ELEZIONI PRESIDENZIALI USA 2020 – Nella notte si è svolto il primo aspro dibattito tra il presidente Donald Trump e lo sfidante dem Joe Biden. Nel confronto di 90 minuti – il primo dei tre in programma – gli sfidanti hanno affrontato i temi della gestione dell’emergenza coronavirus, del sistema sanitario e del cattivo stato di salute dell’economia.
Molti investitori considerano che una vittoria di Biden possa accrescere le chance di un nuovo stimolo fiscale che avrebbe, naturalmente, un effetto benefico sui mercati. Di recente, la speaker della Camera Nancy Pelosi si è detta ottimista sul raggiungimento di un’intesa in questo senso, affermando che i negoziati proseguono. Intanto il presidente di Fed New York, John Williams, avverte che per una piena ripresa Usa ci vorranno tre anni.
Domani mattina pubblicheremo un post dettagliato sulle attese dei mercati rispetto alle elezioni.
CINA – Questa mattina sono stati resi noti gli ultimi sondaggi PMI Manufacturing della Cina. Il dato è sostanzialmente allineato a quello di agosto 53,10 contro l’attuale 53. La Cina, assieme agli USA dimostra maggior capacità di consolidamento sulla fiducia delle imprese rispetto all’Eurozona dove invece l’analogo dato ha fatto segnare nel mese di settembre un rallentamento. Il settore dei servizi sale a 55,9 da 55,2 di agosto. La domanda estera ha rappresentato il principale driver di questo risultato.
GIAPPONE – La produzione industriale ad agosto è salita per il terzo mese consecutivo, in rialzo dell’1,7% rispetto ad attese per un +1,5%, segnalando una graduale ripresa della manifattura. Le vendite al dettaglio nello stesso mese sono scese dell’1,9% su anno, meno del consensus Reuters.
GRAN BRETAGNA – Il Pil II°Q si è attesto a -19,8% rispetto alle attese -20,4%; ciò riporta quello annuale a -21,5 rispetto all’attesa -21,7%.
Tra gli incontri più significativi delle banche centrali il calendario propone oggi per la Zona euro, interventi del presidente Bce Lagarde (9,30) e membri del board Bce Lane (16,00), Weidmann, Villeroy de Galhau, Hernandez de Cos (11,00).
EUROZONA INFLAZIONE O DEFLAZIONE
L’inflazione tedesca è scesa su base annua del -0,2% a settembre rispetto allo 0,0% su base annua ad agosto.
Si tratta della lettura più bassa da gennaio 2015. L’indice armonizzato, rilevante per la definizione delle politiche della BCE, è sceso a -0,4% su base annua, dal -0,1% di agosto.
L’effetto base negativo dei bassi prezzi dell’energia mantiene bassa l’inflazione complessiva, ma c’è di più: il taglio dell’IVA di luglio ha avuto effetti visibile sui prezzi di cibo, abbigliamento, altri beni di consumo e sempre più anche nelle attività ricreative.
In prospettiva, l’inflazione complessiva tedesca dovrebbe diminuire ulteriormente per poi riprendersi gradualmente l’anno prossimo qualora il governo tedesco rispetti il programma che prevede comunque di revocare la riduzione dell’IVA a gennaio. Nel luglio 2009, l’inflazione complessiva è stata del -0,7% su base annua; un record che potrebbe essere battuto in ottobre o novembre. Con l’attuale riduzione dell’IVA, circa il 50% delle prime 100 componenti del paniere di calcolo dell’inflazione ha registrato tassi di inflazione negativi.
Quasi inutile dire che la BCE non reagisce quasi mai agli sviluppi effettivi dell’inflazione, preferendo aire sulle aspettative. Molti aspetti del recente calo dell’inflazione possono essere spiegati razionalmente: riduzione dell’IVA, lockdown, estate devastante per il turismo in molti paesi.
Tuttavia, non sarebbe la prima volta che il calo dei prezzi, determinato da fattori una tantum, combinato con l’incertezza economica e l’aumento della disoccupazione, potrebbe trasformarsi in una spirale deflazionistica. Gli ultimi interventi dei membri del Board evidenziano una maggior sensibilità verso l’azione preventiva.
Alle 11 avremo la lettura dei dati inflazionistici per l’Eurozona: l’attesa è per -0,2% nel mese di settembre. Questo dovrebbe togliere i dubbi sulla tendenza deflativa in atto. Il tema è importante nella misura in cui la BCE sulla scorta di questi dati potrebbe decidere di ampliare il pacchetto QE di altri 500 miliardi ad ottobre.
ITALIA – Anche in Italia avremo le stime Istat sui prezzi al consumo settembre (11,00) – attesa dato Nic -0,5% m/m; -0,4% a/a; dato Ipca 1,4%m/m -0,4%a/a.
EFFETTO MERCATI
FOREX – Dollaro poco variato dopo il dibattito Trump-Biden. Intorno alle 7,45 il cross euro/dollaro è a 1,1731 in calo dello 0,1%, l’euro/yen scambia a 123,75 a -0,24%, il dollaro scambia a 105,50 yen in calo dello 0,13%.
GREGGIO – Prezzi ai minimi da due settimane nella notte tra le crescenti preoccupazioni sul futuro della domanda mentre la pandemia peggiora. Intorno alle 7,50 i futures sul Brent scendono dell’1,15% a 40,56 dollari al barile, i futures Nymex dell’1,04% a 38,88 dollari.
Come pubblicato ieri nel nostro WB Perspectives e nell’OUTLOOK ERM RISKOO, le materie prime confermano la fase riflessiva avviata agli inizi di settembre. Anche il rame si è allineato alla tendenza generale confermando le stime del nostro scenario di riferimento.
Nonostante questo movimento l’eur usd ha corretto verso la parte alta del range che stiamo osservando subendo iniziali vendite al test di 1,1750. E’ molto probabile che dovremo attendere nel pomeriggio le stime sull’ADP relative ai dati sulla’occupazione che saranno resinosi dal Dipartimento di Statistica del lavoro USA. Nel pomeriggio le attese si attestano a 650k nuovi occupati (escluso settore agricolo) mentre l’attesa per i dati ufficiali di venerdì si attesta a 850K nuovi occupati. Nel pomeriggio avremo anche la terza lettura del dato sul GDP II°Q attesa -31,7%.