte che in alcuni report puntavano a raggiungere area 1,30.
Noi abbiamo sostenuto sin dal mese di gennaio un percorso alternativo, stimando una lenta discesa per l’euro dapprima verso 1,19 e successivamente 1,17/1,16.
Il nostro Outlook considerava una progressiva divergenza della policy monetaria perseguita dalle due banche centrali. Oggi tale linea è più che un’evidenza!

Come indicato lo scorso anno al TFFD la BCE ha attivato tutti gli strumenti possibili per raffreddare l’euro. Lo stesso Pepp ha molteplici funzioni, tra cui quella di stemperare la forza della divisa nel confronto di scala con i bilanci di altre banche centrali. Non a caso mentre la Fed si appresta ad avviare il tapering, la BCE nel ricalibrare la modulazione del Pepp ne conferma durata ed ampiezza del programma.

LA POLITICA MACROECONOMICA IN UN'ECONOMIA IRREGOLARE
I BILANCI DELLE PRINCIPALI BANCHE CENTRALI

Il tapering è necessario nella misura in cui le banche centrali necessitano di raffreddare l’azione speculativa che sta tuttora trattenendo molte quotazioni su livelli non desiderati. L’iniziale annuncio ventilato a fine primavera ha contribuito a raffreddare l’andamento del rame, il quale a distanza ha influenzato quello del minerale di ferro ed a seguire il rottame d’acciaio. Con un effetto di traino iniziano ora a scendere il nickel ed altri metalli non ferrosi. Ci aspettiamo che anche l’alluminio possa esaurire la spinta speculativa che per ragioni contingenti ne ha alimentato il rialzo recente.

Tuttavia nella narrativa delle banche centrali si è fatta strada che l’inflazione possa essere meno transitoria di quanto desiderato. I prezzi dell’energia, petrolio e gas, non stanno ancora rispondendo al richiamo dei regulators. Ecco quindi la necessità di confermare il tapering e se necessario paventare due possibili rialzi dei tassi di interesse da parte della Fed il prossimo anno. La moral suasion è riuscita, al momento, a stoppare l’ultima spinta speculativa fondata, per l’occasione, su problemi di fornitura e temi geopolitici. Martedì abbiamo scritto nei nostri post della reazione del Brent Crude Oil all’ultimo rally: in apertura il mercato aveva oltrepassato quota 80 usd per chiudere in successione sotto 79 usd. Lo stesso è accaduto per il natural Gas nella giornata di ieri. Trattasi di iniziali segnali di esaurimento che necessitano di conferme, ma che rappresentano un primo punto a favore del raffreddamento della spinta speculativa.

Tutto ciò tende ad impattare su dollaro ed oro.

Il dollaro tendenzialmente si muove seguendo un percorso di correlazione negativa verso le commodity, oro compreso. La non recente debolezza dell’oro in qualche modo ha avallato la forza del dollaro ed ora tende ad avvalorare il raffreddamento del nocciolo dura del comparto delle materie prime: il petrolio.

Nelle prossime giornate dovremo verificare se i prezzi del Brent saranno in grado di ritornare sotto quota 76 usd/bar in quanto ciò spingerà il mercato a smontare le posizioni speculative e consentire alle negoziazioni di flettere verso 66 usd/bar, dove in passato si sono formati consistenti buy order. Sotto tale soglia sono presenti altrettanti ordini di protezione di quelle strategie, pertanto l’eventuale breakout produrrebbe il desiderato segnale di liquidazione della componente finanziaria/speculativa.

E’ a ciò che probabilmente mirano le banche centrali per poter riaffermare la loro tesi sulla transitorietà dell’inflazione.

Per ottenere il risultato sono probabilmente pronte anche a mettere in campo l’ipotesi di aumentare i tassi di interesse (USA) nel 2022. Il dollaro tenderà a trarre beneficio da questa linea, capitalizzando la forza delle ultime settimane. E’ una tesi questa che a nostro avviso merita di essere presa in considerazione quando si elaborano gli scenari  per il prossimo anno a partire dal budget 2022.

EUR USD 1,16 UNA VERIFICA CHE VIENE DA LONTANO
WB ANALYTICS: EUR USD B_T
WB ANALYTICS: EUR USD B_T
WB ANALYTICS: DOLLAR INDEX CYCLE

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