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RECOVERY FUND MEETING UE

In  stallo il RECOVERY FUND al meeting UE

i lavori riprenderanno alle 16 nel pomeriggio di oggi dopo le difficoltà riscontrate sulla linea di quanto avevamo già anticipato la scorsa settimana.

La maratona negoziale si avvia al  4° giorno di confronto, mentre all’orizzonte si profila un rinvio del meeting UE di un mese.

I mercati al momento non colgono alcun segnale utile per reagire all’impasse. Tutto è fermo in attesa di una conclusione, anche se l’eur usd colpisce la parte alta di un range da cui potrebbe anche aprire una reazione negativa. Il 10 anni Italia BTP verifica nel frattempo il nostro obbiettivo fissato ancora quando i rendimenti allo scoppio della pandemia Covid toccarono quota 2,40% e lo spread sul 10 anni BTP Bund fissò un picco in area 280. Il test del target 1,20 sui rendimenti potrebbe aprire un’occasione per prendere beneficio su posizioni lunghe di trading relative al BTP.

I mercati azionari per il momento seguono l’apertura sei settimana in flessione dei future americani: l’S&P 500 sta contenendo al momento ogni reazione sul mercato azionario europeo.

Nel nostro RISKOO MONITOR mettiamo in evidenza le attese tecniche sul mercato con particolare enfasi sui due strumenti più strettamente collegati all’esito dei lavori per il Recovery Fund.

LE TRATTATIVE IN CORSO AL MEETING UE

Tre giorni di intensi negoziati a Bruxelles sul Fondo di recupero dell’UE e sul bilancio dell’UE non hanno prodotto risultati tangibili. I leader dell’UE si incontreranno di nuovo oggi nel pomeriggio, mentre il presidente del Consiglio dell’UE Charles Michel è pronto a presentare una nuova proposta, con l’obiettivo di trovare un punto intermedio tra le posizioni dei “frugali” e  i paesi mediterranei dell’UE. Ci sono ancora tre punti principali da affrontare.

  • In primo luogo, le dimensioni e le sovvenzioni / prestiti si mescolano, anche se qui le due parti sembrano piuttosto vicine a un compromesso, dal momento che i “Frugal Four” sono pronti ad accettare 350 miliardi di euro in sovvenzioni (la proposta del G4 era di 400 miliardi di euro) su un fondo di circa 700 miliardi di euro. Il compromesso su questo dovrà probabilmente essere legato ad alcuni piani per aumentare gli sconti sui contributi di bilancio dei paesi del Nord.
  • Il secondo punto continua ad essere l’ostacolo chiave: la condizionalità. L’Italia e la Spagna restano fortemente riluttanti ad accettare la proposta di far decidere a Ecofin future tranche del Fondo, poiché le nazioni frugali continuano a spingere per un meccanismo per i singoli Stati di avere il controllo sulle erogazioni future.
  • Il terzo punto viene dalle proteste dell’Ungheria e della Polonia che sostengono che la disponibilità dei fondi non dovrebbe essere legata allo stato di diritto. Sostengono inoltre contro le proposte secondo cui una maggioranza qualificata potrebbe essere sufficiente per imporre sanzioni (l’Ungheria chiede l’unanimità).

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