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ALERT BRENT CRUDE OIL & GAS

OPEC BRENT CRUDE OIL – Restano particolarmente caldi i prezzi dell’energia, mentre, nonostante le pressioni per un aumento dell’output, l’Opec+ ha deciso ieri di non ritoccare l’attuale accordo che prevede l’aggiunta di 400.000 barili al giorno a novembre. Il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, chiedeva intanto ieri una risposta coordinata a livello Ue a una questione chiave, come il rincaro dell’energia

Ieri l’ICE Brent CRUDE OIL è balzato intorno al 2,5% per attestarsi su un nuovo massimo recente di 81,26 dollari USA/barile dopo che l’OPEC+ ha deciso di continuare con 400 Mbbls/giorno di incremento dell’offerta per novembre. Il mercato era preoccupato per un maggiore aumento della produzione per il prossimo mese a causa della crisi energetica in corso in Asia ed Europa. L’OPEC+ ha deciso di continuare con l’accordo esistente per ora, sulla base degli attuali fondamentali del mercato petrolifero e del consenso sulle prospettive petrolifere.

Una delle ragioni principali per la linea d’azione costante per l’OPEC+ potrebbe essere che i prezzi del petrolio greggio non sono aumentati tanto quanto il gas naturale o il carbone negli ultimi mesi e la fuoriuscita della domanda dal gas naturale/carbone al petrolio greggio potrebbe essere piuttosto limitata. L’aumento della produzione di petrolio in questo frangente potrebbe non essere utile per bilanciare il mercato petrolifero e potrebbe pesare sui prezzi del petrolio nell’immediato.

Negli Stati Uniti, Royal Dutch Shell ha ripreso le operazioni presso la sua piattaforma oil & gas Olympus da 100 Mbbls/d sulla costa del Golfo degli Stati Uniti dopo che la società ha completato i lavori di riparazione a seguito dei danni causati dall’uragano Ida circa un mese fa. Le altre due piattaforme Shell, Mars e Ursa, rimangono chiuse e probabilmente saranno operative solo intorno al primo trimestre del prossimo anno.

Ci preoccupa la verifica il collaudo dei prezzi di area 77/76 usd/bar del Brent ed il mancato breakout del livello tecnico a cui avevamo dato una certa importanza sotto il profilo dell’esaurimento della spinta speculativa. L’esito della riunione Opec+ ha rassicurato invece i traders sulla tenuta della tendenza dominante dei prezzi. La prossima verifica è quindi rinviata a quota 85/90 usd/bar. Continuiamo a monitorare comunque la base di questa fascia di contrattazioni per cogliere eventuali, meno probabili, segnali di esaurimento della nuova spinta rialzista.

Il Natural Gas quotato al Nymex ha chiuso la sessione di ieri con un modesto recupero del ribasso registrato il 1 ottobre. C’è un consistente ipercomprato speculativo sulle dinamiche di trading. Questo potrebbe favorire una correzione dei prezzi, tuttavia come abbiamo già scritto tale evento si concretizza soltanto con un ritorno dei valori sotto la fascia 5,35 usd in prima battuta, mentre un vero e proprio segnale di smantellamento della costruzione speculativa maturerebbe soltanto nel caso in cui i valori violassero al ribasso quota 4,80 usd.

Sempre ieri l’indice Baltic Dry relativo ai noli marittimi si sono fermati a 5267 in linea con le precedenti chiusure.

Sulla scia della reazione dei futures sull’energia all’esito della riunione Opec+, abbiamo assistito ieri ad un’altrettanta reazione (comunque limitata) dei prezzi dei futures sui metalli industriali. Hanno corretto con maggior forza i prezzi del minerale di ferro e dell’acciaio che in precedenza avevano perso valore in modo consistente.