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BCE TASSI: DRIVER DELLA SETTIMANA

INSIDE CENTRAL BANK

Il driver di questa settimana vede in primo piano la decisione della BCE sui tassi d’interesse. È importante sottolineare che gli operatori continuano ad attendersi uno spostamento della view di politica monetaria delle banche centrali verso una nuova fase accomodante. Come ovvio che sia ciò rappresenta un driver di mercato positivo e qualsiasi retorica accomodante proveniente dai policy maker nelle prossime conferenze stampa potrebbe nuovamente alimentare le speranze di condizioni finanziarie più favorevoli per la crescita economica.

Al di là delle attese ci si interroga sul timing d’intervento e sull’ampiezza quantitativa dell’allentamento monetario. Quando i tassi inizieranno ad essere abbassati?

Il nostro Team ha stimato gli obbiettivi  della riduzione dei tassi di riferimento nell’ultimo WB PERSPECTIVES RATES, guardando oltre ai tassi benchmark la curva dei tassi IRS.

Nelle ultime due settimane, in attesa dei primi consigli di politica monetaria per il 2024 delle banche centrali,  la volatilità sui tassi e soprattutto sull’eur usd è scesa. Il cambio è rimasto sostanzialmente inserito in un range piuttosto contenuto tra 1,0910 ed 1,0850 eur usd.  La percezione degli operatori sul rischio di cambio si è attenuata nell’ultima settimana, tuttavia il breakout di 1,0930 avvenuto lo scorso lunedì 16, ha aperto una finestra potenzialmente meno positiva per l’euro. In altri termini gli operatori stanno rimodulando le loro attese, ponderando con più convinzione la possibilità che anche la Banca centrale europea possa presto ridurre i tassi. Attenzione il comportamento del cambio eur usd ci dice che il mercato sta semplicemente verificando tale percorso. Riteniamo infatti che qualora tale percezione assumesse maggiore rilievo le quotazioni di eur usd potrebbero scendere sotto quota 1,0750. Al momento ci sembra prematuro che ciò possa accadere.

Più coerentemente, in attesa del Direttivo BCE, ci aspettiamo che la reazione innescata nel pomeriggio di venerdì tenda a riportare la coppia eur usd verso 1,0925 per verificare, sotto il profilo tecnico, l’effettiva violazione al ribasso della precedente tendenza rialzista che  l’euro aveva innescato tra ottobre e novembre dello scorso anno.

Chiaramente l’esito del Consiglio di politica monetaria della BCE, in calendario il prossimo giovedì 25 gennaio, fornirà ulteriori elementi di valutazione sugli orientamenti del Board e di conseguenza sugli impatti che subirà l’euro in futuro. Alle 16.00 saremo in diretta streaming per commentare le decisioni del Direttivo e le parole di Christine lagarde con INSIDE CENTRAL BANK (link per iscriversi).

Un indizio aggiuntivo su come la BCE pondera l’attuale quadro offerto dai dati economici  sarà fornito dalla pubblicazione mercoledì 24 della prima serie di dati PMI Flash per l’anno in corso. I dati PMI Flash produrranno le prime indicazioni sulla crescita e sull’andamento dei prezzi per il 2024. Nel loro insieme portano in eredità il sentiment  sulla crescita negativa registrata in Germania, sostanzialmente nulla in Eurozona, in contrapposizione all’andamento più che positivo negli stati Uniti.

Nonostante  le prospettive dell’Eurozona siano intrappolate tra il dominio della transizione, della geopolitica e della stagnazione, a cui la Germania somma anche criticità politiche di governo, la Banca centrale rimane ancorata ad una linea di policy accentrata a quella statunitense, dove come abbiamo visto crescita ed occupazione rimangono ancora sostenute.

La scorsa settimana il governatore Francois Villeroy de Galhau e Mario Centeno, in contrapposizione ai governatori RobertHolzmann e Joachim Nagel, hanno aperto alla necessità di procedere ad un’inversione della linea restrittiva. Al World economic forum di Davos la presidente Christine Lagarde ha dichiarato di ritenere possibile un primo taglio dei tassi.

In realtà pensiamo che la BCE mirerà a riportare la politica monetaria verso una normalizzazione del tasso di interesse reale neutrale, R-STAR, al’1,5%-2%. Ciò consentirebbe di adottare una linea di policy né espansiva tantomeno restrittiva.

Al momento l’Eurozona nel suo insieme sta ancora lottando per liberarsi di un trend di crescita lenta, tuttavia agli attuali livelli i tassi non sostengono tale impegno. E con le numerose elezioni quest’anno, il quadro delle decisioni economiche e politiche necessarie da assumere per rimettere sul sentiero espansivo la crescita appare complesso ed articolato.

L’attuale posizionamento del cambio eur usd riflette a nostro avviso dubbi e scommesse dei mercati. Dubbi sull’ipotesi, piuttosto ardua ma sempre possibile, che sia la BCE a compiere il primo taglio, scommesse sull’ampiezza quantitativa e differenziale  dei tagli. In termini più congiunturali ci aspettiamo quindi che in risposta a questi interrogativi, l’eur usd navighi a vista, delimitando nel breve il campo di oscillazione tra 1,0950 ed 1,0750 eur usd.

Le stime di scenario che abbiamo elaborato nel nostro Outlook & Analytics per il 2024, ASPETTATEVI L’INASPETTATO, abbiamo messo al centro del quadro tecnico un ciclo di allentamento dei tassi tenendo ferma l’ipotesi che i differenziali tra i tassi USA rispetto a quelli UEM rimangano sostanzialmente agli attuali valori di range: 150-200 bp.

I recenti dati sulle vendite al dettaglio USA, più forti del previsto, potrebbero impattare positivamente sui sondaggi PMI Flash  americani per  il mese di gennaio, attesi anch’essi questa settimana.  Eventuali sorprese al rialzo nelle letture PMI Flash degli Stati Uniti potrebbero allontanare, nella percezione degli operatori, la decisione della FED sul primo taglio dei tassi. In effetti sino alla scorsa settimana il mercato scontava una probabilità pari al 70% che a marzo la Riserva Federale tagliasse i tassi di 25 bp. Alla chiusura di venerdì scorso le aspettative si sono ridimensionate al 46%!

Ai dubbi ed alle incertezze legate alla tenuta della crescita USA, al quadro geopolitico, alle criticità in Eurozona, si stanno unendo i timori per un ritorno dell’instabilità delle banche, soprattutto sul fronte della liquidità di sistema per la quale si guarda alle scadenze di marzo della lending facilities, il fondo BTFP, aperto dalla FED proprio per sostenere le banche dopo il default della SVB.