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MEETING BCE: GIOVEDI’ RITORNA A RIUNIRSI IL CONSIGLIO DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA

Meeting BCE: la settimana non presenta un calendario economico ricco di dati significativi, tuttavia il quadro degli eventi risulta piuttosto impegnativo. Oggi il mercato attende l’esito del voto di fiducia dell’Assemblea Nazionale francese per comprendere quali sviluppi avrà l’assetto politico in Francia. Giovedì invece ritorna il meeting BCE. In settimana sono attesi i dati sull’inflazione di agosto, CPI USA ed in Germania.

Meeting BCE: le attese sui tassi e le dichiarazioni in conferenza stampa

Dal meeting BCE di giovedì non sono attese decisioni significative sui tassi. Il Consiglio si concentrerà con molta probabilità sui segnali che emergono dal quadro economico ed inflativo. Osservando i PMI manifatturieri di agosto emerge che la ripresa economica dell’eurozona ha continuato a rafforzarsi pur con una certa lentezza. L’indice principale della produzione ha raggiunto il massimo degli ultimi 15 mesi, in concomitanza con il primo aumento dei nuovi ordini in 15 mesi. Questa mattina, l’indice della Produzione Industriale relativa al mese di luglio in Germania è salito per la prima volta in territorio positivo dal luglio 2023. Sebbene l’espansione complessiva sia della produzione che della domanda rimanga lenta, ciò rappresenta una buona notizia: ad agosto l’indice PMI manifatturiero ha superato quota 50,0 per la prima volta da giugno 2022.

Nel frattempo, le pressioni sui prezzi di produzione sono rimaste contenute, con i prezzi dei beni in calo marginale per contribuire a compensare un aumento più forte, seppur ancora relativamente contenuto, dei prezzi dei servizi.

Sebbene l’ultimo indice PMI sia il più alto degli ultimi 15 mesi, risulta allineato con una crescita del PIL dell’Eurozona per il terzo trimestre pari allo 0,2%. Considerando l’andamento del secondo trimestre + 0,1%, sarebbe più corretto inserire il quadro complessivo in un ciclo di stagnazione.

E’ molto probabile che la BCE voglia considerare il bicchiere mezzo pieno e quindi confermare l’attuale livello dei tassi di interesse sui depositi al 2%.

Tuttavia pensiamo che il ciclo riflessivo dei tassi non abbia esaurito le forze regressive. Ci aspettiamo almeno un altro taglio entro l’autunno.

I dati sull’occupazione USA di agosto consentono alla FED di allinearsi alle pressioni della Casa Bianca

Lo scorso venerdì sono stati riportate le statistiche sull’occupazione statunitense per il mese di agosto. Era atteso un dato debole, ma da quanto è emerso abbiamo letto una debolezza ancor più significativa. Secondo i nostri modelli per avere una crescita equilibrata dell’occupazione sono necessarie 140/150k nuovi salariati per mese. Per il dato di agosto si stimava una crescita di 74k. Il dato effettivo sulle nuove buste paga per il settore Non Farm Payroll è stato di 22k. La statistica ha prodotto immediate attese per un taglio dei tassi a settembre da parte della FED. Il mercato aveva già messo nel conto delle attese tale ipotesi con una misura di 25 bp. Ad oggi tale prospettiva non cambia, sebbene siano aumentate le stime di probabilità per tre tagli di 25 bp entro l’anno.

Spread e Tassi USA UEM a confronto e possibili impatti sul cambio eur usd

Lo scorso venerdì si è consumata una sessione operativa ad alta intensità: da un lato le pressioni sul mercato dei bond europei, dall’altro sugli effetti generati dal dato USA sull’occupazione. In attesa del meeting BCE di questa settimana e di quello della Fed la prossima, il carico speculativo sui tassi e di conseguenza sugli equilibri dello spread risulta altamente significativo. Si tratta di capire quanto il cambio eur usd assorbirà delle interazioni attese.

Alla fine della primavera avevamo previsto una convergenza dei tassi sul tratto breve e lungo della curva quelli USA e quelli UEM. Ci aspettavamo una contrazione da 200 a 145/140 bp. E’ molto probabile che nei prossimi giorni il mercato possa verificare tali valori con movimenti di coda a 135 bp per lo spread a 10Y, 150 per il 2Y.

Nelle ultime ore abbiamo osservato acquisti significativi sui bond governativi europei e americani. Pensiamo che l’azione sia guidata da mani forti impegnate ad evitare che il mercato degeneri con mosse che mettano a rischio livelli più che psicologici quali ad esempio il massimo sui rendimenti decennali per l’OAT francese. Per rilevare un raffreddamento più concreto delle tensioni dobbiamo seguire per il 10Y benchmark europeo (Bund Germania) un discesa dei rendimenti sotto 2.60/55%. Per il 10Y US Treasury, come già indicato nell’ambito delle nostre previsioni di scenario, ci aspettiamo una discesa verso l’area adiacente al 3,80%. Ciò dovrebbe corrispondere ad una regressione dei rendimenti sul Bund pari durata in direzione di 2,20/15%; la violazione al ribasso di 2.55% conferma le attese.

US TREASURY 10Y YIELD
WB ANALYTICS: US TREASURY 10Y YIELD ADVANCE CYCLE
 MEETING BCE DE BUND 10Y YIELD ADVANCE CYCLE
WB ANALYTICS: DE BUND 10Y YIELD ADVANCE CYCLE

Le azioni di politica monetaria di BCE e FED attese per il prossimo autunno

Le nostre attese di scenario per i tassi determineranno forti impatti, qualora confermate, nelle decisioni delle banche centrali e di conseguenza sulle azioni da intraprendere sui piani di controllo del rischio (RISK MANAGEMENT) nei prossimi mesi.

Ne parleremo a INSIDE CENTRAL BANK giovedì 11 settembre dopo la conferenza stampa che seguirà il meeting della BCE. Nella diretta streaming organizzata con AITI, l’Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa, commenteremo le decisioni che giungeranno dal meeting BCE e faremo il punto sullo scenario che ci attende per l’ultima parte del 2025 sui tassi di cambio e sul mercato valutario Forex, utile per definire gli equilibri da considerare per impostare gli scenari per la definizione dei cambi di budget per il 2026.