ECB INFLATION TIME Ieri a conclusione del consiglio di politica monetaria, dove sono stati confermati i tassi come ampiamente scontato, Christine Lagarde ha commentato in conferenza stampa con tono meno condiscendente la recrudescenza delle pressioni inflazionistiche sui prezzi al consumo. Fonti vicine al consiglio Bce rivelano che tra i banchieri centrali prevale una spaccatura sul delicato dossier inflazione. Una parte dei policymaker di Francoforte dubita, infatti, che il costo della vita rientrerà al di sotto dell’obiettivo ufficiale del 2% addirittura nel 2023. Del resto nessuno può seriamente credere che qualsiasi azione possa adottare la BCE possa spostare i container più velocemente dall’Asia all’Europa o aumentare la produzione globale di petrolio e microchip. Tuttavia, l’attuale contesto economico di un’economia ancora in miglioramento e di un’inflazione effettiva troppo elevata fa sempre più propendere ad un cambiamento di rotta della policy in futuro.
Le reazioni dei mercati sono state misurate nel fronte dei cambi, più robuste su quello dei rendimenti dei titoli di stato, soprattutto i periferici.
L’eur usd è ritornato a salire verso la parte alta del range che ad inizio mese abbiamo messo a fuoco 1,1680/1,1500. Non escludiamo prima del consiglio Fed che i prezzi possano spingere ulteriormente verso area 1,17.
Inflation time delle materie prime
Benché il Presidente della BCE abbia usato toni meno accondiscendenti sulla transitorietà dell’inflazione, continuiamo a pensare che alcune dinamiche di prezzo sulle materie prime stiano avviando un lento percorso di ritracciamento del precedente rialzo. Come avevamo anticipato nel rapporto di settembre e confermato in quello di ottobre alcuni valori stanno invertendo tendenza. E? il caso del Gas naturale europeo ma anche americano. I prezzi stanno scendendo velocemente. In settimana abbiamo visto violare al ribasso la soglia degli 80 euro, ovvero il livello di conferma dell’Outlook ribassista per il quale abbiamo stimato un target di intermedio in area 40 euro. Se si pensa che agli inizi di ottobre quotava 160 euro e la scorsa settimana 110 ci sembra che la direzione prevista sia nei numeri. Tuttavia sul fronte della pressione inflativa c’è ancora molto da lavorare. I prezzi del gas TTF oscillavano prima della pandemia mediamente tra 15 e 25 euro megawatt-ora. Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato a Gazprom di iniziare a riempire i suoi impianti di stoccaggio di gas europei dall’8 novembre. Inoltre, il top seller norvegese Equinor ASA ha annunciato mercoledì che stimolerà le esportazioni di gas naturale per alleviare la crisi dell’offerta in Europa.
Nel frattempo anche sull’andamento dei prezzi del petrolio abbiamo rilevato iniziali segnali di esaurimento della forza rialzista. E’ presto per trarre conclusioni. Attendiamo segnali più concreti, tuttavia il Brent dopo aver toccato il nostro obbiettivo a 85/90 usd/bar, aspettiamo di cogliere indicazioni più concrete per il reversal sei prezzi con la violazione di quota 83/82 usd per assistere quantomeno ad una correzione verso 77 usd.
Anche i metalli industriali si stanno comportando secondo le linee indicate nel nostro rapporto WB COMMODITY PERSPECTIVES. Pensiamo che per rafforzare i segnali che abbiamo lanciato sul comparto benché le banche centrali non possano fare molto per spostare i container più velocemente… possano operare per raffreddare la componente speculativa esercitata dal mercato. E’ per questa ragione che la FED la prossima settimana, nonostante il dato poco entusiasmante sul GDP USA rilasciato ieri +2% (q/q), debba procedere con il tapering.
Inflation time sui margini aziendali
Su questo fronte dovremmo cogliere qualche segnale di allerta anche dai mercati azionari, troppo autoreferenziali rispetto ad un quadro in cui il la perdita di pricing power di molte aziende consumer comincia già a farsi sentire. Ieri Amazon ha riportato per il IIIQ/21 earnings inferiori alle attese 6,12 contro 8,91 e ricavi a 110,81B contro 111,62B.
Oggi attendiamo i dati su GDP in Italia ed Europa.
MACRO EURO INFLATION TIME- Crescita nel terzo trimestre e inflazione di ottobre in arrivo anche da Eurostat. Si tratta naturalmente degli indicatori principali monitorati dalla Bce: è infatti al combinato disposto di crescita e inflazione — ossia al rischio di ‘stagflazione’ — che Francoforte guarda con particolare timore. Per il Pil le attese sono a 2% congiunturale e +3,5% a perimetro annuo; quanto ai prezzi al consumo le aspettative convergono su un +3,7% tendenziale (+1,9% a livello core).
Secondo dati diffusi stamani, intanto, il Prodotto interno lordo francese ha registrato un +3% congiunturale nel terzo trimestre, contro stime pari a 2,1%. Attesi in mattinata da Parigi anche i numeri sui prezzi al consumo in ottobre, visti in rialzo del 3,1% per il dato tendenziale armonizzato. In agenda, sempre stamattina, le statistiche sulla crescita nei tre mesi luglio-settembre anche da Germania, Spagna e Portogallo. Il dato tedesco è ipotizzato a +2,2% su trim e +2,3% su anno.
DATI GIAPPONE – La produzione industriale nipponica si è ridotta per il terzo mese consecutivo a settembre, con il settore automobilistico colpito da una persistente carenza di forniture globali, aumentando il rischio di una contrazione economica nel terzo trimestre e mettendo in dubbio la ripresa. La produzione è scesa del 5,4% rispetto al mese precedente, dopo essere calata del 3,6% in agosto e dell’1,5% in luglio. Si tratta del peggior risultato da maggio e ben inferiore alle attese degli economisti che si attestavano a -3,2%.
In altre statistiche diffuse stanotte, il tasso di disoccupazione è rimasto stabile a settembre dal mese precedente al 2,8%. Sul fronte dell’inflazione, l’indice dei prezzi al consumo di Tokyo ha registrato un +0,1% in ottobre rispetto a un anno prima.
RATING SOVRANO ITALIA – Questa sera dopo la chiusura di Wall Street il verdetto di Dbrs sul merito di credito sovrano, pari attualmente a ‘BBB’ (high) con trend negativo. Secondo l’ultimo aggiornamento datato 30 aprile, a parere dell’agenzia di rating nata in Canada, la pandemia pesa sui conti pubblici ma anche sulle prospettive della crescita. Il governo Draghi, scriveva allora Dbrs, potrebbe offrire però l’opportunità di portare avanti il percorso delle riforme.
BTP – Riferimenti per l’apertura odierna i 113 centesimi per il differenziale tra i tassi decennali di Italia e Germania e l’1,02% per il rendimento del benchmark agosto 2031. In un mercato già appesantito dal collocamento a medio/lungo, ieri, le parole di Lagarde sembrano non esser riuscite a placare l’attuale aggressivo repricing globale, con il tasso del Btp a 10 anni tornato oltre la soglia psicologica dell’1% per la prima volta da fine maggio mentre gli investitori continuano a ritenere incombente una stretta.