Il mondo, le banche centrali, i tassi IRS
Il mondo dell’incoscienza sta per entrare nel circuito dantesco delle elezioni nei gironi di un globo disgregato ed infuocato. Il 1° marzo ci sono state quelle dell’Iran , si prosegue il 5 marzo con l’apertura dell’Assemblea nazionale del popolo in Cina, il 15 marzo saranno le presidenziali in Russia a focalizzare l’attenzione e nel mentre avremo un nuovo capitolo delle primarie repubblicane con il Super Thursday dove le preferenze contano per legittimare o meno il candidato sfidante alle presidenziali di novembre Donald Trump. Ognuno di questi eventi costituisce un collaudo del consenso politico da riportare nella lettura dei quadranti della geopolitica. Una manifestazione ed allo stesso tempo prova di forza a cui i mercati guarderanno più che ai dati economici in calendario prossimamente. Certo, nell’intermezzo c’è anche il luogo dove è presente il regno intermedio delle banche centrali con la loro politica eternamente temporanea dei tassi e della moneta. Il mondo sembra sprofondare nella trasfigurazione della voragine creata da Lucifero nella caduta sulla Terra in seguito alla sua ribellione a Dio. Dante pone le porte dell’inferno a poca distanza da Gerusalemme… Città eterna, sempre al centro del mondo. Benché i mercati attendono la diffusione di dati economici per calcolare le reazioni delle banche centrali, non perdono di vista il disegno a cui è demandata la loro azione. Anch’esse fanno parte della geometria frattale di sistemi dinamici in conflitto tra loro e rispondono ai comportamenti caotici dei bit che quotano negli schermi variazioni di prezzo e di informazioni senza fine.
BCE effetto sui tassi IRS
La BCE è chiamata il 7 marzo a prendere una decisioni sui tassi. Le pressioni sono sempre più attive sul fronte di un azione di accomodamento della politica monetaria. La maggioranza del Consiglio appare invece orientata a mantenere una postura attendista. Come abbiamo scritto lo scorso venerdì, stiamo osservando alcuni segnali in cui emerge da parte del mercato un atteggiamento orientato a scontare l’inizio di un processo che nei prossimi mesi dovrebbe portare le banche a tagliare concretamente i tassi. Le curve dei rendimenti dei bond governativi e dei tassi IRS, dopo una fase di consolidamento della prima gamba ribassista avviata lo scorso settembre, sembrano pronte a riprendere il loro percorso riflessivo. In effetti nelle strategie di Corporate Risk Management sui tassi IRS da noi consigliate a partire dall’estate 2023, abbiamo delineato un ciclo di flessione dei tassi IRS su cui mettere in assetto i piani di gestione proattiva del rischio tasso. A breve ci aspettiamo che il tassi IRS a 5 anni ritorni a collaudare inizialmente quota 2,65% per attivare un primo trigger ribassista che dovrebbe proiettare il tasso in direzione dei minimi di dicembre , in area 2,35%, per riattivare definitivamente il ciclo ribassista. Ciò significa che l’IRS 2Y è atteso in breakout di quota 2,75% per dirigere verso il target stimato dai nostri algoritmi al 2%.
Euro, effetto BCE, criticità geopolitiche
La partita sul rapporto di cambio euro verso dollaro non si gioca unicamente sui tassi e sul loro differenziale, ma anche sul piano geopolitico. Ognuno degli eventi sopra elencati propone effetti sul quadro geopolitico. Tra tutti la candidatura dello sfidante alle presidenziali di novembre, Donald Trump, apre un potenziale problema per l’Unione europea. Un ritorno di Trump alla Casa Bianca rischia in effetti di aprire nuove tensioni in termini sia strategici che commerciali con l’Europa. L’ex presidente è stato infatti abbastanza diretto nel minacciare di togliere il sostegno militare degli Stati Uniti alla Nato se i membri europei non dovessero contribuire a sufficienza, e nel promettere di alzare i dazi commerciali nei confronti dell’UE. Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina l’euro non ha più recuperato area 1,12 sul dollaro. In questa fase il cambio oscilla poco sopra quota 1,08, livello in cui transita la proiezione dinamica dei minimi che si sono formati dopo il bottom a 0,95 nel 2022.
La violazione del livello costituirebbe un segnale di ulteriore debolezza per l’euro. Pensiamo che l’atteggiamento prudente sui tassi della BCE sia motivato anche dal timore che un’apertura ad una linea esplicitamente più accomodante possa produrre un indesiderato deprezzamento dell’euro. E’ una delle possibili ragioni per cui la Banca voglia attendere che anche la Fed si unisca al processo di allentamento della politica monetaria in modo più deciso. Del resto il regno del purgatorio, dove stanno le banche centrali, secondo la Divina Commedia è un luogo temporaneo; questo regno scomparirà col giudizio finale. I peccatori ormai liberi dal male, dopo aver scontato la pena dell’inflazione si preparano al gran salto verso il Paradiso.