DE – DOLLARIZZAZIONE.
Il dollaro nella grande partita geopolitica
Previsioni di de-dollarizzazione?- Il conflitto geopolitico che si è aperto lungo la linea rossa tracciata dalla Russia in opposizione alla Nato, segna una linea di faglia geo monetaria tra economie commodity based ed economie fortemente finanziarizzate.
E’ da tempo che si discute di una de-dollarizzazione tra gli addetti ai lavori. Con la crisi in Ucraina e l’imposizione di sanzioni finanziarie alla Russia l’apertura di un fronte di alleanze favorevole alla de-dollarizzazione del sistema monetario globale potrebbe emergere con evidenza nei mercati. La bandiera sotto la quale aggregare un patto per la de-dollarizzazione potrebbe essere disegnata con l’intento di diminuire il peso economico dei poteri sanzionatori di Washington e il suo controllo de facto sul circuito SWIFT, il principale servizio di messaggistica interbancario attraverso il quale le banche spostano denaro da un paese all’altro.
L’iniziativa degli gli Stati Uniti di bloccare le riserve valutarie della banca centrale russa, rischia di accelerare l’aggregazione di un club di stati per competere contro il dollaro.
La Russia ha risposto alle sanzioni occidentali opponendo all’embargo Swift, il regolamento dei pagamenti del gas in rubli e linkando la propria moneta all’oro. Le riserve in oro di Russia e Cina sono fortemente aumentate negli ultimi anni in contrapposizione ad un progressivo disimpegno delle stesse dalla detenzione di US Treasury.
Le riserve in dollari sono diminuite in termini percentuali rispetto allo stock delle riserve valutarie globali.
La Russia non può accedere a circa la metà delle sue riserve valutarie di 640 miliardi di dollari, che aveva assiduamente accumulato nell’ultimo decennio come difesa contro shock economici o sconvolgimenti geopolitici. Il congelamento delle riserve valutarie russe ha portato a molte discussioni sul fatto che alcuni paesi cercheranno (o dovrebbero) di diversificare le loro riserve valutarie dal dollaro USA.
Con Bretton Woods il nuovo sistema economico internazionale stabilì, con una forzatura politica degli Stati Uniti, di porre il dollaro al centro delle transazioni internazionali. In quel forum, John Maynard Keynes propose di istituire una Banca Centrale Globale, una International Clearing Union e un bancor. I paesi aderenti avrebbero utilizzato questa architettura per effettuare pagamenti tra loro.
Negli accordi di Bretton Woods cercò di correggere l’interazione tra i forti squilibri accumulati dall’economia e dalla finanza internazionale nel periodo tra le due guerre. Le trattative determinarono la via verso un approccio di puro segno monetario alla base del nuovo ordine economico globale. L’intento di mantenere un rapporto con l’oro attraverso il gold exchange standard durò fino al 15 agosto del 1971. Con lo Smithsonian Agreement, gli USA abolirono la convertibilità del dollaro in oro, decretando di fatto la fine del sistema aureo e la nascita del sistema fluttuante dei cambi flessibili. Ora la Russia, agganciando il rublo all’oro ne riattiva effetti e memoria, ma soprattutto apre una breccia su un potenziale ciclo di de-dollarizzazione.