BCE – Francoforte ha optato per una stretta monetaria da tre quarti di punto
In linea con le scommesse del mercato la BCE opta per un maxi rialzo, alzando i tassi sui depositi marginali da zero a 0,75% e il rifinanziamento a 1,25%. Il percorso di normalizzazione che porterà i tassi della zona euro a un livello neutrale – ancora indefinito – proseguirà ancora. Christine Lagarde avverte che per arrivare alla fine del ciclo restrittivo serviranno ancora più di due ma meno di cinque riunioni Bce. Le nuove stime trimestrali dello staff su crescita e inflazione disegnano intanto un quadro a tinte fosche, in particolare sulle pressioni sul costo della vita che hanno persuaso la Bce a varare il maggior rialzo dei tassi della sua storia.
FED – Altri 75 pb in un contesto di forte crescita e crescenti pressioni sui prezzi core
I commenti del presidente della Federal Reserve Jerome Powell alla conferenza del Cato Institute di ieri sulla politica monetaria sono chiaramente favorevoli a un terzo aumento consecutivo dei tassi di interesse di 75 pb il 21 settembre. Non vi è alcun indizio che suggerisca la moderazione. Jerome Powell ha detto che “dobbiamo agire ora, apertamente, con forza come abbiamo fatto e dobbiamo mantenerlo fino a quando il lavoro non sarà terminato”.
C’è anche il solito accenno alle aspettative di inflazione e alla necessità di ancorarle per garantire che l’inflazione non diventi radicata.
Gli ultimi dati confermano sicuramente l’ipotesi di 75 pb, con le indagini ISM a differenza dei dati PMI sulle imprese che sembrano solide. Il mercato del lavoro continua a creare nuove assunzioni in numero significativo e i dati sull’inflazione della prossima settimana dovrebbero mostrare un’accelerazione dell’IPC core al 6,1% dal 5,9%. Inoltre, il terzo trimestre si preannuncia piuttosto forte, invertendo completamente i cali del PIL registrati nella prima metà dell’anno.
la spesa dei consumatori è stata rafforzata dall’aumento del potere d’acquisto dovuto ai recenti cali dei prezzi della benzina. I dati ad alta frequenza durante le festività del Labor Day mostrano i pasti al ristorante a livelli record, mentre i viaggi dei passeggeri aerei nell’ultimo fine settimana hanno superato per la prima volta quelli del 2019, quindi una crescita del 3% sembra essere sulle carte.
In ogni caso pensiamo che con l’intensificarsi delle forze recessive, l’inflazione possa scendere in modo relativamente rapido il prossimo anno grazie al calo dei prezzi della benzina che alimenta più in generale, pressioni salariali più deboli e costi di input in calo combinati con il calo dei prezzi delle case che deprimono le componenti degli affitti dell’IPC. Ciò dovrebbe portare nella seconda parte del 2023 un allentamento della stretta monetaria.
Mentre il calo dei prezzi del petrolio negli ultimi mesi ha fornito un certo sollievo ai consumatori Usa, il gas naturale europeo rimane su livelli straordinariamente elevati. Atteso il vertice dei ministri UE oggi.
Si riuniscono a Bruxelles per un incontro straordinario i ministri dell’Energia dell’Unione europea, chiamati a pronunciarsi sul ‘price cap’ da imporre alle importazioni comunitarie di gas russo. Una risposta europea – che naturalmente irrita Mosca – sembra l’unica arma per proteggersi dalla spirale rialzista dei costi dell’energia.
La Commissione europea, che soltanto la settimana scorsa ha aperto all’ipotesi di tetto sui prezzi, porta sul tavolo dei ministri dell’Energia anche proposte come la riduzione del consumo di elettricità, un tetto sui ricavi dall’elettricità non generata dal gas (rinnovabili comprese), un contributo di solidarietà dalle aziende di combustibili fossili e maggiore liquidità alle società energetiche.
Secondo fonti diplomatiche, tra i paesi Ue c’è una sostanziale intesa sulle misure agli aiuti di liquidità e alcuni sono concordi sui tagli alla domanda. Altre proposte – su tutte quella del tetto ai prezzi – sono invece divisive.
Secondo il ministro degli Esteri ungherese, per esempio, il ‘price cap’ farebbe scattare un’immediata interruzione delle forniture.
L’intesa sul tetto ai prezzi, scrive il Corriere della Sera, sembra destinata a slittare.
Appena insediatasi a Downing Street, Liz Truss ha promesso ieri che il ‘price cap’ di Londra sui prezzi dell’energia – due anni di tetto alle bollette – ridurrà l’inflazione britannica di 5 punti percentuali.
DATI CINA
Nel mese di agosto i prezzi al consumo mostrano una dinamica tendenziale di 2,5%, a fronte del consensus di 2,8% dopo il rialzo di 2,7% del mese precedente. Quanti ai prezzi a monte della filiera produttiva, sempre in agosto, la crescita annua è di 2,3% – minimo da febbraio 2021 – rispetto a 3,1% delle attese e 4,2% di luglio.
FOREX– Si prende una pausa il dollaro dopo la corsa delle ultime sedute, arretrando di oltre mezzo punto percentuale contro euro e contro yen, mentre balza di oltre 5% il bitcoin oltre quota 20.400 dollari. Bene la valuta australiana e in recupero lo yuan cinese, forte della ‘guidance’ in lieve rialzo da parte della banca centrale. Intorno alle 7,40 il cross euro/dollaro vale 1,0061 (in rialzo di 0,67%); il cambio euro/yen 143,71 (in calo di 0,24%) mentre il dollaro scambia a 142,83 su yen (in calo di 0,87%).
GREGGIO – Positivi i derivati sul greggio negli ultimi scambi sulla piazza asiatica, spinti dalle minacce di Mosca che potrebbe interrompere le forniture ad alcuni paesi. Sempre alle 7,40, il futures sul Brent viaggia in rialzo di 55 cent a 89,70 dollari il barile e quello sul Nymex di 34 cent a 83,88 dollari.