TETTO DEBITO USA – Il presidente Usa Joe Biden ha finalizzato l’accordo con lo speaker della Camera dei Rappresentanti, il repubblicano Kevin McCarthy, per sospendere il tetto del debito di 31.400 miliardi di dollari fino al primo gennaio 2025. L’intesa, che scongiura il rischio di default del debito Usa, è pronto per il voto del Congresso.
L’attenzione ritorna a concentrarsi sui fondamentali economici e sull’inflazione dopo la decisione sul tetto al debito Usa
CRESCITA ITALIA – Di venerdì le buone notizie per la crescita italiana: al termine della missione ‘Article IV’ il Fondo monetario ha alzato all’1,1% le stime per quest’anno e il prossimo, mentre il ministro Giorgetti ha auspicato che il Pil italiano possa crescere quest’anno fra l’1,2 e l’1,4%, oltre l’obiettivo fissato ad aprile dell’1%. Dal Festival di Trento, nel fine settimana, Confindustria ha segnalato che la crescita sta proseguendo anche nel secondo trimestre, pur evidenziando segnali di debolezza nell’industria e nelle costruzioni.
Mercoledì l’Istat riporterà i dati di crescita del PIL relativi al I°Q. Le attese scontano una crescita dello 0,5%, 1,8% nella proiezione annuale.
Giovedì S&P Global presenterà i dati aggiornati sul PMI manifatturiero italiano. A conferma del rallentamento in atto sulla crescita industriale il consensus stima una regressione dell’indice per il mese di maggio a 45,8, ben al di sotto della soglia neutra 50 che divide il sentiment tra espansione e contrazione.
I PMI manifatturieri continuano a rimanere in contrazione
Sempre giovedì avremo la pubblicazione per un elevato numero di aree economiche del indice PMI manifatturiero: in Germania è atteso un aggiornamento al ribasso 42,9, mentre in Francia ci si attende un parziale recupero a 46,1.
La lettura dei sondaggi negli Stati Uniti risulta più ambigua: l’indice PMI riporta un dato in crescita rispetto al mese precedente 50,2, mentre il corrispondente Manufacturing Index calcolato dall’Institute of Supply Management (ISM), segna un valore in consolidamento rispetto al mese precedente a 47,1, evidenziando una contrazione dei prezzi del lavoro e soprattutto dei nuovi ordinativi.
Abbiamo più volte sottolineato la divergenza tra l’andamento del comparto manifatturiero e quello dei servizi. Il fenomeno tende ad avere riflessi anche sulla composizione dei prezzi: mentre scendono quelli industriali, tendono a salire quelli relativi ai servizi.
In settimana sul fronte dei prezzi e quindi dell’inflazione avremo la pubblicazione dei dati di maggio in diverse aree dell’Eurozona.
In Germania ci si attende un ulteriore ribasso: l’indice dei prezzi al consumo principale dovrebbe scendere dal 7,2% di aprile al 6,5%. Anche in Francia sono attesi dati in discesa al 5,4% rispetto al mese di aprile al 5,9%.
14:00 | EUR | IPC in Germania (Annuale) (Mag) | 6,5% (ATTESA) | 7,2% (APRILE) | |||
14:00 | EUR | IPC in Germania (Mensile) (Mag) | 0,2% | 0,4% | |||
14:00 | EUR | IAPC tedesco (Mensile) (Mag) | 0,3% | 0,6% | |||
14:00 | EUR | IAPC tedesco (Annuale) (Mag) | 6,8% | 7,6% |
In Italia invece il consensus prevede un’ulteriore riduzione dell’inflazione mensile a maggio ed una riduzione sensibile sulla proiezione annuale.
11:00 | EUR | IPC italiano (Mensile) (Mag) | -0,2% (ATTESA) | 0,4% (APRILE) | |||
11:00 | EUR | IPC italiano (Annuale) (Mag) | 7,6% | 8,2% | |||
11:00 | EUR | IAPC italiano (Mensile) (Mag) | -0,1% | 0,9% | |||
11:00 | EUR | IAPC italiano (Annuale) (Mag) | 7,8% | 8,7% |
I dati sull’inflazione continueranno a focalizzare l’attenzione per analizzare le opzioni che la BCE metterà sul tavolo in termini di policy monetaria.
In generale il dibattito sulle prospettive dei tassi rimane in primo piano, sia per quanto riguarda la l’Eurozona che gli Stati Uniti.
Nelle ultime ore abbiamo osservato un cambiamento nella curva future dei Fed Funds: le probabilità di rialzo scontate dalla curva future si è spostata per il meeting di giugno a favore di un rialzo dei di 25 bp con una probabilità poco superiore al 65%. Anche la BCE ha lasciato intendere di voler alzare ancora i tassi pur in un contesto macro piuttosto critico. In Germania il Pil è sceso in contrazione per il secondo trimestre consecutivo portando l’economia in recessione.
I prezzi delle commodity industriali, a conferma delle nostre attese, continuano nel frattempo la loro discesa.
Giovedì l’Eurostat riporterà il dato sull’inflazione per l’Eurozona. L’attesa prevede un’ulteriore discesa dal 7 al 6,3%.
Occupazione USA
Infine venerdì il Dipartimento di statistica sul lavoro degli Stati Uniti pubblicherà l’andamento per il mese di maggio. Ad aprile il mercato del lavoro ha registrato, a sorpresa, un nuovo sensibile incremento dei NonFarm Payrolls +253k. Per il mese di maggio il consensus si aspetta un incremento di 195k di nuovi assunti escluso il settore agricolo. Come noto il dato sull’occupazione rientra nel novero dei dati sensibili che la Fed considera nel prendere le proprie decisioni sui tassi. Il dato atteso, pur evidenziando una flessione, risulterebbe comunque positivo, anche se in contrazione rispetto ad aprile.
FOREX
Nel corso delle precedente settimana abbiamo avuto la conferma di una discesa dell’euro dollaro verso area 1,0740/30. Per l’ottava in corso, archiviata la decisione sul tetto al debito Usa, ci aspettiamo una potenziale prosecuzione del movimento in atto, soprattutto qualora le evidenze macro sopra esposte concretizzeranno le attese. Consideriamo infatti la possibilità che l’eur usd possa avvicinare l’area 1.0635, soprattutto qualora il dato sull’occupazione centrerà le stime. Saranno due i momenti in cui la volatilità sul cambio tenderà ad aumentare: mercoledì con la pubblicazione dei dati sull’inflazione in Germania e venerdì a seguito del dato Usa sull’occupazione.
Su tali prospettive il nostro modello Riskoo ha leggermente alzato l’indice di volatilità attesa indicando un range per la settimana di 150 pips sul mid range 1,0720. Ciò lascia aperta l’ipotesi che, come scritto la scorsa settimana, l’area 1,05 continua a rappresentare un punto di attrazione per il mercato.
COMMODITY
Nell’ultima settimana i prezzi del Gas Naturale, Dutch TTF, sono scesi nell’ordine del 14,45% avvicinando il nostro target a 20 eur mwh.
In Italia i prezzi del PUN GME (Energia Elettrica) quotano oggi a 86 eur mwh prossimi al nostro target 70 eur mwh.
TASSI
Gli investitori stanno cercando di interpretare gli attuali dati macro per stimare le prossime mosse delle banche centrali. Durante la scorsa settimana il mercato è tornato a prezzare un potenziale rialzo di 0,25% dei Fed Funds alla riunione della Fed del 14 giugno. Le aspettative, al momento, indicano una probabilità del 66% che il Fomc possa decidere in tal senso. Con questo eventuale rialzo la curva future esaurirebbe la progressione dei rialzi indicando un primo taglio di 25 bp a settembre. Un eventuale secondo taglio sarebbe contemplato a gennaio del 2024.
Tra gli interventi della BCE emergono indicazioni ancora restrittive anche se segnaliamo le recenti indicazioni offerte da Philippe Lane, capo economista della Banca. Lane ha dichiarato che “In media, i salari stanno aumentando in modo molto moderato; molte persone sono ancora vincolate a vecchi contratti… Gli ultimi contratti sono al di sopra del 5%, ma si tratta di un dato che rientra nelle nostre aspettative”. Ha inoltre aggiunto che la crescita dei salari nominali è destinata a raggiungere il picco quest’anno.
Qualora i dati sull’inflazione per il mese di maggio dovessero rallentare secondo le stime sarebbe appropriato attendersi anche da parte della BCE uno stop al rialzo dei tassi. L’attuale risposta dell’eur usd potrebbe rappresentare una conferma.