CINA NON VEDIAMO UNA RIPARTENZA DELLA CRESCITA A V
Le restrizioni sulla produzione in Cina preludono alla ripartenza della crescita in una forma diversa dall’attesa V bottom, in quanto mentre il Paese ritorna verso una “progressiva normalità” il resto del mondo entra in quarantena. Le restrizioni iniziali in Cina hanno avuto un impatto sui volumi commerciali di gennaio in tutto il mondo. Le esportazioni dalla Cina diminuiscono del 11,1% nel mese e anche le importazioni rallentano dello 0,8%. In calo anche le esportazioni dal Giappone e da altre economie asiatiche, rispettivamente del 4,6% e 3,8%.
Nello stesso periodo i volumi delle importazioni globali sono leggermente aumentati, anche nell’area dell’euro, in quanto non ancora colpiti dall’epidemia. I movimenti mensili di queste serie sono volatili, ma il calo dei volumi delle esportazioni cinesi a gennaio è tra i più grandi in 20 anni. I dati relativi ai valori commerciali della Cina, già disponibili per febbraio, mostrano il continuo impatto delle chiusure di fabbriche e porti, con esportazioni in calo del 17,2% sull’anno . In parallelo sono crollate anche le importazioni con un decremento a Gennaio-febbraio con un decremento di oltre il 21% rispetto a dicembre.
I porti in Europa e negli Stati Uniti continuano a gestire il trasporto di container, ma con restrizioni sulle navi, che provengono dalla Cina. Le sue linee di approvvigionamento sono state riattivate proprio come la domanda è crollata nelle economie europea e statunitense , dove è probabile che la bassa domanda di importazioni peserà sul commercio mondiale nei prossimi mesi.
V o L E’ UNA QUESTIONE DI VOLUMI
Non prevediamo una reazione a V della produzione e delle esportazioni in Cina nel mese di marzo, ma pensiamo anche che è improbabile che la Cina riprenda l’attività con una certa progressione. Ci aspettiamo che la Cina esporti alcune forniture mediche in altri paesi che hanno bisogno di aiuto per combattere il coronavirus. E’ presumibile attendersi che a marzo e per buona parte di aprile le importazioni cinesi rimarranno sotto la media su base annuale, mentre la bilancia commerciale dovrebbe ritornare in positivo proprio in forza delle esportazioni di prodotti sanitari. Il quadro rischia dunque di riportare la crescita per il primo trimestre al 4,5% su base annua, ampiamente al di sotto degli standard.
USD / CNY per seguire l’indice del dollaro
Il rapporto di cambio usd cny ritorna a salire oltre la soglia spartiacque 7 anche se in misura contenuta rispetto alla volatilità che registriamo su altre divise. Questo non rientra negli accordi commerciali fissati agli inizi dell’anno tra Stati Uniti e Cina (Phase One deal). Il dollaro sta assumendo un ruolo di moneta rifugio a causa delle forti turbolenze che osserviamo nei mercati finanziari. Quota 7,11 usd cny rappresenta in questo processo una soglia tecnica in cui il rialzo del dollaro dovrebbe incontrare una certa opposizione. Diversamente avremo un ulteriore spinta in direzione di 7,25 usd cny con successivo rientro.
Nel rapporto eur cny il cambio rimane ancora inserito all’interno di un range delimitato da un cap in area 8 ed un floor a 7,60. La tenuta di questo livello trattiene le negoziazioni in un contesto di neutralità di breve/medio termine con potenziale debolezza, non ancora del tutto confermata dell’euro.