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COVID-19: EMERGENZA E MERCATI

 

Covid-19 Siamo giunti al  sessantesimo giorno di crisi da quanto si è aperta definitivamente sui mercati ia metà febbraio il grande reset economico.

Registriamo un riequilibrio nell’ordine delle interelazioni sui mercati, Ciò non significa che il quadro si sta assestando. Significa che le normali interazioni causa effetto stanno rientrando dopo la grande volatilità delle precedenti settimane. In un articolo a firma di Wlademir Biasia, che sarà pubblicato nel numero di questo mese del magazine Advisor , riportiamo le nostre valutazioni sulle relazioni Intermarket in merito ai rapporti tra comportamento delle materie prime, i tassi di cambio, quelli d’interesse e le borse azionarie.

Nell’articolo facciamo riferimento alla centralità del dollaro e di alcune monete satelliti rifugio nel delineare gli equilibri di mercato alla luce dei cposi interventi delle banche centrali.

L’eur usd, come anticipato e previsto la scorsa settimana, dopo la pausa di Pasqua, sta tornando ad indebolirsi. L’euro sta collaudando in queste ore area 1.0840/20 contro dollaro in sovrapposizione ad un nuovo indebolimento del petrolio e di alcune commodity.

Nelle prossime ore osserveremo le reazioni del cambio al test dell’area in quanto un suo breakout riaprirebbe  nuove crepe sui mercati.

Nel frattempo vi aggiorniamo sull’evoluzione del quadro dell’emergenza prodotta dal Covid-19

 

ITALIA SFORAMENTO DEFICIT

Secondo quanto riferito a Reuters da un’autorevole fonte governativa, tenendo conto della recessione e dell’insieme di misure espansive l’esecutivo vede il disavanzo 2020 in aumento al 9 o 10% del Pil come conseguenza del Covid-19.

No comment da parte del ministero dell’Economia, mentre il Parlamento sarà chiamato a votare la prossima settimana la nuova richiesta di aumento del deficit dopo una riunione del Consiglio dei ministri che dovrebbe tenersi lunedì.

A meno di rinvii concordati a livello europeo, il governo aggiornerà le stime di crescita e di finanza pubblica entro fine aprile con il Def.

ANNUNCIO BTP ITALIA

E’ destinato a finanziare le spese dei recenti provvedimenti del governo a supporto del sistema sanitario e della ripresa economica il nuovo Btp Italia che il Tesoro lancerà dal prossimo 18 maggio in due fasi, la prima dedicata al mercato retail e la seconda riservata agli investitori istituzionali. Lo ha annunciato ieri sera Via XX Settembre, che nei giorni scorsi ha aggiornato le linee guida sul debito.

BOLLETTINO ECONOMICO BANCA D’ITALIA – Da Via Nazionale la consueta analisi trimestrale, in cui si fa il punto sulle prospettive economiche non soltanto italiane. Datata 17 gennaio — tre mesi in cui lo scenario è drasticamente mutato in peggio — la versione precedente del bollettino ipotizzava per l’Italia una crescita economica di 0,5% quest’anno, in accelerazione a 0,7% il prossimo e 1,1% nel 2022.

In un intervento del 31 marzo riportato da ‘The Italian Times’, Ignazio Visco definiva “molto ampio e profondo” l’impatto del coronavirus sul sistema economico e finanziario.

DATI ITALIA – Da Istat la statistica di febbraio relativa al saldo della bilancia commerciale, da confrontare con un attivo di 3,238 miliardi registrato nello stesso mese del 2019.

RISPOSTA EUROPA E BCE al COVID-19

Serve immaginazione per far fronte alle ripercussioni economiche dell’epidemia secondo il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno, che suggerisce l’introduzione di una tassazione a livello comunitario, e dice che gli eurobond rimangono un’opzione. Il presidente francese Emmanuel Macron avverte che i populisti vinceranno “in Italia, Spagna, forse in Francia e altrove” senza un fondo per l’emissione congiunta di debito.

Di ieri sera il comunicato Bce sull’ammorbidimento dei ratio patrimoniali da imporre alle banche della zona euro, mossa temporanea che verrà rivalutata nell’arco di sei mesi. La numero uno Christine Lagarde prospetta una “forte contrazione” dell’economia della zona euro accompagnata, per lo meno inizialmente, da una frenata dei prezzi al consumo. Secondo Isabel Schnabel, consigliere esecutivo tedesco e quindi sulla carta nella schiera dei rigoristi, Francoforte è pronta a fare di più per evitare la “frammentazione” della zona euro, in altre parole l’eccessivo allargamento degli spread tra governativi dei singoli Paesi.

DATI ZONA EURO

Da Eurostat la lettura finale dell’inflazione di marzo che dovrebbe confermarne i valori indicati dalla stima flash, vale a dire un ritmo di 0,5% su base mensile e 0,7% a livello tendenziale.

 

COVID-19 NEL MONDO

Negli Usa, il presidente Donald Trump ha esposto il piano in tre fasi per l’uscita dal ‘lockdown’ che mira alla ripresa dell’economia nonostante il Paese sia ancora drammaticamente alle prese con l’epidemia. Il presidente di Fed New York John Williams avverte che potrebbero volerci anni per la piena ripresa dell’economia. Intanto con un nuovo balzo di oltre 5 milioni nelle richieste dei sussidi settimanali, sono 22 milioni i cittadini americani che nelle ultime quattro settimane hanno perso il lavoro a causa del dilagare dell’epidemia e del conseguente fermo delle attività.

Il Giappone ha esteso il ‘lockdown’ all’intero Paese.

Secondo il governatore di Bank of Canada Stephen Poloz ci vorranno “un paio d’anni” per recuperare il terreno perduto con l’epidemia.

Del tardo pomeriggio le parole della numero uno Fmi Kristalina Georgieva, che annuncia che entro fine aprile il Fondo concederà gli aiuti stanziati per contrastare la pandemia a 50 Paesi sul totale di 102 che ne hanno fatto richiesta. Il Fondo ha ottenuto 11,7 miliardi di dollari per aiutare i Paesi poveri. In un’intervista al Corriere della Sera la capo economista del Fondo, Gita Gopinath, segnala che in questa fase servono misure espansive e auspica che si faccia di più al livello di zona euro. Intanto gli Usa si oppongono alla creazione di liquidità tramite emissioni del Fmi in risposta al coronavirus.

 

DATI CINA

Economia cinese in calo per la prima volta da quasi trent’anni nel primo trimestre, con il coronavirus che ha paralizzato spesa e produzione. Nel periodo gennaio-marzo il Pil è sceso del 6,8% a livello tendenziale — attese a -6,5% — e del 9,8% congiunturale. Si tratta della prima contrazione nella seconda economia del mondo almeno dal 1992, anno di inizio della serie. A marzo la produzione industriale ha registrato una flessione dell’1,1% su anno contro attese per un calo del 7,3% e rispetto al -13,5% del mese precedente, mentre le vendite al dettaglio hanno visto un tonfo del 15,8% su anno dal -20,5% di febbraio, contro un consensus a -10%.

 

DATI GIAPPONE

La revisione del dato di febbraio mette in evidenza per la produzione industriale un calo dello 0,3% su mese e del 3,7% su anno, da +0,4% e -2,2% di gennaio, e un -1,8% congiunturale nella capacità di utilizzo degli impianti rispetto al +2,6% (rivisto) del mese precedente.