Skip to content

BANCHE SOTTO PRESSIONE

Il settore finanziario è scosso dagli eventi della scorsa settimana. Il default della Silicon Valley Bank, di  Signature Bank, il salvataggio di Republic si classifica come il secondo più grande fallimento bancario nella storia degli Stati Uniti. Al momento gli attivi coinvolti nei due default ammontano all’857,6% di quanto  accumulato nei fallimenti del 2008. 

Questo ci restituisce un’istantanea verifica della gravità della situazione e ci riporta direttamente a fare parallelismi su quanto accaduto nel 2008.

Finora, le autorità di regolamentazione si sono mosse rapidamente per facilitare la protezione dei clienti interessati, con la FDIC che ha trasferito depositi e attività a una Bridge Bank di nuova creazione negli Stati Uniti oltre agli interventi di HSBC che ha acquisito la Silicon Valley Bank UK Ltd. per il valore simbolico di 1 sterlina. mentre come sappiamo JP Morgan è intervenuta con altre istituzione a rafforzare i depositi di Republic.

Tutto bene quindi? Il timore che il contagio non sia stato delimitato è piuttosto presente, anche se i mercati si sono ripresi dallo shock dei sell off accusati sino alla riapertura delle borse europee di lunedì mattina. L’esperienza del 2008 insegna che l’effetto farfalla produce una dipendenza sensibile alle condizioni iniziali che il sistema continua ad alimentare senza stabilizzarsi in uno stato finale. Questo è quanto cercheranno invece di fare i regulator per correggere la diffusione del caos.

L’evento Lehman ebbe il suo prologo a partire dal mese di luglio del 2007 con il congelamento di alcuni fondi hedge di Bear Stearns che investivano in titoli subprime, BNP Paribas avvertiva gli investitori che potrebbero non essere in grado di prelevare denaro da tre dei suoi fondi. Successivamente scoppia l’insolvenza di Northern Rock, quinto istituto di credito britannico specializzato nei mutui immobiliari, oggetto a metà settembre del 2007 di una corsa agli sportelli. La Banca centrale britannica procedette alla nazionalizzazione dell’istituto, impegnando circa 110 miliardi di sterline. A questo intervento ne seguirono altri, anche nella forma di ricapitalizzazioni e acquisti di obbligazioni a sostegno di varie banche in crisi. Agli inizi del 2008 fu l’intervento di JP Morgan a favore di Bear Stearns a dare un ulteriore impulso alla perdita di fiducia nel sistema. Il 15 settembre crollò Lehman Brothers, gli interventi che si susseguirono videro reazioni temporanee del mercato azionario. L’epilogo finale maturò agli inizi del 2009 con le autorità irlandesi che assunsero il controllo di Anglo Irish Bank; sulla falsariga dell’approccio già adottato per Citigroup in novembre, le autorità USA decidono di sostenere Bank of America acquistando azioni privilegiate e offrendo garanzie su un portafoglio di attività problematiche. 19 gennaio Nel quadro di un piano generale di salvataggio per il settore finanziario, le autorità britanniche accrescono la partecipazione al capitale di Royal Bank of Scotland. Nelle settimane successive altre autorità nazionali adottarono misure analoghe.

La storia ripete se stessa Silicon Valley Bank

Molti fattori sono stati in gioco nel fallimento di SVB e tra questi la sua incapacità di restituire i depositi prelevati dai clienti a causa di attività liquide insufficienti è stata fondamentale.

Dopo oltre dieci giorni segnati dalla crisi delle banche, tra cui Credit Suisse, l’attenzione si sposta sulle decisioni che la Fed comunicherà questa sera mentre l’istituto è al centro delle polemiche dopo il crollo di Svb. I mercati prezzano un probabilità del 70% circa di un aumento dei tassi da 25 punti base che porterebbe i federal fund tra 4,75% e 5%. Tuttavia, secondo alcuni osservatori, proprio a causa delle recenti tensioni sulle banche l’istituto centrale Usa potrebbe sospendere gli aumenti dei tassi o addirittura ritardare la pubblicazione di nuove proiezioni economiche per via dell’incertezza delle prospettive. La Fed resta tra l’incudine e il martello dovendo bilanciare l’esigenza di mantenere sotto pressione l’economia – per rallentare un’inflazione ancora molto lontana dal target – e la necessità di trovare la giusta dose di cautela per preservare la stabilità finanziaria. Ieri la segretaria al Tesoro Usa Yellen ha ribadito che il sistema bancario del Paese è solido promettendo azioni che attenuino i rischi per la stabilità finanziaria e provvedimenti per garantire la sicurezza dei depositi, qualora necessario. Gli investitori restano, comunque, in tensione riguardo a potenziali altre bombe ad orologeria presenti nel sistema, sebbene il timore di contagio si sia ridotto rispetto ai giorni scorsi.
Stando ad un’analisi Reuters, l’irrigidimento delle condizioni di finanziamento nei mercati innescato dalle turbolenze delle banche potrebbe aver fatto gran parte del lavoro in capo alle banche centrali, rafforzando l’ipotesi di una prossima fine del ciclo di inasprimento monetario.

L’odierno intervento di tre esponenti  del board Bce – la presidente Lagarde, il capo-economista Lane e il consigliere Panetta – che prenderanno parte a Francoforte all’evento “The ECB and its Watchers” sarà seguito per verificare eventuali nuovi spunti in grado di  meglio delineare il futuro percorso di politica monetaria nella zona euro. Previsti in giornata anche gli interventi dei consiglieri Rehn e Nagel. Proprio Nagel parlando al Ft ha detto che i banchieri Bce devono essere ostinati nella lotta contro l’inflazione. A seguito di un parziale recupero della fiducia tra gli investitori, tornati ieri timidamente verso il rischio, le scommesse su un aumento dei tassi da 25 punti base al board di maggio sono aumentate dal 30 al 60%, mentre sono salite dal 10 al 25% quelle di un incremento di uguale misura a giugno. La chance di un ulteriore rialzo di 50 punti a maggio si è indebolita – anche nelle più recenti parole dei falchi – ma non è scomparsa del tutto. Cruciali saranno i numeri sui prezzi al consumo previsti per marzo (stima ‘flash’ il 31 marzo) e soprattutto per aprile. Questi ultimi saranno resi noti il 2 maggio, appena due giorni prima del board in calendario il 4. Ieri Enria ha detto che le banche della zona euro hanno in media aumentato i loro coefficienti patrimoniali nell’ultimo trimestre dello scorso anno, aggiungendo che le posizioni di finanziamento e di liquidità non sono state “materialmente influenzate” dalla crisi di Credit Suisse.

Ci aspettiamo dai mercati ancora volatilità. L’indice Move che riporta la volatilità sul mercato obbligazionario quota ai livelli che precedettero l’apertura definitiva della fase più cruenta della crisi 2008.

MOVE index BOFA
WB ANALYTICS: MOVE INDEX BOFA

Domani alle ore 9.00 commenteremo le ultime decisioni della Fed e faremo un Focus con AITI, l’Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa  a cui parteciperà UBS, dedicato all’evoluzione delle attuali tensioni sui mercati.

AITI AB ADVISORS INSIDE CENTRAL BANK