RUBLI for GAS E’ la risposta alle sanzioni occidentali verso la Russia. Un’opzione che tendenzialmente apre orizzonte nuovi, sconosciuti per gli equilibri consolidati del mercato Forex.
Ne avevamo parlato in un post della scorsa settimana segnalando l’apertura della banda di oscillazione tra yuan renminbi e rubli da parte della PBoC per favorire le transazioni tra le due monete come sottostante per il regolamento della compravendita di energia. Il tema l’avevamo inoltre ventilato nel nostro ultimo web streaming commentando il rapporto tra dollaro, oro e posizioni di alcuni paesi produttori di petrolio rispetto alla possibilità di regolare in futuro le negoziazioni sul greggio in divise diverse dal dollaro, paventando come soluzione operativa il pagamento in oro e più semplicemente con le digital currencies emesse e governate dalle banche centrali.
L’introduzione di uno standard alternativo sconvolgerebbe i mercati, soprattutto i flussi ed i circuiti di regolamento. Soprattutto metterebbe in discussione il dominio del dollaro come moneta di riferimento per le riserve valutarie.
La dichiarazione di ieri rilasciata dalla Presidenza russa di regolare le forniture di gas in rubli va in questa direzione. Probabilmente non ha basi estemporanee. Costituisce da tempo uno degli strumenti inseriti nella cosiddetta cassetta degli attrezzi da utilizzare per controbattere alle sanzioni.
Riprendendo le riflessioni fatte nello streaming con AITI, INSIDE CENTRAL BANK della scorsa settimana, pur mentendo la nostra attenzione sulle potenzialità congiunturali di breve della divisa americana, dovremo d’ora in avanti fissare un focus sul rapporto dollaro/oro, al di là della copertura sull’andamento del rublo nei confronti di euro e di dollaro.
L’oro, dopo un’impennata verso i massimi dell’agosto 2020 a 2079 usd/oz, ha aperto una veloce fase di ritracciamento in direzione di 1900 usd. Tra questa base e quota 1980 usd si aprirà una lotta per la definizione del rapporto di forza tra dollaro ed oro. Non sarà l’unica, ma in questa precisa circostanza avrà valore più che simbolico per le prospettive degli equilibri e della volatilità del mercato valutario e delle commodity.
Crediamo che le banche occidentali cercheranno di contrapporsi alla forza dell’oro, mentre quelle d’oriente cercheranno di alimentare il break up del range 2000/2100 usd/oz.
Prepariamoci a gestire la volatilità sui mercati.
Nel frattempo la partita sull’energia diventa giorno per giorno il vero campo di confronto negli equilibri della nuova globalizzazione.