COME AGIRA’ LA FED NEL FOMC DI OGGI?
FED Con la conclusione della due giorni del Fomc, si conclude la grande giostra dei consigli (più significativi) delle banche centrali. In realtà manca ancora la BoE all’appello ma con oggi le decisioni più importanti saranno rese disponibili per i mercati.
La BCE la scorsa settimana ha fatto il minimo sindacale atteso dai mercati… e non era poco… (500 miliardi di ampliamento del Pepp!), oggi la Fed secondo molti osservatori dovrebbe rispondere con un ulteriore allentamento monetario.
La logica invece potrebbe suggerire che i membri del Fomc decidano di passare la mano, chiamando in causa la politica fiscale, gli aiuti governativi. L’idea potrebbe essere quella di riservare ulteriori munizioni da utilizzare in futuro per raffreddare eventuali irrigidimenti della curva dei tassi sul tratto lungo. Quindi, ci sono buone ragioni affinché la Fed decida di non modificare l’attuale struttura di allentamento monetario. Osservando il comportamento del mercato valutario dovremmo invece pensare che il Fomc replichi le decisioni dei colleghi europei. In questi giorni l’eur usd ha esercitato forti pressioni sulla resistenza 1,2170/80 riprendendo tutte le brevi correzioni che si sono susseguite infraday durante e dopo la BCE.
Ci troviamo quindi con un profilo tecnico che evidenzia un range di oscillazione, in attesa della conferenza stampa di questa sera (20.00 Milano), piuttosto stretto, delimitato da un cap in area 1,2180 ed un floor a 1,2070 eur usd. Come avevamo dichiarato in più occasioni il break up di 1,20 avrebbe nuovamente allertato la BCE. In effetti il presidente Christine Lagarde non ha mancato di sollevare l’allarme derivante dalla forza dell’euro. Ciò nonostante i mercati non hanno preso minimamente in considerazione il monito implicito alle affermazioni del Governatore. Per i mercati rimangono di conseguenza aperte le prospettive per vedere un euro ancor più forte nelle prossime settimane, mesi. E’ possibile sin d’ora proiettare il cambio in direzione di un target a 1,2250 ed uno successivo a 1,2450 eur usd. La violazione di 1,2180/22 dopo il meeting di oggi avvallerebbe il rally.
Ma attorno a tutto questo rimane un dubbio di logica. Qual’è l’obbiettivo più importante per le banche centrali in questo momento? Contenere le pressioni rialziste sui tassi. Le due banche centrali hanno una funzione specifica nei mercati: la BCE con il QE controlla la curva dei rendimenti e dei tassi, la Fed invece controlla il mercato equity. L’ipotesi su cui poniamo la riflessione si basa sul fatto che oggi i corsi azionari sono al di sopra dei valori di equilibrio, un ulteriore incremento del QE da parte della Fed ecciterebbe ulteriormente i tarders, con effetti non graditi sui rendimenti che già ora oscillano pericolosamente sotto quota 1% (US Treasury 10 y), dove abbiamo fissato il più importante livello di osservazione per il medio termine. Superare questa soglia implicherebbe un fallimento della linea della Fed. La tesi quindi, piuttosto ardua, si fonda sull’idea che non aumentare il Qe possa deludere gli investitori, affamati di liquidità, spingerli a realizzare i profitti sull’azionario ed aprire una fase correttiva. Ciò raffredderebbe le pressioni sui rendimenti per effetto della rotazioni dei flussi da equity a Treasury.
L’innesco di una correzione del mercato azionario, anche in questo caso inattesa sotto il profilo tecnico, produrrebbe una correzione a catena delle attività a beta elevato comprese le monete appartenenti a questo segmento: euro e diverse monete emergenti. Nelle ultime 48 ore abbiamo notato coperture sugli short del dollaro contro mexican peso, rublo, da poco più di due settimane sullo yuan renminbi. In contemporanea abbiamo assistito ad acquisti su monete intermedie, ovvero monete che per loro natura talvolta fungono da parcheggio altre da ruolo speculativo come sono le scandinave. Infine, completiamo la provocatio ad popolum affermando che una delle attività preferite dalle banche centrali è quella di sorprendere, soprattutto i mercati, quando lo ritengono opportuno.
Ad anticipare oggi le conclusioni del meeting della Fed ci saranno i dati PMI Flash attesi in Eurozona, in leggera flessione rispetto al dato di novembre. Il focus sarà sui Pmi di dicembre in arrivo da Germania, Francia e dalla zona euro nel suo insieme, e in particolare sul settore dei servizi duramente colpito dalla seconda ondata pandemica, con indici che nelle attese dovrebbero restare decisamente sotto la soglia di 50.
AGENDA DEL 16.20.2020
BOJ – La banca centrale giapponese ha deciso di acquistare 6 miliardi di dollari cash dal ministero delle Finanze, una mossa insolita con cui la BoJ punta ad essere preparata in caso di perturbazioni sul mercato a causa della ripresa delle infezioni da Covid-19 fino alla fine dell’anno fiscale il prossimo marzo.
EUROGRUPPO – Al centro di una riunione in videoconferenza, a cui partecipano la presidente della Bce Christine Lagarde e il membro del board Fabio Panetta, ci saranno situazione economica e prospettive della zona euro.
DATI ZONA EURO – In Italia occhi sui numeri Istat relativi a ordini e fatturato dell’industria a ottobre, dopo che a settembre si sono registrati un calo congiunturale del 6,4% e un rialzo tendenziale del 3,2% per i primi e flessioni del 3,2% su mese e del 4,6% su anno per il secondo.
DATI GB – A novembre i prezzi al consumo hanno registrato una flessione dello 0,1% su mese e un rialzo tendenziale dello 0,3% (attese +0,1% m/m, +0,6). I prezzi al dettaglio scendono dello 0,3% su mese e salgono dello 0,9% su anno, sotto le attese. I prezzi alla produzione salgono dello 0,2% congiunturale e lasciano sul terreno lo 0,8% a perimetro annuo (attese +0,1%, -0,9%).
DATI USA – Nel pomeriggio una serie di numeri – dalle vendite al dettaglio di novembre alle stime Pmi per il mese di dicembre alle scorte all’industria relative a ottobre – forniranno indicazioni su quale sia l’andamento dell’economia americana.