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BCE & FED: VERSO LE RIUNIONI DI GIUGNO

Con la prima settimana di giugno si apre il percorso finale che ci condurrà verso le due riunioni di politica monetaria del 10 e 15 giugno di BCE e FED. Il percorso inizia con i dati PMI su crescita e aspettative sui prezzi. I sondaggi sulle aziende manifatturiere e servizi, in calendario martedì e giovedì,  indicheranno quali sono le attese aggiornate dei managers delle aziende che fanno parte del panel a cui si riferisce il sondaggio.  La striscia che abbiamo rilevato negli ultimi mesi vede la forte spinta degli Stati Uniti a cui si è unita quella europea, benché in quest’ultima area il comparto dei servizi non abbia brillato per le ovvie ragioni legate ai blocchi sociali.

BCE & FED: VERSO LE RIUNIONI DI GIUGNOMentre le economie occidentali evidenziano significative spinte nel percorso di ripresa, quelle asiatiche, in particolare Giappone, rallentano. La Cina pur evidenziando una spinta dell’indicatore manifatturiero oltre la soglia che indica espansione 50, non riesce a palesare negli esiti del sondaggio la stessa esuberanza che si riscontra negli USA. Il Giappone, probabilmente a causa dei rischi legati allo svolgimento delle Olimpiadi, non riesce a fissare valori oltre la soglia 50.

In Cina come abbiamo riferito in diverse occasioni, la politica monetaria, in particolare quella creditizia, sta frenando la ripresa. Questa mattina il dato pubblicato per il comparto manifatturiero ha segnato un modesto 51, frazionalmente inferiore alle attese ed al dato del mese di aprile 51,1.

L’importanza dei sondaggi è direttamente correlata al contributo da loro esperiti nelle decisioni di politica monetaria delle banche centrali. Negli ultimi mesi inoltre, la loro rilevanza si è allargata anche ai sondaggi sulle aspettative relativi ai prezzi.

BCE & FED: VERSO LE RIUNIONI DI GIUGNOLa ripresa economica ha prodotto forti pressioni inflazionistiche, i cui gradi sono stati direttamente correlati alle velocità di ripresa. Negli Stati Uniti e in Europa, l’offerta è rimasta indietro rispetto all’aumento della domanda, cedendo il potere di determinazione dei prezzi ai venditori. Negli Stati Uniti, dove le misure di stimolo fiscale hanno ulteriormente sostenuto i portafogli dei consumatori, i dati flash dell’indagine PMI hanno mostrato un tasso di aumento dei prezzi medi praticati per beni e servizi di gran lunga superiore a quanto precedentemente registrato dai sondaggi. Anche l’inflazione dei prezzi di vendita ha raggiunto nuovi massimi nel Regno Unito e nell’Eurozona, sebbene l’inflazione del settore dei servizi sia rimasta relativamente contenuta.

I prezzi in Giappone, nel frattempo, sono aumentati di poco a maggio, con il tasso in calo rispetto ad aprile, poiché i venditori hanno offerto sempre più sconti per stimolare la debolezza delle vendite.

Alcune delle pressioni sui prezzi sembrano temporanee. Le aziende hanno lottato per ricostruire la capacità non solo nelle fabbriche ma anche in settori come l’ospitalità, citando la carenza di input, personale e supporto logistico. La durata di queste pressioni sui prezzi dipenderà dalla rapidità con cui l’offerta e la domanda torneranno in equilibrio. Indicatori principali come l’indice dei tempi di consegna dei fornitori del PMI e l’indice degli arretrati di lavoro saranno importanti nella valutazione di questa equazione di domanda e offerta. Mentre gli arretrati di lavoro sono aumentati a un ritmo record in tutte le economie del G4 in media a maggio, l’indice dei tempi di consegna dei fornitori ha mostrato almeno segnali di picco.

A queste dinamiche dobbiamo unire l’andamento delle quotazioni delle materie prime nei mercati a termine. Come abbiamo segnalato a fine aprile e ribadito a maggio, molte commodity industriali hanno raggiunto un loro picco. Nei nostri WB COMMODITY PERSPECTIVES, avevamo anticipato un potenziale segnale correttivo che al momento si sta concretizzando.

Su queste basi le banche centrali sostengono che la spinta inflattiva sia temporanea e destinata a rientrare.

Venerdì avremo il dato sulle statiche occupazionali negli Stati Uniti. Con la loro lettura si aggiungerà un altro pezzo nel puzzle delle valutazioni del Board delle Fed alle prese con un passaggio congiunturale che potrebbe spingere il Consiglio ad aprire il proprio orientamento alla preparazione di una fase di tapering e di ritiro progressivo degli stimoli monetari, attualmente sottoposti ad un regime di immissione di liquidità pari a 120 miliardi di dollari mensili.

BCE e Fed per ragioni diverse ma sempre legate al percorso di ripresa delle sottostanti economie affronteranno una riunione di politica monetaria in cui i componenti del consiglio esprimeranno la loro visione in merito proprio agli stimoli. Al momento le loro rispettive maggioranze appaiono orientate a confermare la linea attuale. Molto dipenderà dall’Outlook che aggiorneranno per la seconda parte dell’anno.

Osservando l’andamento dei rendimenti dei bond governativi sul tratto lungo della curva, notiamo un ammorbidimento delle tensioni. Molto dipenderà dal comportamento del 10 anni Treasury Usa,. Nel nostro WB PERSPECTIVES abbiamo sostenuto che si sia aperta una finestra correttiva in direzione di area 1,35/1,20%.  La tenuta dei valori non annulla la tendenza rialzista, ne modera soltanto l’andamento. I mercati temono una riaccelerazione dei rendimenti oltre la soglia 1,70/1,80%. Di pari passo ci attendiamo uno storno del 10 anni Bund e del 10 anni BTP; quest’ultimo potrebbe scendere verso area 0,75/0,70% a breve.

Sugli orientamenti di politica monetaria e quindi sullo spread tra i rendimenti del Treasury e del Bund si giocheranno i rapporti di forza del cambio euro dollaro.

A partire dal dato di venerdì sull’occupazione il loro rapporto tenderà a svelare i termini con cui evolveranno le negoziazioni. Le attese sui dati si posizionano ancora su standard elevati, nonostante la delusione riscontrata lo scorso mese. Per i salariati escluso il settore agricolo, l’attesa ruota attorno ad una crescita dell’occupazione di 660k unità contro i 266k registrati ad aprile. Si tenga presente che in condizioni di normalità la crescita media dei salariati si attesta tra 150k e 180k per mese.

Nel frattempo venerdì abbiamo assistito ad un primo tentativo dell’eur usd, in seguito riassorbito,  di violare quota 1,2160. Il punto rimane sempre importante nello scacchiere tecnico seguito dal mercato.

 

INFLAZIONE USA VS PRODUZIONE UE

 

MARKET MOVER

INFLAZIONE ITALIA E GERMANIA – Da Istat la stima sull’inflazione di maggio, che andrà confrontata a livello armonizzato con 1% su anno e 0,9% su mese di aprile. Nel primo pomeriggio sarà Berlino a diffondere l’analoga anticipazione per maggio, con il consensus che proietta un incremento a perimetro annuo a 2,4% da 2,1% di aprile.

BTP – Riferimenti per l’avvio della settimana sono 105 punti base per il premio al rischio tra Germania e Italia sul tratto decennale e dallo 0,86% del tasso del benchmark a 10 anni. Ferme oggi la piazza londinese per ‘bank holiday’ e quella Usa per il Memorial Day. Nel pomeriggio le riaperture dell’asta a medio lungo di venerdì, in cui Via XX Settembre propone in totale 1,6 miliardi di Btp a 5 e 10 anni e del Ccteu aprile 2026.

ECONOMIC OUTLOOK OCSE – L’organizzazione parigina diffonde il rapporto sulle prospettive dell’economia globale, Italia compresa. Aggiornate a marzo con l’Interim Economic Outlook, le stime Ocse su Roma indicavano la crescita a 4,1% nel 2021 (4,3% l’attesa dicembre), e 4% (3,2%) nel 2022.

DATI E ACQUISTI BCE – Diffusa contemporaneamente a quelli su M3, la Bce pubblica la fotografia di aprile del portafoglio dei titoli di Stato detenuti dalle banche italiane. In marzo l’ammontare era pari a 426,895 miliardi di euro, minimo da gennaio.  Nel pomeriggio sarà la volta dello spaccato settimanale sugli acquisti di Francoforte nell’ambito dei programmi Pepp e Qe.

DATI CINA – Rallenta il tasso di espansione del settore manifatturiero di maggio, penalizzato soprattutto dai vistosi rincari dei costi della materie prime che viaggiano sui massimi dal 2010. L’indice manifatturiero si attesta a 51 da 51,1 di aprile e del consenus, mentre quello sui servizi migliora passando a 55,2 da 54,9 del mese scorso.

DATI GIAPPONE – Seconda la prima lettura, la produzione industriale di aprile mostra un incremento mensile di 2,5%, decisamente inferiore alle attese di 4,1%. Il settore manifatturiero, dicono i dati a cura del governo, prevede per maggio un calo mensile di 1,7% seguito da una ripresa di 5% in giugno.
Tornando ad aprile, le vendite al dettaglio sono cresciute al tasso annuo di 12%, anche in questo caso deludendo il consensus di 15,3%.
Passando invece a maggio, la fiducia dei consumatori frena a 34,1 da 34,7 del mese scorso.